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Centrodestra sconfitto alle comunali: il patto col Diavolo si paga con l'astensionismo

Andrea Cionci
Andrea Cionci

Storico dell'arte, giornalista e scrittore, si occupa di storia, archeologia e religione. Cultore di opera lirica, ideatore del metodo “Mimerito” sperimentato dal Miur e promotore del progetto di risonanza internazionale “Plinio”, è stato reporter dall'Afghanistan e dall'Himalaya. Ha appena pubblicato il romanzo "Eugénie" (Bibliotheka). Ricercatore del bello, del sano e del vero – per quanto scomodi - vive una relazione complicata con l'Italia che ama alla follia sebbene, non di rado, gli spezzi il cuore

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Ecco fatto: cappotto per il centrodestra. Ora fioccano le solite rancorose recriminazioni sulla scelta dei candidati, sulla campagna elettorale mal gestita, sui media cattivoni, sulle scorrettezze il giorno prima delle elezioni…

No Signori, scusate, ma la dura, durissima verità è un’altra: l’errore è stato sistemico, strategico, non tattico.

Il centrodestra paga il patto col Diavolo di Forza Italia e Lega: l’essere scesi a compromessi, l’aver ceduto alle lusinghe di stare al tavolo del governo coi signori perbene e le baronesse tedesche. In cambio di cosa poi? Di un piatto di lenticchie e della pressoché assoluta irrilevanza politica. Se Forza Italia ormai si occupa solo di beagle e vacui, proibiti sogni presidenziali, Salvini ha pensato di poter campare di rendita sulla Nutella, sui papà e le mamme, su una Bestia social passata da un galoppo di carriera a un trotto azzoppato e caracollante, col suo antico e capace cavaliere gettato nella polvere dai soliti miserabili scandaletti.

La gente amava Matteo quando indossava con baldanza le giubbe della Polizia, quando difendeva i sacri confini della Patria e sfidava i magistrati. E poi? Due ganci giudiziari, un posto fisso al catasto, ed è finito al tappeto, a brontolicchiare qualcosa mentre la Lamorgese, novella Tarpea, spalancava le porte della città all’invasore, ma solo "per constatarne la capacità di accoglienza".

E magari la Lega sperava pure di vincere con un galantuomo come Michetti che, proprio in quanto galantuomo, era handicappato in partenza in una città come Roma.

Non avete ancora capito: la guerra è finale, è ESCATOLOGICA. Bene contro male, verità contro menzogna, Patria contro mondialismo, razionalità contro emotività. Sono due enormi zolle tettoniche che si stanno scontrando, due modelli di pensiero antitetici, due forme spirituali diverse e mortalmente nemiche.

Salvini è, oggi, l’”UNA CUM” della politica. Sapete chi sono gli una cum? Quelli che parlano male tutto il giorno di Bergoglio e poi vanno alle messe celebrate “una cum papa Francisco”. Quelli che per non perdere il posticino in parrocchia, o la comunione domenicale con le pastarelle per il pranzo, scendono a compromessi con qualcosa che, pure, riconoscono come antimaterico. E poi si strappano i capelli perché devono rinunciare a un pezzo dopo l’altro della loro fede.

C’è una legge nella vita, che i cristiani spiegano da duemila anni come ”il castigo divino” e che invece, laicamente, potremmo illustrare come uno “spirito darwiniano di coerenza”: chi è dalla parte giusta e scende a patti col nemico viene purgato a sangue, molto peggio del cattivo originale, il quale, magari, poveretto è così inconsapevolmente. Una dimostrazione sperimentale? Cinquestelle distrutti e Fratelli d’Italia coi razzi.

L’uomo di destra, ma anche quello di centrodestra è attratto come una falena dalla luce, dalla chiarezza, dal rigore, dai valori tradizionali e anche dalla durezza, quando essa è garanzia di incorruttibilità. Ogni pencolamento verso il centro getta ombra. Se scendete a patti col pensiero unico, questo vi manderà in pappa il cervello. Bisogna essere dei professionisti per cavalcarlo, e a sinistra lo sono.

L’elettore di destra non ha tradito, ma non è andato a votare: “Si sono venduti anche loro” ha mormorato tra sé, e siccome è mediamente una persona realizzata, se ne è rimasto a casa pensare ai fatti suoi. (Ora però, soprattutto quello romano, si sciropperà i miasmi malarici della palude piddina per altri cinque anni).

Attenzione; queste comunali sono la campana del Titanic in vista dell’iceberg: o si schizza al timone per mettere “barra tutta a dritta”, oppure preparatevi al botto anche alle politiche, quando magari accetterete perbenisticamente il voto telematico “per motivi sanitari”.   

Non avete idea di chi siano quelli con cui oggi vi state accompagnando.

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