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“Gesù si è fatto serpente, si è fatto diavolo”: dove mirano le frasi-choc di Bergoglio

Andrea Cionci
Andrea Cionci

Storico dell'arte, giornalista e scrittore, si occupa di storia, archeologia e religione. Cultore di opera lirica, ideatore del metodo “Mimerito” sperimentato dal Miur e promotore del progetto di risonanza internazionale “Plinio”, è stato reporter dall'Afghanistan e dall'Himalaya. Ha appena pubblicato il romanzo "Eugénie" (Bibliotheka). Ricercatore del bello, del sano e del vero – per quanto scomodi - vive una relazione complicata con l'Italia che ama alla follia sebbene, non di rado, gli spezzi il cuore

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“Gesù si è fatto serpente; Gesù si è fatto diavolo”. Secondo voi chi ha detto queste frasi: 1) la teosofa esoterista Madame Blavatsky 2) il mago occultista Alesteir Crowley 3) il cantante rock Marilyn Manson.

No. E’ stato Jorge Mario Bergoglio, in arte “papa Francesco”, il vescovo che, in seguito a un conclave illegittimo, ha usurpato il trono di Benedetto XVI, unico vero pontefice attualmente in sede impedita, come dimostrato - oltre ogni evidenza - in “Codice Ratzinger” (Byoblu ed. maggio 2022) saggio-bestseller in Italia che raccoglie la biennale e mai smentita inchiesta condotta su questa pagina.

Se non ci credete controllate voi stessi sul sito vaticano QUI  : la frase sul serpente è uscita durante l’omelia per la celebrazione ad Astana, capitale del Kazakistan, dove si è da poco tenuto, in gran silenzio mediatico, il congresso multireligioso all’insegna del sincretismo massonico più spudorato QUI  . Un appuntamento in cui si sono poste le basi per la mega religione globalista per il Nuovo Ordine Mondiale con un documento ossessivamente incentrato sulla “fratellanza” umana, mutuata di peso dalla fratellanza universale dei liberi muratori. Ricordiamo a tutti che la massoneria è l’antimateria rispetto al Cattolicesimo, il nemico n.1, l’alternativa speculare e anticristica per eccellenza, condannata in oltre 500 pronunciamenti ufficiali della Chiesa.

Ecco le testuali parole dell’antipapa durante la pseudo-omelia di Astana: “Gesù si è «fatto peccato» a nostro favore, Gesù che sulla croce – potremmo dire – «si è fatto serpente» affinché, guardando a Lui, possiamo resistere ai morsi velenosi dei serpenti maligni che ci assalgono”.

Attenzione: secondo il “codice Bergoglio”, QUI tecnica anche detta della “goccia d’arsenico nel vasetto di marmellata”, nei suoi discorsi ci sono 99 affermazioni giuste e poi la 100esima è quella devastante, che fa saltare tutto, oppure è il senso generale del discorso che porta fuori strada, attaccandosi a qualche impalpabile lacerto della Tradizione.

Questa cosa che “Gesù si è fatto peccato” a Bergoglio piace un sacco, la ripete ogni tre per due: una volta, il 14 febbraio 2021, mentre ribadiva il concetto dalla finestra del Palazzo Apostolico, una folata di vento gli ha fatto volare in faccia il vessillo pontificio QUI  .

Eppure, tale frase in realtà è teologicamente corretta. Si trova nella II lettera di San Paolo ai Corinzi: “Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore, perché in lui noi potessimo diventare giustizia di Dio”. Il senso è che Dio ha trattato Gesù Cristo come se fosse stato il più grande peccatore di questo mondo perché Lui si è fatto carico di tutti i peccati dell’uomo.

Sulla base di questo insegnamento paolino, Bergoglio  si appoggia per ordire un concetto ardito, ma per nulla casuale. Ecco il percorso: nell’Antico testamento si narra di quando gli Israeliti in viaggio verso la Terra Promessa furono attaccati da serpenti velenosi. Allora Dio disse a Mosé: «Fatti un serpente e mettilo sopra un’asta; chiunque sarà stato morso e lo guarderà, resterà in vita» (Nm 21,8).

E così Gesù nel Vangelo spiega: «Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna» (Gv 3,14-15).

Sulla base di questo, Bergoglio spinge l’acceleratore  afferma che quindi “Cristo si è fatto serpente”. Una frase recuperata da una riflessione di San Gregorio di Nissa riferita però a un’altra situazione. Bergoglio omette opportunamente di dire, che col passare degli anni, il serpente di bronzo divenne un idolo e né i sacerdoti, né i profeti riuscirono a sradicarne il culto finché il re Ezechia di Giuda (716 a.C. - 687 a.C.), lo distrusse. Ecco cosa si legge nel II Libro dei Re, 18.4: “(Ezechia) soppresse gli alti luoghi, frantumò le statue, abbatté l'idolo d'Astarte, e fece a pezzi il serpente di bronzo che Mosè aveva fatto; perché fino a quel tempo i figli d'Israele gli avevano offerto incenso”.

L’antiomelia di Astana riprende pari pari quella del 4 aprile 2017 dove Bergoglio, ancor meglio, aveva citato il serpente «come memoria di colui che si è fatto peccato, CHE SI E' FATTO DIAVOLO, serpente, per noi; si è abbassato fino ad annientarsi totalmente». Non ci credete? Controllate sul sito vaticano QUI 

Come leggete, un conto è fare riferimento al gesto di Mosé che innalzò il serpente, per qualche tempo salvifico, e un conto lanciarsi nella ardita affermazione per cui Cristo si sarebbe fatto diavolo. E’ vero che nei primi tempi del Cristianesimo Gesù veniva raffigurato come un serpente crocefisso, ma questa iconografia venne opportunamente abbandonata proprio per il significato ambiguo con quello del diavolo. E non è un caso che OGGI il serpente in croce sia un SIMBOLO OCCULTO, della magia nera, quando non palesemente attribuito all’Anticristo.

