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Rinuncia invalida di Ratzinger: nuove obiezioni al “Piano B”, nuove risposte allo studioso

Andrea Cionci
Andrea Cionci

Storico dell'arte, giornalista e scrittore, si occupa di storia, archeologia e religione. Cultore di opera lirica, ideatore del metodo “Mimerito” sperimentato dal Miur e promotore del progetto di risonanza internazionale “Plinio”, è stato reporter dall'Afghanistan e dall'Himalaya. Ha appena pubblicato il romanzo "Eugénie" (Bibliotheka). Ricercatore del bello, del sano e del vero – per quanto scomodi - vive una relazione complicata con l'Italia che ama alla follia sebbene, non di rado, gli spezzi il cuore

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Lo studioso Riccardo Petroni ha replicato nuovamente su Il Dolomiti QUI  dopo che gli avevamo indirizzato una risposta alla sua presunta “prova da batticuore” circa il fatto che il papa sia sicuramente Bergoglio QUI Come promesso, ospitiamo volentieri le sue contro-argomentazioni, rispondendo punto per punto.

        Egregio Sig. Petroni,

La ringrazio per averci aiutato a diffondere un dibattito - la cui necessità si rende sempre più improrogabile - coinvolgendo addirittura i due inquilini del Vaticano vestiti di bianco. Era esattamente quello che più ci stava a cuore, ovvero un dibattito pubblico nella speranza che qualcuno possa offrire una spiegazione alternativa al cosiddetto Piano B QUI . Visto che stavolta ha deciso di usare un tono più dialogico e cortese, La ospito volentieri, come promesso, qui su “Cose dell’altro mondo”, replicando alle Sue considerazioni. Quanto al fatto che Lei neghi che Cristo fosse il Figlio di Dio e che sia nato da un parto miracoloso, lo scrive Lei stesso sul Suo blog. Opinioni rispettabili; trovo interessante e significativo  che  uno studioso con le Sue posizioni prenda le difese di Francesco, ma finalmente c’è qualcuno che si batte per la sua legittimità.  Onore a Lei.

Torniamo alla questione.

 

Obiezione Petroni 1) Lei, Cionci, scrive che il mio intervento “è chiaramente rivolto alla nostra inchiesta che dura oramai dal 2019 e a tutti i nostri intervistati”. Pur dando atto che Libero si occupa con molta attenzione da anni di questa questione, devo però ricordarle che da tempo la stampa sia nazionale che internazionale ne parla ampiamente.

Risposta 1) Devo contraddirLa, perché il primo giornalista di un quotidiano nazionale, forse a livello mondiale, a scrivere dello studio di Estefania Acosta che Lei citava è stato lo scrivente proprio su Libero. Al momento, chi porta avanti quasi ogni giorno la tesi del Piano B, (ne farei volentieri a meno, mi creda) affinché venga debitamente contestata è – purtroppo - solo il sottoscritto, saltuariamente ospitato da autorevoli vaticanisti come Aldo Maria Valli e Marco Tosatti. Ne ha parlato talvolta anche Silvana De Mari su La Verità, ma per il resto, sulla stampa nazionale, se qualcuno critica Francesco, sul Piano B, ovvero sulla sua legittimità come papa, è silenzio tombale. Quindi non crediamo di aver peccato di narcisismo individuando la Sua frecciatina come rivolta a noi. 

 

Obiezione 2) Le immagini che J. Ratzinger mi ha inviato sono visibilmente di quando era ancora Papa, precedenti al 2015, data nella quale mi ha scritto. Non sono peraltro firmate in forma “olografa”, ma sono immagini “preconfezionate”. Argomentare sulle stesse ed in particolare sul “P.P” da lei cerchiato in rosso, mi pare francamente del tutto pleonastico.

Risposta 2): Nessuno ha detto che le foto fossero state autografate. Era evidente che si trattasse di immagini prestampate, così come la medaglia, certo non fatta coniare nel 2015. E’ stato comunque curioso il fatto che il Santo Padre Benedetto, già da due anni presuntamente emerito, Le abbia inviato, nel 2015, delle sue foto in vesti di papa REGNANTE. Un attacco di nostalgia per la sua passata grandezza? O un sottile messaggio? Certo, le foto e la medaglia non erano una grande indizio a favore della legittimità di Francesco, come non lo era minimamente la lettera di accompagnamento che Lei citava come “prova da batticuore”. Quindi, affermare con quei toni entusiastici che tali elementi dovessero fornire una chiarificazione definitiva – mi perdoni - ma è stato obiettivamente un autogol.

