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Il Papa emerito è il Sommo Pontefice (non Bergoglio): papa Ratzinger lo conferma in una lettera inedita

Andrea Cionci
Andrea Cionci

Storico dell'arte, giornalista e scrittore, si occupa di storia, archeologia e religione. Cultore di opera lirica, ideatore del metodo “Mimerito” sperimentato dal Miur e promotore del progetto di risonanza internazionale “Plinio”, è stato reporter dall'Afghanistan e dall'Himalaya. Ha appena pubblicato il romanzo "Eugénie" (Bibliotheka). Ricercatore del bello, del sano e del vero – per quanto scomodi - vive una relazione complicata con l'Italia che ama alla follia sebbene, non di rado, gli spezzi il cuore

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Il 5 ottobre 2019, il vero papa Benedetto XVI ha ricevuto i nuovi pseudo-cardinali nominati dall’antipapa Francesco. Riporta Vatican News QUI: ”Il papa emerito ha ricordato ai nuovi Cardinali il valore della FEDELTÀ AL PAPA”.

E ovviamente Benedetto XVI non spiegava QUALE papa.

Umoristico che l’episodio ci sia stato segnalato proprio da un contestatore, ma succede sempre così.

Ora, se questa appena scoperta è l’ennesima, tipica anfibolia ratzingeriana (frasi che possono essere interpretate in due modi diversi) quello che vi presentiamo IN ESCLUSIVA ASSOLUTA è invece, un prezioso, inedito “SILLOGISMO RETORICO” dal significato assolutamente univoco e inequivocabile. (Come spiega il prof. Gian Matteo Corrias: più precisamente si tratterebbe di un “entitema”).

E’ contenuto in una lettera di papa Benedetto che la nostra lettrice L.P. ha ricevuto un paio di mesi fa, in risposta a una sua accorata missiva nella quale esprimeva al Santo Padre tutta la sua angoscia per “questo momento buio della fede”. La signora ci ha inviato il documento all’email dell’inchiesta: [email protected] .

Ecco dunque il testo della risposta di papa Benedetto inviata il 3 novembre 2021 tramite Mons. Roberto Cona.

“Gentile Signora,

il Papa emerito Benedetto XVI ha accolto la cortese lettera del 21 ottobre scorso con la quale ha voluto indirizzarGli espressioni di filiale affetto. Riconoscente per i sentimenti di devozioni manifestati, il Sommo Pontefice incoraggia a rivolgere con sempre maggiore fiducia lo sguardo al Padre celeste, il cui volto di amorevole tenerezza risplende in Gesù redentore nella certezza che la bontà di Dio tutto dispone per il vero bene di quanti si lasciano condurre dalla Sua volontà, offrendo una decisiva testimonianza di fedeltà e di virtù. Papa Benedetto, mentre assicura un ricordo nella preghiera per Lei e la sua famiglia, invoca su ciascuno la celeste protezione di San Giuseppe e della Vergine Maria, Madre della Speranza, e di cuore invia la paterna Benedizione, pegno di pace e di cristiana fortezza, estendendola volentieri alle persone care”.

Avete colto? Il Papa Emerito È IL SOMMO PONTEFICE! Indiscutibile, perché i due periodi sono incatenati genialmente in modo che sia il medesimo soggetto ad essere riconoscente tanto per “le espressioni di filiale affetto” quanto per i “sentimenti di devozione”.

Nessuna possibilità che il Sommo Pontefice possa essere Bergoglio. Non c’è discussione: il Papa emerito --> è il Sommo Pontefice--> che è Benedetto XVI, come specificato poche righe dopo. E di Sommo Pontefice non può essercene che uno. Punto.

(Per non parlare del fatto che Benedetto XVI non raccomanda MINIMAMENTE alla signora di avere fiducia in “papa Francesco”, ma anzi condivide pienamente il dolore e l’apprensione della fedele, invitandola a guardare a Dio che premia chi dà prova di FEDELTÀ).