 

Per Bergoglio, dunque, GESÙ SI È FATTO  DIAVOLO.

Ma come mai queste uscite così inutilmente "spinte"? Nulla è per caso con Bergoglio. Mentre il 99% delle persone è imbambolata dalla sua ipnosi emozional-massonico-buonista, mentre gli “una cum” continuano a non VOLER capire nulla per non perdere i propri privilegi materiali, solo in pochi, pochissimi riescono a cogliere la strategia che si cela dietro queste “fughe in avanti”. Come abbiamo già evidenziato, Bergoglio non è papa, perché Benedetto XVI non ha mai abdicato, ma è impedito: in ottica di fede non ha quindi l’assistenza dello Spirito Santo nel magistero ordinario (art. 892 CCC) e dice, conseguentemente, ciò che vuole. Non è cattolico, ma ha una spiritualità subdolamente inversiva con la quale sta contaminando il Cattolicesimo. Ne abbiamo dato ampia dimostrazione QUI  nei sottili cambiamenti fatti nel messale, dove, ad esempio, perfino con una virgola è riuscito a ribaltare di 180° il senso teologico del Gloria.

Bisogna comprendere la strategia generale per inquadrare queste continue frasi choccanti che manipolano la Tradizione.

Il criterio è quello di rovesciare completamente – ma impercettibilmente -la missione del Cattolicesimo: da che esso doveva convertire tutte le genti, oggi deve diventare un macrocontenitore di tutte le religioni che vengono frullate tutte insieme per fare un pastone pseudospirituale da dare in pasto all’uomo nuovo suddito di quel Nuovo ordine mondiale di cui ha recentemente parlato il card. Mueller QUI  

Ora daranno del complottista anche al card. Mueller, ma Sua Eminenza - che ritiene Francesco legittimo papa senza però fornire spiegazioni QUI - forse non rammenta che addì 15 marzo 2021, il suo capo ha dichiarato esplicitamente al quotidiano La Stampa: “Sprecheremmo la crisi chiudendoci in noi stessi. Invece, edificando un NUOVO ORDINE MONDIALE basato sulla solidarietà, studiando metodi innovativi per debellare prepotenze, povertà e corruzione, tutti insieme, ognuno per la propria parte, senza delegare e deresponsabilizzarci, potremo risanare le ingiustizie”. QUI  

Ebbene, siccome le religioni sono divise da concezioni della vita ultraterrena molto diverse, se non completamente inconciliabili, l’obiettivo di Bergoglio è quello di puntare i riflettori sulla dimensione materiale, la terra, con tutte le carabattole ecologiste sponsorizzate dai poteri forti. Sulla gestione del materiale, almeno ci si potrà mettere d’accordo: raccolta differenziata, energie rinnovabili e paccottiglia gretina assortita. E qualcuno dovrà pur gestire l’emergenza ecologica, magari qualche gruppi di saggi “anziani” apolidi: i soliti del “capitalismo inclusivo”.

Non è un caso che Bergoglio e lo pseudo-cardinale Zuppi parlino insistentemente di CONVERSIONE ECOLOGICA. Ma una volta non era la conversione al Vangelo?. Da San Paolo al ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani del governo Draghi (guarda caso).

Ecco che la figura della Madonna, da Madre del Cielo, grazie al lavorio subliminale e incessante di Francesco diventa la Madre terra, da qui la Pachamama intronizzata in S. Pietro, il presepe pachamamico di Chopcca, QUI  , la Nonna Ragno degli Inuit (sempre la madre terra) QUI  e poi la Maria che scioglie i nodi, una finta figura mariana citata nei libri di magia (cfr. “Pillole di Magia” di M. Chiarelli) che raffigura sempre la solita Grande Madre (terra) e propone il rito magico dei nove nodi.   

Ora, il dettaglio non trascurabile è che in questo tipo di visioni magico-esoteriche, il serpente è il figlio della Madre Terra perché il rettile vive nei buchi del terreno, si acquatta sotto le pietre etc. E così, piano piano, tramutata Maria Vergine nella Madre Terra, QUI   anche Cristo comincia ad essere assimilato da Bergoglio a un serpente, figlio della Madre Terra. E siccome la Pachamama è l’anti-Madonna, chi sarà mai il serpente figlio dell’anti-Madonna? Avete qualche idea? Un serpente che “seduce tutta la terra" (Apocalisse 12,9). Rovesciamento completato, unione degli opposti esoterica compiuta.

Ora, visto che Bergoglio segue pedissequamente un’agenda le cui tappe sono state messe nero su bianco da qualche millennio, ci permettiamo una piccola previsione. Presto antipapa Francesco ci presenterà un grande personaggio laico, che porterà la pace (questo “sommo bene” terreno che non ha nulla a che vedere con la pace di Dio) e che “parlerà sei volte meglio” di Cristo, probabilmente avrà delle straordinarie capacità e un fascino irresistibile.

 Scusate la lunghezza di questo articolo, ma comprendete bene per quale motivo sia assolutamente indispensabile salire sui tetti e gridare al mondo che il vero papa è Benedetto XVI e si trova in sede impedita. Fatelo ORA, prima che sia troppo tardi.

 

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