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L'editoriale

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di Maurizio Belpietro

Giulio Bucchi
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Giulio Tremonti ha concesso una lunga intervista al quotidiano dei vescovi Avvenire. In quella che in gergo si definisce una lenzuolata (il colloquio occupa due pagine), il ministro dell'Economia ribadisce un solo concetto, ovvero che il governo ha dichiarato guerra all'evasione fiscale. Bene. Ne siamo lieti. Semmai ci domandiamo solo perché il numero uno di via XX settembre abbia atteso tanto a scatenare l'offensiva contro chi non paga le tasse. Tremonti è alla guida del dicastero che si occupa di imposte da oltre tre anni e altri tre li aveva trascorsi sulla poltrona di Quintino Sella all'epoca del secondo governo Berlusconi. Ci voleva così tanto tempo a capire che tutti devono pagare le tasse? Il ministro poi ci annuncia che da agosto è caduto il segreto bancario e cosl come si fa in tutta Europa d'ora in poi in fisco spierà i nostri conti correnti. Bene. Giulio dimentica dire che in Austria, la quale fino a prova contraria fa parte della Ue, la riservatezza dei depositi è garantita dalla Costituzione. Ma soprattutto trascura la buona regola che impone di fare le cose prima annunciarle, altrimenti il ladro - in questo caso l'evasore - corre ai ripari. Che in questo caso, come detto, sono facili: basta trasferire i fondi a Vienna. Nella lunga intervista Tremonti annuncia che è finita l'epoca dei furbi e questo ci fa piacere. Si tratta però di capire di quali furbi si tratti. In Italia non prospera solo chi non paga le tasse o chi è costretto a non pagarle per questioni di sopravvivenza. Ci sono molti che pur rispettando le scadenze fiscali, poi si approvvigionano a mani basse di fondi statali. Ha mai sentito parlare il ministro di sprechi o di sperpero di denaro pubblico? Ha mai avuto modo di fare un confronto tra la nostra spesa pubblica, il nostro numero di dipendenti pubblici e quelli degli altri paesi europei? Eppure nel lungo colloquio concesso all'organo della Cei di questi argomenti non c'è una riga. Se è giusto colpire i furbi che non versano i tributi, lo è altrettanto tagliar le unghie a chi se ne approfitta. E a proposito di profittatori, segnalo al responsabile dell'Economia che a sua insaputa un'altra rapina sta per essere perpetrata alle spalle degli italiani e dei contribuenti. Da quando il suo governo ha alzato l'Iva di un punto percentuale, in molti negozi i prezzi sono schizzati all'insù. Non dell'uno per cento come ci sarebbe stato da attendersi, ma del due e anche del tre. Visto che trascorre molto tempo a Roma, gli suggerisco di fare una capatina in qualche supermercato. Il Codacons, ossia una delle associazioni dei consumatori, ha rilevato un aumento di oltre il quattro per cento sui dentifrici, del 3,85 sul detersivo per i piatti, del tre e mezzo sui succhi di frutta. Analoghi rincari si registrano sui mutui, per i quali alcune banche starebbero applicando uno spread (vale a dire un prelievo) del due per cento rispetto al tasso riconosciuto. Signor ministro, è bello che lei, pur essendo noto per i conti più che per gli insegnamenti filosofici, si occupi di etica, di moralità e di diffondere messaggi sociali. Ma già che c'è, dato che lei non è solo il responsabile delle Finanze ma pure quello dell'Economia, vuole occuparsi anche delle piccole e grandi grassazioni che patiscono i consumatori, dato che anche quelle contribuiscono a deprimere i consumi e a generare sfiducia nel futuro e nel Paese? Traduciamo: ha intenzione di lasciare che l'aumento dell'Iva si trasformi in un'altra operazione tipo quella dell'euro, la cui introduzione generò una speculazione straordinaria che finì per impoverire tutti e ingrassare pochi? Insomma, signor ministro, tra una predica e una dotta citazione, pur trovare tempo anche per gli italiani? di Maurizio Belpietro

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