Possibile che l’utilizzo del titolo Sommo Pontefice possa essere stato un errore del funzionario? Figuriamoci: si tratta di Mons. Roberto Cona, un fior di diplomatico con lunga esperienza, nominato da Bergoglio nel 2019 assessore per gli affari generali alla Segreteria di Stato QUI 

Il Monsignore certo non può essersi sbagliato su un titolo così importante, tantomeno il 3 novembre scorso, nel pieno di questa inchiesta-querelle notissima. Mons. Cona non ha responsabilità: avrà dovuto certamente trasferire alla signora L.P. le parole esatte che gli ha passato papa Benedetto.

Non avevamo bisogno di una simile conferma in purissimo Codice Ratzinger QUI dato che il Diritto canonico già parla chiaro: il papa emerito non esiste, (infatti stanno cercando disperatamente di creargli una giurisprudenza, QUI ) o meglio, non può che coincidere col papa stesso, dato che Benedetto XVI non ha abdicato, ma si è auto esiliato in sede impedita, (canone 412) dichiarando di rinunciare in modo differito al ministerium (esercizio pratico del potere) e senza ratificare nulla dopo le 20.00 del 28 febbraio 2013.  (Per abdicare avrebbe dovuto fare l’opposto: rinunciare al munus, il titolo divino, in modo simultaneo).

Quindi “emerito” deve essere inteso non come “ex papa” in senso giuridico, bensì come aggettivo qualificativo, nel senso di “legittimo possessore di un titolo e/o diritto acquisito”. Ed è infatti pur necessario specificare che ci sia un papa emerito, perché ci sono due papi: uno che ha il pieno diritto di essere papa, che è infatti Sommo Pontefice, e un altro che non ne ha diritto ed è un antipapa usurpatore.

Non ci credete? Lo spiegava Mons. Gaenswein nel 2016, in un discorso che qualche giorno fa abbiamo decodificato per la prima volta QUI.

 “Come ai tempi di Pietro - dichiarava Mons. Gaenswein - anche oggi la Chiesa una, santa, cattolica e apostolica continua ad avere un unico Papa legittimo. E tuttavia, da tre anni a questa parte, viviamo con due successori di Pietro viventi tra noi – che non sono in rapporto concorrenziale fra loro, e tuttavia entrambi con una presenza straordinaria”.

Che vuol dire? C’è un solo papa legittimo ... ma ce ne sono due viventi. Uhm… Com’è possibile? Ovvio: C'E' UN PAPA LEGITTIMO E UN PAPA ILLEGITTIMO! Non sono in concorrenza perché uno è papa e l’altro no. Ecco perché il Papa emerito è il Sommo Pontefice, ed è Benedetto XVI.

Quindi, a costo di sembrare poco empatici e poco inclusivi con gli aficionados bergogliani, dobbiamo purtroppo ribadire ancora una volta che c’è un papa vero, emerito, Benedetto XVI, in sede impedita, e un antipapa usurpatore, Bergoglio. La verità è questa, c’è poco da fare, ed è argomentata in 54 capitoli di inchiesta che troverete QUI in fondo. (Ma, tanto, chi vuol continuare a credere alla narrativa mainstream, lo farebbe anche se papa Benedetto mettesse uno striscione alla finestra). 

Prima di lasciarvi, permetterci di ricordare con gratitudine uno dei SOLI TRE vescovi (insieme a Mons. Lenga e a Mons. Gracida) che hanno capito e avuto il coraggio di dire la verità in tempi non sospetti: Mons. Luigi Negri, già arcivescovo di Ferrara che, nel 2017, dichiarò pubblicamente: “Benedetto XVI ha subito pressioni enormi. Non è un caso che in America, anche sulla base di ciò che è stato pubblicato da Wikileaks, alcuni gruppi di cattolici abbiano chiesto al presidente Trump di aprire una commissione d’inchiesta per indagare se l’amministrazione di Obama abbia esercitato pressioni su Benedetto. Resta per ora un mistero gravissimo, ma sono certo che LE RESPONSABILITA' VERRANNO FUORI. Mons Negri, volato in Paradiso due giorni fa, era uno dei pochi che ancora aveva il coraggio di proclamare la sua fede, anche se in modo sgradito per il pensiero unico.

Ci resta la consolazione di avergli inviato regolarmente gli articoli della nostra inchiesta, forse confortandolo nei suoi ultimi mesi.

Eccellenza, aveva ragione Lei: è venuto fuori tutto.

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