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L'Esercito: un'eccellenza che diamo troppo spesso per “scontata”

Più di 11.000 militari durante le festività in operazioni all'estero e sul territorio nazionale

Andrea Cionci
Andrea Cionci

Storico dell'arte, giornalista e scrittore, si occupa di storia, archeologia e religione. Cultore di opera lirica, ideatore del metodo “Mimerito” sperimentato dal Miur e promotore del progetto di risonanza internazionale “Plinio”, è stato reporter dall'Afghanistan e dall'Himalaya. Ha appena pubblicato il romanzo "Eugénie" (Bibliotheka). Ricercatore del bello, del sano e del vero – per quanto scomodi - vive una relazione complicata con l'Italia che ama alla follia sebbene, non di rado, gli spezzi il cuore

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“Mobilitiamo l’Esercito”: quando spunta una qualsiasi emergenza al di sopra delle possibilità di gestione, si chiama sempre la Forza Armata.

Come mai? Evidentemente perché è capace di rispondere a eventi e situazioni di emergenza con le reattività ed efficienza superiori tipiche di un’istituzione preposta alla nostra SOPRAVVIVENZA, addestrata a difendere la collettività dalla situazione più estrema: la guerra.

Una realtà di eccellenza, coesa e disciplinata, che gode senza flessioni della fiducia dei cittadini, ma che, troppo spesso, siamo portati a dare per scontata.

A tutti noi sarà capitato, almeno una volta nella vita, di renderci conto che avevamo una persona che, per noi, avrebbe fatto qualsiasi cosa per proteggerci, che ci sarebbe stata sempre e che abbiamo considerato quasi “dovuta”.

Un genitore, un nonno, un amico, una fidanzata … La cui preziosità non siamo stati capaci di apprezzare fino in fondo, se non troppo tardi.

Non è un caso che il motto dell’Esercito sia “Noi ci siamo sempre”, e forse proprio per questa disponibilità incondizionata - che arriva, per giuramento, fino al sacrificio della vita - tendiamo a non considerare fino in fondo il ruolo, la dedizione, gli sforzi migliorativi  (nonostante la cronica esiguità dei fondi), la vita di sacrificio degli italiani con le stellette.

C’è ancora gente che continua a insultare i nostri militari, a vandalizzare monumenti ai caduti (pensiamo a quei ragazzi che, giorni fa, sciavano sulle pendici del sacrario del Monte Grappa), a ripetere slogan vergognosi come “10, 100, 1000 Nassirya” durante le manifestazioni, a fare propaganda contro i simboli e gli anniversari della nostra storia militare, o a prendere in giro gli uomini in mimetica che, pur derogando al loro ruolo e  attività tradizionali, fanno la guardia nelle nostre piazze come deterrente per eventuali attacchi terroristici consentendoci, così, di sorbire il nostro aperitivo, o di muoverci con treni e metropolitana in relativa sicurezza.

Con l’emergenza Covid, abbiamo tutti provato la PAURA, un sentimento che da molti decenni mancava nella percezione collettiva con tale intensità. Diciamo che questa pandemia è stata appena un assaggino di quello che potrebbe essere una guerra vera. Purtroppo, gli ultimi italiani che l’hanno vissuta sono ormai molto anziani e vengono poco ascoltati in famiglia, mentre potrebbero restituirci quel pur istruttivo senso della precarietà del vivere che loro avevano provato da bambini o adolescenti.

Non diamo nulla per scontato: un semplice microrganismo può mettere in ginocchio una nazione. Non ce lo aspettavamo vero? Oggi non ci aspettiamo nemmeno una guerra, ma, facendo i debiti scongiuri, quali garanzie abbiamo che non possa accadere nulla del genere?

Ebbene, per tutte queste incognite c’è un guardiano che veglia su di noi, l’Esercito, insieme alle altre Forze Armate il cui giuramento, lo ricordiamo, è:

«Giuro di essere fedele alla Repubblica italiana, di osservarne la Costituzione e le leggi e di adempiere con disciplina e onore tutti i doveri del mio stato per la difesa della Patria e la salvaguardia delle libere istituzioni».

E allora, se vogliamo fare qualcosa per dire grazie, leggiamo quali siano state - e siano tuttora - le attività degli uomini in mimetica e condividiamo questo elenco sui social per informare tutti i nostri conoscenti.

“Di più insieme” è infatti, il secondo, nuovo, motto dell’Esercito: una mano tesa con discrezione, affetto e amicizia alla società civile per farsi conoscere sempre meglio.