Obiezione 3) Le fonti da lei segnalate le avevo già lette, avendole peraltro già diffuse ad ampia mano i media.

Risposta 3) Allora, se sapeva già tutto, non si spiega il perché della Sua contestazione sul fatto che Ratzinger stesso si definisca "papa emerito" che, come già era stato illustrato, rientra a pieno titolo nel cosiddetto Piano B: una perfetta “copertura” per restare ancora IL papa. QUI

Obiezione 4) Da parte mia invece la invito a leggere quanto ha riportato in data 26.2.2014 il suo collega Francesco Antonio Grana del ''Fatto Quotidiano'' (che anche si occupa molto della questione). Eccolo: “Vaticano. Ratzinger: La mia rinuncia è valida. Assurdo speculare sulla mia decisione. Benedetto XVI rompe il silenzio che si era imposto un anno fa e spiega, rispondendo a una lettera del vaticanista de La Stampa Andrea Tornielli, il motivo delle sue dimissioni a un anno esatto dalla fine del suo pontificato e dall’inizio della Sede Vacante, che sarebbe terminata con la fumata bianca delle 19,06 del 13 marzo 2013, che annunciava l’elezione di Francesco. Dall’ex monastero Mater Ecclesiae dove ha scelto di vivere da “pellegrino” per dedicarsi “ancora di più alla preghiera e alla meditazione”, il Papa emerito ha voluto rispondere alle speculazioni di alcuni media sui motivi delle sue dimissioni e soprattutto sulla loro validità canonica. In modo sintetico ma preciso Ratzinger ha smentito i presunti retroscena segreti della rinuncia.

Risposta 4): Bisogna stare molto attenti a citare chi cita altri. Per esempio, il 27 giugno 2019, Vatican News titolò “Benedetto XVI: il papa è uno ed è Francesco” e poi, come abbiamo scoperto, citavano abusivamente un virgolettato di Massimo Franco (attribuendolo a Ratzinger) che poi è stato smentito dallo stesso Mons. Gaenswein. QUI  e QUI  Quindi bisogna andarci coi piedi di piombo.

A proposito: Lei l’ha visto l’originale della lettera che Ratzinger ha mandato a Tornielli? Noi no e pare nessun altro, oltre a Tornielli. Ma prendiamo per buono quanto riferisce l’attuale capo ufficio stampa vaticano: «Non c'è il minimo dubbio circa la validità della mia rinuncia al ministero petrino» dichiara Benedetto secondo Tornielli. “Ministero”, sì, MA QUALE? Il munus o il ministerium? Perché Lei saprà bene che, nonostante il Vaticano abbia tradotto questi due termini con la stessa parola “ministero”, in latino sono due enti diversissimi, non interscambiabili in modo equivalente. Che lui abbia rinunciato - almeno de facto – all’esercizio del ministerium, ovvero alle funzioni pratiche, non c’è dubbio. Non è un caso che nei libri-intervista di Seewald si parli per lui di dimissioni (Ruecktritt) e mai di abdicazione (Abdankung) termine che viene usato per i papi che rinunciarono davvero. Tanto che il Santo Padre Benedetto in “Ein Leben” ribadisce che le sue dimissioni non hanno nulla a che vedere con la rinuncia di Celestino V. Viceversa, papa Ratzinger ha pubblicato in “Ultime conversazioni” una frase misteriosa: “Nessun papa si è dimesso per mille anni e anche nel primo millennio è stata un’eccezione”. Ne abbiamo trattato QUI e dato che nel I millennio rinunciarono sei papi e quattro nel II, l’unica spiegazione è che lui si riferisca a quei pochissimi papi che hanno rinunciato al ministerium nel I millennio, dimettendosi solo dalle funzioni pratiche - come ha fatto lui - ma senza abdicare. Con quella frase – in mancanza di altre spiegazioni – lui conferma che ha rinunciato alle funzioni pratiche, MA NON HA ABDICATO. E questo è un grosso guaio per Francesco.

