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Due pesi e due misure? Ebbene sì. Accettate la legge del “botto per mille”

Andrea Cionci
Andrea Cionci

Storico dell'arte, giornalista e scrittore, si occupa di storia, archeologia e religione. Cultore di opera lirica, ideatore del metodo “Mimerito” sperimentato dal Miur e promotore del progetto di risonanza internazionale “Plinio”, è stato reporter dall'Afghanistan e dall'Himalaya. Ha appena pubblicato il romanzo "Eugénie" (Bibliotheka). Ricercatore del bello, del sano e del vero – per quanto scomodi - vive una relazione complicata con l'Italia che ama alla follia sebbene, non di rado, gli spezzi il cuore

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“Ah, ma allora sono due pesi e due misure!” si ripete spesso ingenuamente a destra di fronte alle patenti e mostruose distorsioni dell’informazione “seria”.

Sì: esatto. Sono proprio due pesi e due misure. Prima lo capiamo, meglio sarà per tutti.

Come ha commentato un autorevole opinionista del Washington Post, “non conta più quello che fai, ma CHI SEI”.

Se i pesi e le misure fossero uguali, ci sarebbe un cordiale scambio di opinioni fra le due grandi macro fazioni di cui abbiamo scritto qui.

E invece no: è GUERRA TOTALE, non certo “a pezzi” come dice Bergoglio, ma ben divisa fra due schieramenti universali.

Qualche esempio? Se sono due picchiatori bianchi (di nome e di fatto) ad ammazzare, a botte, un povero ragazzo di colore, se ne parla per tre mesi. Se ad essere uccisa a martellate e violentata da un immigrato di colore è una donna africana, se ne parla per 3 giorni, a spizzichi e bocconi. Fate un giro sul web e vi renderete conto.

Se a ricevere insulti sessisti sui social è la neo-musulmana Silvia Romano, è un orrore, se altrettanto avviene per la scrittrice catto-conservatrice Costanza Miriano va tutto bene.

Se ad essere leggermente ferita all’occhio dal lancio di un uovo è una ragazza di colore, apriti cielo, se a perdere un bulbo oculare è una donna bionda e italiana per un sasso lanciato da un clandestino di colore, quasi non se ne parla.

E così se a mettere a ferro e fuoco intere città per settimane sono quelli del Black Lives Matter, se ne parla a margine, si discutono le loro motivazioni, si cercano le cause, si comprendono le ragioni del malessere sociale.

Se ad essere accolti dai poliziotti per rovesciare quattro seggiole nella sede del potere Usa sono quattro pittoreschi energumeni, che peraltro incassano 4 morti, è la fine del mondo, l’Apocalisse.

Eppure, molti di questi “salomonici” commentatori, da ragazzi, okkupavano le loro scuole in nome della Democrazzia e della Libbertà. Adesso invece? Siccome a protestare per democrazia e libertà (a torto o a ragione) sono quelli di destra, allora ci si riscopre irriducibili pretoriani del potere costituito. Ma tutti quegli antichi entusiasmi per la Rivoluzione francese, per le Primavere arabe, per la Revoluciòn, adesso dove sono finiti?

Poi abbiamo Mentana che presenta, impacciato, il lanciafiamme di “Project X”, il Batman e la demolizione della statua di Colombo dal Black Lives Matter come filmati provenienti da Capitol Hill, con un preoccupato Gerardo Greco, ospite in studio, che commenta: “Eh, deve essere successo nei sobborghi”. Allora, la domanda è lecita: sicuramente è stato un errore di regìa, ma come mai La7 si tiene pronti in canna proprio quegli spezzoni? Se hanno confuso i filmati, perché non è andato in onda, per esempio, una puntata de “La Casa nella prateria” e invece proprio immagini di proteste e violenze urbane?

Non vi meravigliate: SONO DUE PESI E DUE MISURE DIVERSI. SI’. Finiamola tutti di scendere dal pero.

Per par condicio, almeno, gli altri dovranno accettare che se è pur vero che dei “gomblotti” di Trump sui  brogli abbiamo visto pochino, un dubbio il cittadino se lo fa venire.

Anzi, se si vuole fare tesoro della lezione americana, sarebbe ora che i politici sovranisti nostrani si dessero una svegliata e cominciassero ad attrezzarsi per bene.    

Fate riprendere ogni vostra manifestazione: coi droni, con le telecamere nascoste, identificate chiunque vi partecipi, imponete una severissima disciplina ai vostri sostenitori, utilizzate al massimo la tecnologia e perfino la nanotecnologia, se occorre.

E’ la LEGGE DEL “BOTTO x 1000”: Se a una vostro raduno qualcuno farà scoppiare una miccetta, i media parleranno di “attentati dinamitardi”. Se un ragazzo disegnerà un pisellino sul muro, i giornali scriveranno di “devastazioni della città a sfondo sessista”; se qualcuno sventolerà un tricolore sabaudo, parleranno di “rigurgiti reazionari e antidemocratici”; se un manifestante farà merenda con la banana  scriveranno di “propaganda razzista”; se un altro indosserà un elmo di plastica con le corna o se esibirà un tatuaggio celtico farà scandalo “l’esoterismo nazista”.

Del resto, la tradizione del botto per mille, a sinistra, è vetusta, tale da essere oggetto di ironie e barzellette fin dagli anni ’50.

Abbarbicatevi spasmodicamente alla verità e all'oggettività schiacciante: monitorate tutto perché solo prove inconfutabili possono spazzare via la menzogna. Affidatevi a dei professionisti della comunicazione, magari anche reclutati nelle file avversarie, che fungano per voi da “avvocati del diavolo” suggerendovi in anticipo che tipo di strumentalizzazione verrà fatta di ogni minima sbavatura goliardica. Sotto Carnevale, poi, divieto assoluto, per tutti gli iscritti, di mascherarsi, se non da hot dog o da Teletubby.

E anzi, a dirla tutta, un’ideaccia non sarebbe nemmeno quella di cominciare a premunirsi con criteri di sicurezza massima e futuristica per le prossime votazioni. Se vi propongono di passare al televoto, al voto online o a qualche diavoleria postale, ora sapete cosa rispondere.

 

P.S.

*La foto di testata è uno scherzo, eh... Non ve la prendete troppo.

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