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L’IMPEGNO DELL’ESERCITO NEL 2020

In un 2020 ormai al termine continua senza sosta il lavoro degli uomini e delle donne dell’Esercito, impegnati sia in Italia sia in missioni internazionali all’estero.

Pubbliche calamità ed emergenza Covid

Oltre 3.000 soldati italiani, provenienti da ogni reparto dell’area operativa o logistica dell’Esercito, sono impiegati in decine di missioni a guida ONU, NATO e Unione Europea e stanno operando in diversi teatri di crisi. Più di 7.000 invece sono i militari che in questo momento stanno operando sul territorio nazionale in supporto a cittadini e Istituzioni locali, in attività di concorso a seguito di pubbliche calamità (tra queste le attività volte a fronteggiare l’emergenza epidemiologica in atto) e in supporto alle forze di polizia nel contrasto della criminalità e nella prevenzione di possibili attacchi terroristici.

Addestramento nei paesi in condizione di crisi
Con l’impiego all’estero di assetti operativi, specialistici e logistici, nonché tramite i propri advisors militari, deputati a consigliare e addestrare le Forze Armate di Paesi che versano in situazione di crisi, anche quest’anno l’Esercito ha fornito il suo contributo nella costruzione di quelle condizioni di sicurezza e di sviluppo la cui mancanza è causa di instabilità di molte aree e regioni considerate strategiche per l’Italia. 

Afghanistan

In Afghanistan, il comando del contingente schierato a Herat è affidato alla Brigata Alpina “Julia” mentre da qualche settimana, presso il Quartier Generale della NATO a Kabul, l’Italia ha assunto il vice-comando della Missione Resolute Support.

Libano

La Brigata “Sassari” è invece responsabile del settore ovest della missione UNIFIL, nel sud del Libano e nella capitale Beirut, nell’agosto scorso, è stata condotta l’Operazione "CEDRI", con la quale si è intervenuti con un ospedale da campo dell’Esercito e diversi assetti specialistici in soccorso alla popolazione libanese in seguito alla deflagrazione di 2.700 tonnellate di nitrato di ammonio, che ha devastato la città.

Iraq

In Iraq, i militari dell’Esercito, insieme a componenti di altre Forze Armate, addestrano le Forze di sicurezza curde (Peshmerga) e irachene nell’ambito dell’operazione “Prima Parthica”, mentre attività analoga viene condotta in Somalia, Niger e Mali (con le European Union Training Missions).

Libia

In Libia, il personale che opera presso l’ospedale militare da campo di Misurata, nell’ambito della missione MIASIT, continua a fornire assistenza sanitaria alla popolazione. In Kosovo, dove dal 2013 l’Italia detiene la leadership della missione NATO, il contingente KFOR è attualmente su base 5° Reggimento Artiglieria Terrestre “Superga”. 200 soldati sono impiegati nella missione NATO Enhanced Forward Presence in Lettonia e ulteriori contingenti sono dislocati in altri Paesi e aree del mondo.

Per garantire una rotazione tra i reparti e una presenza costante all’estero, per tutto il 2020 l’Esercito ha addestrato e approntato le proprie unità, fornendo personale specialistico per numerosi altri impegni internazionali e mantenendo operativa un’aliquota di forze facenti parte delle Forze di Reazione Rapida della NATO.

Operazione Strade sicure
Contestualmente, i militari dell’Esercito, congiuntamente alle Forze dell’Ordine, sono impegnati in 53 città nell’ambito dell’operazione “Strade Sicure”, per la vigilanza di installazioni sensibili e il presidio delle principali aree metropolitane del Paese. Nell’operazione si inseriscono le attività condotte in Campania in risposta all’emergenza "Terra dei Fuochi", per la prevenzione e il contrasto di crimini ambientali. Dall’inizio dell’operazione a oggi sono state arrestate complessivamente più di 16.500 persone; oltre 14.000 individui sono stati fermati e più di 26.000 sono stati denunciati a piede libero. Sono stati inoltre effettuati controlli a circa 5 milioni e 300 mila persone e a più di 1 milione e 800 mila mezzi, sequestrati oltre 14.000 veicoli, 1352 armi e quasi 2 tonnellate e mezzo di sostanze stupefacenti.