Obiezione 5) E la invito anche a leggere quanto ha sempre riportato il “Fatto Quotidiano” in merito alla lettera inviata da J. Ratzinger (firmata di suo pugno) ad Hans Küng, nella quale scrive: “Io sono grato di poter essere legato da una grande identità di vedute e da un’amicizia di cuore a Papa Francesco. Io oggi vedo come mio unico e ultimo compito sostenere il suo Pontificato nella preghiera”. Parole queste confermate, aggiunge sempre “il Fatto Quotidiano”, da Benedetto XVI, che così si è espresso: “Il Professore Küng ha citato letteralmente e correttamente le parole della mia lettera indirizzata a lui”.

Risposta 5): Quindi la conferma della legittimità di Francesco dovrebbe essere affidata al Fatto quotidiano, il quale scrive che Ratzinger ha confermato che la lettura personale che fece il modernista Küng, suo acerrimo avversario, a una sua vecchia lettera, diceva il vero, una lettera che nessuno ha mai letto?

Siamo seri, La prego. Mentre Lei cita questi che in vernacolo romanesco si chiamano “giri di Peppe”, senza lo straccio di un originale, noi riportiamo quello che ha scritto e dichiarato DIRETTAMENTE Joseph Ratzinger in libri pubblicati in tutto il mondo e in documenti pontifici di portata storica.  Lei l’ha mai letta la lettera ad Hans Küng? Chissà cosa c’era scritto fra le righe: magari che lui si era dimesso dal “ministero (ium)”, appunto. Vista la sottigliezza, spesso umoristica, del linguaggio di Benedetto XVI e le distorsioni mostruose che ne vengono continuamente fatte non possiamo assolutamente basarci su elementi riferiti da terze, quarte o quinte persone. L’unico modo per appurare la verità, oggi è un confronto tra cardinali vescovi, canonisti e storici sulla validità canonica della rinuncia e, al massimo, si potrebbe prendere in seria considerazione una dichiarazione pubblica di papa Benedetto in conferenza stampa pubblica e internazionale, in diretta tv, con tutte le garanzie sanitarie e di sicurezza. Quindi, non è che oggi  ce la si può più cavare con una letterina firmata dal tale monsignore a nome di papa Benedetto e magari riferita dal giornalista tizio. Purtroppo la questione si è così caricata di ombre che solo le condizioni di cui sopra (conferenza stampa + sinodo o commissione canonica) potranno fugare ogni dubbio. Peraltro, Lei esclude la possibilità, per quanto remota, che papa Ratzinger possa credere in buona fede di aver abdicato. Ma se la rinuncia è invalida, per il diritto canonico lo è anche al di là della sua volontà. Bisognerebbe semmai chiedergli una rettifica ufficiale, una sanatio che SOLO LUI potrebbe fare, ma tutto quello che ha prodotto Francesco fino ad oggi sarebbe da annullare. Come abbiamo scritto QUI   e come ci ha poi confermato il prof. Sànchez dell’Università di Siviglia.

 

Obiezione 6) Quella suindicata è una presa di posizione chiarissima ed intoccabili sono quelle parole di Ratzinger, anche e soprattutto in virtù dell’Infallibilità del Papa, sacro Dogma della Chiesa, che se venisse negato proprio dai “tradizionalisti”, li renderebbe eretici, quindi scomunicati. E farebbe cadere tutto l’impianto teologico della Chiesa. E ci si troverebbe quindi nell’incredibile e paradossale situazione, che per pudore preferisco non commentare, che da un lato c’è Ratzinger (infallibile) che conferma di non essere più Papa, mentre, dall’altro ci sono i “tradizionalisti” che lo negano, ritenendo di saperne più di lui. L’ho definito e lo confermo che è un “macabro teatrino”.

 

Risposta 6) Ratzinger ha scritto che ha rinunciato all’esercizio pratico del potere, E CHI LO NEGA? C’è qualcuno che ritiene che Ratzinger stia governando a tutti gli effetti, come un’eminenza grigia? No. I SUOI FEDELI CREDONO A QUELLO CHE HA SCRITTO, ovvero che si è dimesso dall’esercizio pratico. Punto. Il canone 332.2 impone che si rinunci al munus petrino affinché l’abdicazione effettiva abbia luogo.

