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Quando i Lancieri Neri incontrarono i Lancieri di Novara ed il gemellaggio con la PAN

Marco Petrelli
Marco Petrelli

Nato a Terni 37 anni fa, viaggiatore per vocazione, è giornalista e fotoreporter. Nel corso della sua attività di "penna" si è occupato un po' di tutto, anche del Burlesque. Poi l'approdo al mondo militare narrato seguendo gli addestramenti in prima persona. Porterà sempre con sé il ricordo del reportage dal Libano, un Natale trascorso con i militari italiani della Missione UNIFIL. Ha due lauree in Storia, una Moto Guzzi ed una grande passione per la fotografia. Di recente ha pubblicato il suo primo libro "importante": I partigiani di Tito nella Resistenza Italiana (Mursia, 2020). È Ufficiale della Riserva Selezionata dell'Esercito Italiano.

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Se avete già letto Frecce Tricolori - 60 anni di volo acrobatico (Giunti, 2021) avrete senz’altro saputo che la Pattuglia Acrobatica Nazionale affonda le sue origini nell’esperienza di pattuglie nate in seno agli Stormi dell’Aeronautica Militare già nel secondo dopoguerra. 

Quasi ogni Stormo, infatti, disponeva di una sua unità acrobatica, ciascuna con nomi peculiari e distintivi: Tigri Bianche, Getti Tonanti, Cavallino Rampante, Diavoli Rossi. Questi ultimi avevano una riserva, costituitasi nel 1957 e diventata poi “autonoma” due anni dopo, i Lancieri Neri.

Nati nell’aeroporto militare di Cameri (NO), i “L.N.” si costituirono in seno alla 2° Aerobrigata che, ironia della sorte, aveva quale stemma un sole nascente ed il Cavaliere di Breus. Già, quel personaggio noto grazie ad una celebre opera del Pascoli: cavaliere, come la specialità alla quale quel nome, Lancieri, si richiamava. 

Sì, ma perché proprio Lancieri?

La nascita di un reparto è da sempre ammantate da aneddoti e da leggende che si affiancano alla storia ufficiale, magari tramandati oralmente, fra vecchie e nuove leve, fra veci e spine talvolta verosimili, altre incredibili ma mai prive di fascino. 

Ecco, l’origine dei Lancieri si muove a in equilibrio fra verosimile ed incredibile. 

Sembrerebbe, infatti, che quel nome sia stato scelto in virtù della vicinanza fra Cameri ed il suo capoluogo, Novara, e che volesse essere un omaggio al Reggimento “Lancieri di Novara” (5°), reparto storico dell’Arma di Cavalleria nonché primo ad essere decorato nel corso delle guerre risorgimentali. Costituitosi nel 1828, il Reggimento partecipava a tutte le campagne del Risorgimento, legando in particolare le sue gesta alle celebri battaglie di Santa Lucia (1848) e di Montebello (1859). 

Vero che negli Anni Cinquanta il Reggimento “Lancieri di Novara” era dislocato in Friuli (dove peraltro ancora oggi ha sede) ma, evidentemente, quel nome e quella specialità, i “Lancieri”, devono aver colpito l’immaginario dei piloti.

Leggenda? Forse, seppure il motto adottato dai “Lancieri Neri” lasci trapelare un dettaglio interessante: 

“La lancia ha sete e dove arriva si abbevera”

Motto quasi più da squadrone di cavalleria che da squadriglia acrobatica…

Comunque, la vita dei Lancieri Neri è breve, seppure ricca di soddisfazioni. Il reparto conquista fama internazionale con la spettacolare esibizione di Teheran del 1959, sfrecciando svoltasi nel ’59 sopra l’aeroporto di Mehrabad e sotto gli occhi dello scià. 

“Formazione da sei velivoli: cigno, esagono, sei di picche, doppio cuneo, triangolo, triangolo rovescio, bomba aperta verso il basso con il 6 a seguire l’11”  scrive lo storico dell’Aeronautica Gianfranco da Forno nel suo Frecce Tricolori - Disegni nel Cielo. Sei Canadair Sabre per 9 piloti in tutto, comandati da un carismatico capitano pilota, il pugliese Andrea Nencha, inseguito Generale di Squadra Aerea e deceduto nel 2004. 

I Lancieri Neri voleranno fino al 1960. L’anno dopo, infatti, le pattuglie acrobatiche sono riunite in una unica Pattuglia, la PAN ovvero le attuali Frecce Tricolori. 

E anche stavolta la cavalleria e il cielo si incontrano ancora per un singolare, quanto cameratesco gemellaggio: Frecce Tricolori e Lancieri… di Novara. Entrambi stanziati a Codroipo, cavalieri e piloti si incontrano (e si legano) alla base di Rivolto, il 22 aprile 1961. 

Leggenda anche questa? No, perché il sito storiadellefreccetricolori.it regala agli internauti una foto che ha dell’eccezionale: i Lancieri di Novara schierati in picchetto d’onore sulla pista e la formazione della PAN in volo, alle loro spalle. E il Tenente Colonnello comandante del 5° Gruppo Lancieri Silvio di Napoli con il basco a tre punte calato in testa mentre se ne sta seduto dietro alla cloche di un FIAT G91, aeromobile simbolo della rinascita e dell’eccellenza della nostrana industria aeronautica postbellica. 

“Un soldato che in ogni occasione si è dimostrato un amico; di più, un fratello per le Frecce Tricolori” scrive Renato Rocchi ne Una Meravigliosa avventura - Storia del Volo Acrobatico, riferendosi al Tenente Colonnello di Napoli. 

Parole che, a sessant’anni di distanza, ti fanno correre un brivido lungo la schiena. C’è tutto: dovere, cameratismo, umanità ed amore per la propria identità.

Parole sincere che siamo felici di riproporre in occasione della Festa dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate. 

Unica nota dolente la recente perdita di un pilota, Paolo Schievano, “Pony 5” nella formazione della PAN dal 1965 al 1967. 

Cieli blu!

Foto da storiadellefreccetricolori.it

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