Emergenza Covid

L’Esercito, inoltre, in stretto coordinamento con le altre Forze Armate, è intervenuto sin dal mese di marzo, allo scoppio dell’emergenza epidemiologica da Covid-19, mettendo a disposizione tutte le capacità e i mezzi necessari per la gestione e il contenimento del virus: dalle sanificazioni di locali pubblici e di culto al controllo di aree e città, sino all’allestimento di ospedali da campo. Attualmente sono circa 1.400 i soldati impiegati nell’ambito dell’Operazione IGEA, avviata nel mese di ottobre su iniziativa del Ministro della Difesa Lorenzo Guerini, volta a incrementare la capacità nazionale di effettuazione di tamponi. Sono stati allestiti Drive-Through-Difesa (DtD) su tutto il territorio e montati ospedali militari da campo ad Aosta, Perugia e Cosenza, mentre medici e infermieri dell’Esercito, presso gli ospedali militari di Milano o del Policlinico “Celio” di Roma, hanno assistito e curato giornalmente i cittadini colpiti dal virus. In questi giorni, l’impegno dell’Esercito, con le altre Forze Armate, prosegue con l’operazione EOS a supporto della campagna di vaccinazione anti-Covid-19. "Voi, amici dell’Esercito Italiano, ci avete dato la lezione di una testimonianza di coraggio che non ha fuggito i pericoli ma spesso è andata a cercare le situazioni più complesse e rischiose, incuranti della fatica e del pericolo”, con queste parole Monsignor Santo Marcianò, Ordinario Militare per l’Italia, ha voluto riassumere l’impegno dell’Esercito in questo 2020 di lotta al Coronavirus.

Calamità naturali
Numerosi, inoltre, sono stati gli interventi dell’Esercito a seguito di eventi calamitosi, condotti in sinergia con la Protezione civile per il soccorso della popolazione e il ripristino della viabilità: dall’alluvione che il mese scorso ha colpito il paese di Bitti, nel nuorese, all’esondazione del fiume Panaro, a Nonantola (MO), in seguito alla quale reparti del Genio sono intervenuti sin dalle prime ore dell’evento per fornire assistenza e far evacuare le persone rimaste isolate. Nell’estate scorsa, l’Aviazione dell’Esercito è stata impiegata nella Campagna Antincendi Boschivi e nella tutela del patrimonio naturale, conducendo missioni per 90 ore di volo e oltre 300 lanci di acqua su roghi che hanno interessato Sicilia, Lazio e Piemonte e altre regioni, per un totale di 300 mila litri sversati.

Mo.SE

Esercito in prima linea anche al Mo.SE. di Venezia: i militari del 7° Reggimento Trasmissioni, stabilmente presenti nella control room della bocca di porto del Lido 3, forniscono supporto costante nelle verifiche di funzionamento e mantenimento della rete di trasporto di dati, consentendo il sollevamento in contemporanea delle 4 barriere mobile protettive dell’importante opera ingegneristica della laguna.

Disinnesco ordigni bellici

In linea con le missioni assegnate alla Forza Armata, nel 2020 gli artificieri dell’Esercito in forza ai reparti del Genio hanno eseguito più di 2.700 bonifiche di ordigni esplosivi e residuati bellici (la maggior parte dei quali risalenti alla Seconda Guerra Mondiale), alcuni di notevole complessità e del peso di centinaia di libbre, come le bombe rinvenute a Mestre, Fiumalbo (MO), Palermo, Bolzano. Negli ultimi 10 anni sono stati oltre 34.000 gli interventi di disinnesco e brillamento portati a termine.

Croazia

L’ultimo intervento, in ordine di tempo, è il concorso alla Protezione Civile fornito dalla Brigata di Cavalleria “Pozzuolo del Friuli” in soccorso alla popolazione colpita dal terremoto in Croazia.

Un impegno dinamico e poliedrico quello dell'Esercito, capace di rispondere a eventi e situazioni di emergenza con una reattività di intervento tipica di una Forza Armata coesa e disciplinata, che nel 2020 si è confermata “faro di tecnologia e innovazione”, tanto per l’introduzione in servizio di nuovi sistemi, quanto per le molte campagne di sperimentazione volte allo sviluppo capacitivo di piattaforme ed equipaggiamenti (tra queste la campagna nel campo della Robotica e dei Sistemi Autonomi, lanciata lo scorso ottobre).

Gli uomini e le donne dell’Esercito continueranno a operare, come hanno sempre fatto, per la difesa e la sicurezza del Paese e dei suoi cittadini, consapevoli dei principi e dei valori peculiari di chi ha scelto di indossare l’uniforme e servire il Paese in armi. Nel ricordare i sui motti, “Noi ci siamo sempre” e “Di più insieme”, l’Esercito augura all’Italia e agli italiani un 2021 di rilancio per tutti.

 

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