Quindi il problema non è che vengono messe in discussione le parole di Ratzinger dai suoi fedeli, il problema è semmai… che vengono prese ALLA LETTERA, secondo il Diritto canonico! I bergogliani sostengono che sì, Benedetto ha scritto che “rinuncia al ministerium”, ma in realtà voleva dire che “rinunciava al munus”. Ma scherziamo? Loro interpretano, e allora, a questo punto, un’interpretazione vale l’altra, e vale più quella che legge il nero su bianco. E se la rinuncia si presta a varie interpretazioni è dubbia, e se è dubbia, per il diritto canonico è nulla. Come potrebbe infatti un atto così grave come una rinuncia, prestarsi a varie interpretazioni? Di macabro quindi, c’è solo il silenzio tombale di chi dovrebbe dare delle risposte su questioni grandi come una casa e tace.

Obiezione 7) Sotto il profilo strettamente teologico mi permetto poi di farle presente che per i cattolici e tanto più per quelli “tradizionalisti”, il Papa viene eletto in Conclave su “ispirazione dello Spirito Santo”, il quale quindi, seguendo le tesi degli stessi, avrebbe acconsentito all’assurdo sotterfugio di un piano “B” di Ratzinger.

 

Risposta 7) In primis non è vero che “il papa viene eletto su ispirazione dello Spirito Santo”; devo ripeterle quanto dice il Santo Padre Benedetto circa la Sua azione: “L’unica sicurezza che Egli offre è che la cosa non possa essere totalmente rovinata”. Le ricordo che l’art. 675 del Catechismo prevede una prova finale per la Chiesa, un’apostasia e una sorta di aggressione proveniente dall’interno. Una quantità enorme di profezie parlano di un “falso papa”, di un “uomo dell’iniquità”, di un “pastore idolo”, di un “falso Profeta”, di un “vescovo vestito di bianco” e   papa Ratzinger  avrebbe dovuto cedere la Chiesa ai suoi persecutori, a quei lupi di cui parlò fin dall’inizio del suo pontificato senza reagire? Le sembra ragionevole che lo Spirito Santo non possa aiutarlo in un escamotage divinamente geniale (come appare), incruento e mite per difendere un miliardo e 285 milioni di cattolici aggrediti da una lobby massonico-modernista-mondialista come la stranota Mafia di San Gallo, di cui Bergoglio era il campione, come scritto dal primate belga card. Danneels? Le cito le parole del più noto filosofo italiano, il prof. Giorgio Agamben citato da Peter Seewald: la vera ragione delle dimissioni di Benedetto è stata la volontà di risvegliare la coscienza escatologica (riguardante i destini ultimi dell'uomo) dei credenti: “Nel piano divino della salvezza, la Chiesa avrebbe anche la funzione di essere insieme «Chiesa di Cristo e Chiesa dell’Anticristo». Le dimissioni sarebbero una prefigurazione della SEPARAZIONE tra «Babilonia» e «Gerusalemme» nella Chiesa. Invece di impegnarsi nella logica del mantenimento del potere, con la sua rinuncia all’incarico Ratzinger ne ha enfatizzato l’autorità spirituale, contribuendo in tal modo al suo rafforzamento”.

 

Obiezione 7) Poi, se davvero J. Ratzinger avesse meditato e portato a termine un piano “B”, mantenendo l’incertezza su chi è il “vero” Papa (cosa che abbiamo visto non è avvenuta), si sarebbe macchiato di blasfemia e quindi sarebbe lui stesso lo “scomunicato” e quindi “quell’Antipapa”, tanto declamato dai “cattolici super-ortodossi” nei confronti di Bergoglio.

Gesù aveva infatti così detto: “Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no. Il di più viene dal maligno”. E poi: ''Non c'è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Pertanto ciò che avrete detto nelle tenebre, sarà udito in piena luce; e ciò che avrete detto all'orecchio nelle stanze più interne, sarà annunziato sui tetti''. E Ratzinger, come credo di aver fin qui dimostrato, l’ha già detto chiaramente di non essere più il Papa dal giorno della sua rinuncia e quindi è inutile aspettarsi che lo ripeta.

