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Il mondo del volo 100 anni dopo Baracca: sfide e prospettive di Aeronautica e Aves

Marco Petrelli
Marco Petrelli

Nato a Terni 37 anni fa, viaggiatore per vocazione, è giornalista e fotoreporter. Nel corso della sua attività di "penna" si è occupato un po' di tutto, anche del Burlesque. Poi l'approdo al mondo militare narrato seguendo gli addestramenti in prima persona. Porterà sempre con sé il ricordo del reportage dal Libano, un Natale trascorso con i militari italiani della Missione UNIFIL. Ha due lauree in Storia, una Moto Guzzi ed una grande passione per la fotografia. Di recente ha pubblicato il suo primo libro "importante": I partigiani di Tito nella Resistenza Italiana (Mursia, 2020). È Ufficiale della Riserva Selezionata dell'Esercito Italiano.

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Cento anni fa, durante un’operazione sul fronte italiano, una pallottola austriaca pone fine alla vita (e alla leggenda) del “Cavallino Rampante” Francesco Baracca, ufficiale di cavalleria transitato ai ranghi del Corpo Aeronautico Italiano, asso degli assi della Prima Guerra Mondiale. In occasione del centenario della scomparsa dell’aviatore romagnolo, abbiamo intervistato il Colonnello dell’Aeronautica Militare Davide Salerno in merito all’attività di uno dei centri di formazione più importanti dell’Arma Azzurra sia in ambito Difesa sia in ambito NATO, il Centro Formazione Aviation English di Loreto (AN). Nell’arco di un secolo, infatti, il mondo del volo si è molto evoluto e non solo nella tecnica degli apparecchi: infatti, il militare dei nostri giorni è un professionista che, al pari dei “colleghi” del mondo civile, è sottoposto ad una formazione continua volta che lo spinge a cimentarsi in forme di addestramento fisico, tecnico-scientifico e di apprendimento di linguaggio, l’aviation english appunto. Un “idioma” importantissimo poiché permette agli equipaggi di velivoli della NATO di coordinarsi durante le esercitazioni o le missioni congiunte, quali ad esempio Baltic Eagle e l’operazione da poco attivata in Montenegro in sostegno ai colleghi della Vazduhoplovstvo i protivvazdušna odbrana (Aeronautica montenegrina). Dinamismo e sensibilità per i nuovi orizzonti della formazione, quindi, ma con i piedi ben saldi nella tradizione che, nell’ambiente militare, rappresenta una vera e propria malta per le Forze Armate mai dimentiche di una ricorrenza o di una commemorazione. E, ironia della sorte, nel centenario della sua morte è stato ricordato dall’Aeronautica con il sorvolo di Lugo da parte delle Frecce Tricolori e dall’Aviazione dell’Esercito con un ciclo di iniziative culturali promosso dal 5° Reggimento “Rigel” di stanza all’aeroporto… “Francesco Baracca” di Casarsa della Delizia (PN). Un nome, Baracca, condiviso dall’Aeronautica e dall’Esercito proprio perché, nella sua natura dinamica e pioneristica, il volo rappresenta un ponte ideale fra la millenaria arte della guerra e il tentativo di costruzione di un futuro fatto di passione e di professionalità al servizio del Paese, tentativo che si palesa tanto nella difesa dello spazio aereo quanto nel sostegno alle truppe e agli interventi in aiuto della popolazione civile. di Marco Petrelli    

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