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Belpietro alla Fornero: nuovo art. 18 una boiata

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Lavoro, la bozza del governo non convince: sulla flessibilità in uscita cambierà poco ma aumentano i costi per le aziende. E la Camusso ride

Giulio Bucchi
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Un autogol. Peggio, una boiata pazzesca. La riforma del lavoro e la modifica dell'articolo 18 rischia di peggiorare la già critica situazione dell'occupazione in Italia. Di "epocale", infatti, c'è poco. Licenziare i fannulloni rischia di restare impossibile come prima, perché a decidere sarà un giudice. Questo significa che le aziende dovranno sottoporsi alla solita via Crucis. Esecutivo e partiti dicono di ispirarsi al modello tedesco. Balle: lì le toghe decidono nel 99% dei casi per il risarcimento, qui per il reintegro del lavoratore licenziato. Flessibilità costosa - Dall'altra parte, gli ammortizzatori sociali e la flessibilità in entrata. Niente da fare: ancora solo "contro" per le aziende. Assumere sarà più costoso e complicato. Non a caso, è soprattutto Confindustria ad essere critica con la bozza proposta dal governo e dal ministro Elsa Fornero, mentre i sindacati (Camusso e Cgil in testa) si dimostrano insolitamente ottimisti. Altro che crescita e sviluppo: se l'obiettivo di Monti e Fornero era quello di modernizzare e rendere più fluido il mercato del lavoro, la riforma ancora da concretizzare non lascia intendere nulla di buono. Leggi l'articolo di Maurizio Belpietro su Libero in edicola oggi, sabato 17 marzo

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