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L'editoriale

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di Maurizio Belpietro

Andrea Tempestini
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Allora, vediamo di ricapitolare. Secondo informazioni raccolte dal Wall Street Journal, ovvero dalla Bibbia della finanza mondiale, il 20 ottobre Angela Merkel telefonò a Giorgio Napolitano per sollecitarlo a cacciare Silvio Berlusconi. Guarda caso il 12 novembre il Cavaliere venne costretto alle dimissioni dopo un voto sulla legge di stabilità in cui si registrò l'assenza di una maggioranza assoluta di centrodestra a sostegno del governo. Naturalmente, come è abitudine in queste occasioni, l'ufficio stampa del Quirinale ha negato una relazione tra la conversazione della Cancelliera e la caduta del leader del Popolo della Libertà. Secondo il portavoce del presidente della Repubblica si tratterebbe di ricostruzioni fantasiose del principale giornale finanziario mondiale. Quella sera di autunno Angela Merkel e il capo dello stato si chiamarono per parlare del tempo e delle stagioni che non sono più quelle di una volta, signora mia, come usa tra vecchi conoscenti che si telefonano ogni fine settimana per farsi gli auguri. Cosa avessero da augurarsi un vecchio comunista, non si sa se pentito, e una meno vecchia sopravvissuta alla Germania comunista non è noto. Sta di fatto che Silvio Berlusconi fu levato di mezzo senza troppi complimenti appena venti giorni dopo il colloquio e al suo posto fu insediato per volere di Giorgio Napolitano un professore della Bocconi gradito ai circoli filo tedeschi. La nomina fu decisa in quella telefonata fra il capo dello stato e la capa tosta della Germania? La certezza non c'è perché a differenza di quelle del Cavaliere le conversazioni telefoniche di Napolitano non sono intercettate e dunque non finiscono sui giornali. Certo appare strano che un quotidiano come il Wall Street Journal frughi nella spazzatura del Quirinale. Soprattutto non si capisce come mai il giornale di Ruper Murdoch, notoriamente poco amico di Berlusconi, si metta a sindacare sui lati oscuri della cacciata del Cavaliere, cui è seguita l'incoronazione di Mario Monti. Il rompete le righe dell'adunata adorante con cui è stato accolto il nuovo premier sarà anche una caduta di stile della stampa anglosassone, come sostiene l'ufficio propaganda del Colle. Tuttavia più passano i giorni e più si infittisce il mistero che ha portato al cambio di un governo legittimamente eletto con uno assai poco legittimamente insediato. Quando avvenne il cambio di consegne, noi fummo tra i primi a segnalare l'anomalia di un esecutivo nominato dall'alto, senza alcun consenso popolare. Con il passare del tempo la stranezza, per non dire la forzatura costituzionale, è indicata anche da autorevoli commentatori del Corriere della Sera e perfino da alcuni editorialisti di Repubblica, uno degli organi di informazione che più fiancheggia il governo. Adesso ci si mette pure la stampa d'oltre oceano, la quale pare credere alla versione in circolazione negli ambienti finanziari. Lo spread e le difficoltà dell'economia italiana non c'entrano nulla con il cambio di governo. Berlusconi è stato messo alla porta perché non gradito da alcune cancellerie, le quali in Europa vogliono decidere senza aver intralci tra i piedi. Intendiamoci: il Cavaliere con certi suoi comportamenti ha dato un contributo determinante alla sua rimozione. Ma ciò non toglie che, secondo la tesi dei signori del credito, Angela Merkel e Nicolas Sarkozy di Berlusconi ne avessero le tasche piene e negli ultimi mesi si sarebbero dati un gran da fare per togliere di mezzo l'ingombrante incomodo. Vero, falso? A naso diremmo che in quanto raccontato dal Wall Street Journal c'è del vero, ma non disponendo di prove non possiamo rispondere con certezza. Chi però dovrebbe rispondere senza esitazioni è il capo dello stato, il quale ci auguriamo che stasera non voglia fare la solita predica da prevosto di campagna. Per l'inizio del 2012 non abbiamo bisogno di chiacchiere generiche cui ci hanno abituato tutti i presidenti della Repubblica. Data la situazione e le insinuazioni sui suoi interventi anomali, serve che Napolitano usi parole chiare. Chi gli chiese di sostituire Berlusconi con Monti? E chi sollecitò un suo intervento per esautorare il Parlamento e incaricare un governo tecnico? In pratica, chi ha suggerito al capo dello stato l'insediamento del Tassator cortese? Ci ha svenduti oppure no alla Germania. Insomma, caro Presidente, almeno a capodanno  faccia il buono: ci dica la verità.

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