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Aziende Usa più tassate al mondo Nuovo triste record di Obama

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Il 1 Aprile il Giappone abbasserà l'imposta al 36,8 e gli Usa saranno primi col 39,2%. E un ribasso appare lontano

Matteo Legnani
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Non è purtroppo un Pesce d'Aprile. Domenica gli Stati Uniti diventano ufficialmente la nazione con la tassazione degli utili aziendali più alta del mondo. Aggiungiamolo all'altro record di Obama, l'aver fatto perdere agli Stati Uniti il Rating a Tripla A di S&P. La corsa al non invidiabile podio dell'economia più punitiva verso le corporation sarà vinta dagli Usa il primo di aprile, perché  in quel giorno entra in vigore in Giappone una nuova legge fiscale, che abbasserà al 36,8% le imposte sui profitti aziendali. L'America, con il suo 39,2%, sarà finalmente al comando. Sia i candidati repubblicani alla nomination con varie proposte di abbassamento, tutte sotto il 20-25% , sia lo stesso presidente Obama che ha indicato una soglia del 28%, si sono espressi nei mesi scorsi per un taglio delle imposte. Ma il riordino delle aliquote non arriverà di sicuro prima dell'anno venturo, sempre che si trovi un consenso politico all'interno del nuovo rapporto di forze che uscirà dal voto di novembre. The Business Roundtable, che raggruppa le maggiori personalità del mondo degli affari negli Stati Uniti, sta spingendo da tempo per un taglio netto delle tasse, sostenendo che porterebbe a una forte crescita e a un ricco flusso di investimenti industriali, con ovvi benefici all'occupazione. Per mettere pressione al mondo politico Usa, gli imprenditori citano la recente mossa compiuta dagli inglesi, che hanno ridotto questa imposta dal 28% al 22%. E' come un manifesto pubblicitario per maggiori investimenti e posti di lavoro in Gran Bretagna, dicono i datori di lavoro al governo Usa. In America c'è il piccolo esempio dell'Ohio a dimostrare che il taglio delle tasse e la eliminazione di molte regolamentazioni, realizzati dal governatore repubblicano John Kasich nel 2009,sono manovre che pagano nel ridurre la disoccupazione: in un anno in Ohio è scesa dal 9% del 2010, quando era sopra la media nazionale, al 7,7% attuale, che è sotto la media nazionale dell'8,3%. Il senatore del Wyoming John Barrasso, del GOP, tra i parlamentari favorevoli ad un taglio significativo che metta gli Usa in condizioni competitive con il resto del mondo ha ricordato ieri che  “persino la Russia, con il 20%, e la Cina, con il 25%, hanno tassi più bassi dell'America. Questa differenza significa che le società statunitensi stanno cercando di competere con una mano legata dietro la schiena”, ha lamentato. . Di segno diverso la ricetta dei democratici, almeno secondo la proposta uscita ieri dal vicepresidente Joe Biden: "Per anni le aziende manifatturiere americane hanno avuto a che fare con uno dei tassi fiscali più elevati al mondo. Noi vogliamo ridurlo del 20%, e per le aziende dell'high tech anche di più del 20%”, ha detto parlando in una fabbrica di Davenport, nello Iowa, durante un comizio elettorale. Ma poi ha aggiunto una postilla destinata a cadere nel vuoto perché sarebbe la fine della concorrenza internazionale: “Noi vogliamo creare una tassa globale minima perché i contribuenti americani non dovrebbero pagare più alti sussidi all'estero di quelli che pagano in patria”. Pura utopia, e peraltro sbagliata. Come la Tobin Tax, anch'essa globale, sulle transazioni finanziarie, che l'America giustamente non vuole che sia introdotta. di Glauco Maggi 

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