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Codice Ratzinger: il libro-inchiesta. Benedetto XVI papa legittimo, Bergoglio illegittimo. Papa Francesco non esiste

Andrea Cionci
Andrea Cionci

Storico dell'arte, giornalista e scrittore, si occupa di storia, archeologia e religione. Cultore di opera lirica, ideatore del metodo “Mimerito” sperimentato dal Miur e promotore del progetto di risonanza internazionale “Plinio”, è stato reporter dall'Afghanistan e dall'Himalaya. Ha appena pubblicato il romanzo "Eugénie" (Bibliotheka). Ricercatore del bello, del sano e del vero – per quanto scomodi - vive una relazione complicata con l'Italia che ama alla follia sebbene, non di rado, gli spezzi il cuore

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Missione compiuta: il mosaico è finalmente ricomposto. Non è stato facile: due anni di studio, circa 800 ore di lavoro (e non poche di insonnia) per produrre oltre 200 articoli. L’intera inchiesta è oggi disponibile in un volume di 340 pagine, “Codice Ratzinger” (ByoBlu edizioni, 2022), per chiarire finalmente la Magna Quaestio sui cosiddetti “due papi”.

Nonostante la laboriosa, ma logica ricostruzione, tutto, alla fine, si è rivelato semplice e adamantino: papa Benedetto, costretto a togliersi di mezzo dai poteri globalisti e dalla fronda ecclesiastica modernista che sosteneva Bergoglio, nel 2013 non ha affatto abdicato, ma ha “messo alla prova” i suoi nemici con una candida, sincera dichiarazione in cui, rinunciando all’esercizio del potere, si ritirava in sede impedita, uno status canonico dove il papa è prigioniero e impossibilitato a comunicare liberamente. Così, egli è rimasto il papa a tutti gli effetti, benché contemplativo e privato della facoltà di governare, e i suoi nemici, accecati dalla brama di potere, arraffando il primo atto che parlasse di “rinuncia”, si sono scismati e annullati da soli convocando un conclave nullo a papa né morto, né abdicatario.

Si svela così il mistero del doppio papato: “una sorta di ministero allargato” fra due papi, sì, ma uno legittimo-contemplativo (Benedetto XVI) e l’altro illegittimo-attivo (Bergoglio). Per distinguersi dall’antipapa, Benedetto è, dunque, l’”emerito”, non “il papa in pensione” (giuridicamente impossibile e, infatti, inesistente), ma “colui che merita”, che “ha diritto” di essere papa, dal verbo emereo.

Chi lo dice? Intanto, una ventina di specialisti, teologi, canonisti, giuristi e latinisti che hanno tradotto correttamente la Declaratio dal latino, dove il verbo vacet non sta per “sede vacante”, bensì per “sede vuota”; ma soprattutto è lo stesso papa Benedetto che lo spiega con un linguaggio estremamente preciso, ma sottilmente logico, dovuto al fatto che, essendo giuridicamente in prigionia, non può parlare liberamente. E’ quello che abbiamo chiamato “Codice Ratzinger”, uno stile comunicativo che ricalca in modo totale quello di Gesù coi suoi nemici ed è destinato a chi “ha orecchie per intendere”.

Ma allora quegli abbracci con Francesco? Benedetto XVI, Vicario di Cristo, ama Bergoglio come Gesù amava Giuda, tanto che il Salvatore, fino alla fine, cercò di salvare l’anima all’apostolo traditore.

Se fosse davvero “ex papa”, papa Benedetto non avrebbe dovuto smentirci? Certo, ma quando ci ha risposto per lettera non lo ha fatto. Anzi. 

Il tutto vi sembra scioccante?  Avete ragione: LO È, ma quante cose scioccanti sono avvenute nella storia? Potrebbe confortarvi il fatto che, un mese dopo la scoperta della sede impedita, i canonisti di Bologna hanno costituito – guarda caso - un gruppo di studio “sul papa emerito e il papa impedito”. QUI  .

Voi stessi potrete verificare se l’inchiesta sia o no prodotta sulla base di prove, documenti, fatti assolutamente incontestabili. Fino ad oggi, le uniche contestazioni pervenute hanno riguardato infantili storpiature del cognome dello scrivente, insulti gratuiti e considerazioni circa il fatto che Ratzinger a 78 anni non avesse ancora ben capito il ruolo del papa.

Eppure, nihil sub sole novum: di antipapi ce ne sono stati 40 nella storia ed è inutile che Bergoglio si affanni a nominare cardinali, del tutto invalidi, ovviamente, per garantire la successione di uno come lui. Non eleggerebbero che un altro antipapa.