Risposta 7): Ratzinger non ha affatto mantenuto l’incertezza su chi è il papa, dato che ha scritto nero su bianco che lui voleva rinunciare all’esercizio pratico, ma conserva il munus petrino. Da otto anni ripete che il papa è solo uno, senza spiegare quale. Farsi una domanda, no? Ha ammesso che “resta nel recinto di Pietro”.  Ha detto che si è dimesso come i pochi papi che nel I millennio hanno rinunciato alle funzioni pratiche ma non hanno abdicato. Conserva perfino la veste da papa e ci ha offerto una quantità enorme di indizi per farci capire che è ancora il papa. Le serve una raccomandata? L’incertezza non è sua, è nostra, semmai, che, ciechi come siamo, per sei anni non abbiamo visto una balena in una vasca da bagno. Peraltro, bisogna considerare che se lui nel 2013 si è visto licenziare sotto gli occhi il presidente dello Ior, Gotti Tedeschi, a sua insaputa, egli doveva trovarsi in una grave situazione di privazione del potere. E quindi, secondo il Piano B ha agito con mitezza e intelligenza sopraffina, evangelicamente astuto come un serpente, ma candido come una colomba, per salvare la Chiesa intera da nemici potenzialmente anti-cristici, cioè da coloro che negano la divinità di Cristo, come spiega San Giovanni, prospettiva cui ammiccano i modernisti.

Per la morale cattolica, a volte, per salvare delle persone o dei beni da un grave pericolo, si può appena velare la verità senza pronunciare menzogne. Come si fa a dire che il Papa, per salvare la Chiesa avrebbe commesso peccato a escogitare un modo incruento dove gli stessi usurpatori si sarebbero puniti da soli per la loro brama di potere?

Le faccio un esempio colorito: spesso sulla cronaca si legge di donne che, picchiate dal convivente, chiamano la Polizia ordinando la pizza. Un escamotage per chiedere implicitamente aiuto senza mettere in allarme l’oppressore. Stando al suo discorso, questa donna dovrebbe essere incriminata per oltraggio alle Forze dell’Ordine, per aver ripetutamente fatto scherzi telefonici alla Centrale di Polizia.

 

Obiezione 8) Lei mi propone infine di risponderle educatamente. Non vedo alcun motivo per non farlo. Riguardo a quanto sopra, usando gli stessi termini calcistici che ha usato lei, Andrea Cionci, vista anche la recentissima vittoriosa Coppa Europea che ci ha entusiasmato, fatico a vederla “1 a 0” nei miei confronti, per un “sedicente” mio ''autogol'' come ha titolato nel suo articolo, ma le concedo un “1 a 1” e palla al centro. La partita è tutta da giocare e sono ben lieto di leggerla e ascoltarla. Lei al suo fianco schieri pure, come testata di “Libero”, tutti gli studiosi e sapienti che ha citato. Io invece preferisco venire da solo con una copia del Vangelo e degli Atti degli Apostoli in mano.

 

Risposta 8) Lei, nella Sua prima “contestazione kamikaze” come l’ho scherzosamente definita (non me ne voglia) ha utilizzato dei documenti che non solo si sono dimostrati inefficaci al fine di smontare l’ipotesi del Piano B, ma perfino controproducenti.

E le sue nuove argomentazioni, per quanto appena più elaborate, hanno sortito il medesimo effetto, dato che hanno posto in luce le “divine sottigliezze” dell’ipnotico gioco di specchi munus/ministerium che, secondo il Piano B è stato voluto proprio da Ratzinger. Tali gravissime questioni, infine, non si dirimono citando la letterina mandata a questo o a quello, il titolo di un giornale o simili quisquilie, ma con il DIRITTO CANONICO.

La ringrazio per la concessione del tono educato e del punteggio 1 a 1: da parte mia, per sdebitarmi, Le offrirei un 2-0 per doppio autogolAmicus Plato, sed magis amica veritas. Ma alla fine i punti li assegnano i lettori, compresi – magari - quelli più illustri che Lei ha voluto chiamare in causa. Quindi direi, chiudiamola qui.

Ma prima di lasciarLa, Le sottopongo gli stessi interrogativi che ho posto a Massimo Franco, perché è da qui che si deve partire. Dai dati di fatto inspiegabili. Per il futuro, il dibattito potrà essere incentrato solo su contestazioni che si occupino di questi dati di fatto, e solo sul piano del diritto canonico. Il resto conta poco.

La prego di visionarli QUI

Cordialmente,

                                                                                                                                                                                                           Andrea Cionci

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