Possiamo dirvi che se si trattasse di un’invenzione, di un romanzo alla Dan Brown, sarebbe il più straordinario, incredibile capolavoro della narrativa di tutti i tempi, in quanto sarebbe riuscito a organizzare CENTINAIA di dati casuali, di dichiarazioni “distratte” di papa Ratzinger in un disegno perfettamente sovrapponibile alla Declaratio, al diritto canonico, alla teologia, al latino, all’attualità e alla storia ecclesiastica. Non siamo romanzieri così bravi: qui di genio ce ne è uno solo ed è il Santo Padre Benedetto XVI, uno dei più grandi pontefici della storia, ancora quasi totalmente incompreso.

Il Codice Ratzinger è uno straordinario linguaggio di verità essenziale, di ultra-trasparenza: affrontarlo è una vera “ESPERIENZA DI CONVERSIONE”, alla fede o alla logica, a seconda della propria predisposizione. Benedetto XVI è riuscito – incredibilmente - ad essere sempre perfettamente sincero, dominando la parola, perfino in una situazione che lo avrebbe giustificato a simulare.

E’ esattamente l’opposto di quella “fake news sapiente”, o “stregoneria colta” di cui ha parlato Bergoglio il 25 maggio, proprio nel giorno dell’uscita del libro. E’, piuttosto, la Logica, il Logos: la ragione che svela la verità.

Il merito storico di aver dato spazio all’inchiesta, in un clima di cupa e opprimente censura mediatica, si deve innanzitutto a Libero e a ByoBlu, poi a RomaIT, La Finanza sul web, Radio Libertà, Databaseitalia.it e Radio Radio. Ma ogni giorno di più spuntano nuove testate e blog che si interessano della questione e il dibattito è finalmente approdato negli Usa. Impensabile, fino all’anno scorso.

Il libro-inchiesta è così organizzato: una parte di contesto in cui si documentano i nemici interni ed esterni alla Chiesa di papa Benedetto e la sua situazione di impotenza a governare. Poi viene illustrato l’aspetto canonico, in modo divulgativo, anche se con delle note approfondite per “specialisti”, con tutti gli scenari per il dopo-Benedetto XVI o il dopo-Bergoglio.

Una grossa sezione è dedicata al Codice di papa Ratzinger, ovvero alle decine di frasi in cui lui stesso spiega esattamente come si sia ritirato in sede impedita. La quantità degli esempi costituisce una vera “enciclopedia di evidenze” come l’ha definita ieri, efficacemente, Fra Alexis Bugnolo QUI 

Si viene a creare, così, una tenaglia logica implacabile: chi si illude di poter confondere le carte sull’aspetto canonico, deve fare i conti con quello che spiega lo stesso Benedetto XVI in Codice Ratzinger; chi ritiene che tali messaggi siano solo casuali, frutto di distrazione o di “scarsa preparazione culturale” (!) del papa-teologo, deve confrontarli con l’assoluta, costante aderenza all’aspetto canonico descritto. Non se ne esce.

C’è poi una sezione dedicata alla “resistenza” cattolica, praticamente sconosciuta al grande pubblico, con i vescovi Lenga, Gracida, Viganò, don Minutella, don Bernasconi e tanti altri ecclesiastici che hanno detto la verità pagando un caro prezzo; poi diversi capitoli che affrontano il “tabù” della Magna Quaestio: come questa realtà venga rifiutata, osteggiata, manipolata e nascosta dai media mainstream, dal clero e dagli intellettuali laici e cattolici, persino – incredibilmente – da quelli tradizional-conservatori.

Una parte significativa del libro spiega come Bergoglio, oltre a non essere papa, non sia nemmeno cattolico, ma anzi, del tutto anticattolico, come emerge dal tentativo di rovesciamento dottrinale posto in essere secondo una tecnica sottile, “overtoniana”, e un potere mediatico che si giova della manipolazione emotiva delle masse.

“Codice Ratzinger” non è un libro su Francesco, ma il focus sull’antipapa e sulla sua particolarissima spiritualità spiega ancora una volta come e perché Benedetto XVI abbia per forza dovuto ricorrere al piano di emergenza - preparato da 30 anni - per salvare la vera Chiesa.  Inoltre, tale fatto avvalora – che si sia credenti o meno - il dogma dell’infallibilità papale: Francesco può permettersi di sconvolgere la fede cattolica e di compiere continue gaffe perché non è il papa, non ha il munus, l’investitura divina che resta al Santo Padre Benedetto XVI.

Il libro, scritto sia per laici che per credenti, svela la più grande impostura degli ultimi secoli: pertanto, continuerà a essere ignorato dal mainstream, statene certi. La tecnica base è fingere di ignorare la questione perché sarebbe estremamente rischioso aprire il dibattito.

Poco male: la verità si impone da sola e sta già dilagando nel mondo. Ne vedremo delle belle.

Un sentito grazie a tutti i lettori che hanno contribuito con il loro incoraggiamento, i suggerimenti utilissimi inviati all’email dell’inchiesta [email protected] e per le traduzioni in lingua straniera degli articoli fin qui realizzati.

Avete dato vita alla prima “inchiesta partecipata” della storia, in difesa del vero papa e della vera Chiesa.

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