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Lettera falsa. Codice Ratzinger di Gänswein: Benedetto XVI non celebra con Bergoglio

Andrea Cionci
Andrea Cionci

Storico dell'arte, giornalista e scrittore, si occupa di storia, archeologia e religione. Cultore di opera lirica, ideatore del metodo “Mimerito” sperimentato dal Miur e promotore del progetto di risonanza internazionale “Plinio”, è stato reporter dall'Afghanistan e dall'Himalaya. Ha appena pubblicato il romanzo "Eugénie" (Bibliotheka). Ricercatore del bello, del sano e del vero – per quanto scomodi - vive una relazione complicata con l'Italia che ama alla follia sebbene, non di rado, gli spezzi il cuore

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Pietosi tentativi in difesa del sedicente papa Francesco: una lettera falsa su carta intestata del segretario del Papa, Benedetto XVI, a un sacerdote seguito da centinaia di migliaia di fedeli in tutto il mondo, don Minutella. Nulla è apparso sui giornali mainstream, ovviamente. La velina è “non affrontare minimamente la Magna Quaestio dei due papi”: ce lo possiamo permettere solo su Libero, la cui inchiesta “Codice Ratzinger” (pubblicata da Byoblu) sarà presentata ancora il 13 novembre a Gubbio, il 19 a Cosenza e il 27 a Catania per spontanea iniziativa dei cittadini che hanno coperto tutte le spese.

La trasmissione di ieri sera con don Minutella, QUI  sul canale Radio Domina Nostra, dedicata alla scottantissima faccenda, era attesa da migliaia di utenti, ma pochi minuti dopo l’inizio si è registrato un improvviso, inspiegabile e inedito CALO DI CONNESSIONE proprio – e solo - nel “tunnel” collegato a Youtube. Giusto giusto, eh?

Ma anche dal fango nascono i fiori e questo “disservizio” ha prodotto solo un grande aumento della curiosità per la trasmissione che andrà di nuovo in onda - salvo altri strani “incidenti” – oggi pomeriggio alle ore 18.30. QUI 

Vi riassumiamo brevemente il giallo della lettera falsa che è stato illustrato nei dettagli su RomaIT QUI  , con tutte le immagini dei documenti e dei rilievi.

Il giorno 7 novembre, don Minutella ha ricevuto per raccomandata una lettera da un presunto Mons. Gaenswein, dove l’arcivescovo segretario di papa Benedetto XVI gli scriveva: “Il Papa emerito ha sempre celebrato la Santa Messa “in unione con il nostro Papa Francesco”, suo Successore, al quale ha promesso pubblicamente “devota e incondizionata obbedienza”. Lei è in grave errore, come prova la pena della dimissione dallo stato clericale che Le è stata irrogata e che la Chiesa molto raramente infligge. Il Santo Padre emerito assicura preghiere per il Suo ravvedimento”.

La mattina dell’8, don Minutella ha reso pubblica QUI  questa lettera-doccia fredda, (che comunque non avrebbe cambiato la realtà canonica) esprimendo però alcuni dubbi sulla sua autenticità. A caldo, lo scrivente ha notato su RomaIT QUI  che era palesemente un falso: il mittente, un ridicolo “Sg. Pe” che avrebbe dovuto essere un “Segretario del papa emerito” è inesistente, come hanno confermato dalle poste della Santa Sede. Ovviamente, dato che la lettera era una raccomandata, doveva essere consegnata a mano a un impiegato vaticano che si sarebbe insospettito per una intestazione farlocca della Segreteria di Stato, o di altro indirizzo istituzionale da cui scrive Mons. Gaenswein di solito, per una missiva inviata al notissimo don Minutella. Invece, un “Sg. Pe” poteva anche passare, ad esempio, per le innocue iniziali di un privato.

Deridendo la pur ovvia considerazione, il sito bergogliano Aleteia ha dato al sottoscritto dello “scrivano complottista”, QUI   mentre i sedevacantisti su Radio Spada sogghignavano su Telegram annoverando in una “baia del “pattume”, con ogni probabilità, anche il Santo Padre Benedetto XVI in qualità di “neomodernista n. 2”. QUI 

(Dovrebbero essere i “cattolici super-ortodossi”, vi rendete conto?).

Ma il popolo del vero Sommo Pontefice ha ruggito e si è mobilitato: in tanti hanno inviato all’email dell’inchiesta [email protected] documentazione e analisi sui file che erano stati subito pubblicati sul proprio sito “L’Isola di Patmos”, QUI in modo trionfante, da don Ariel Levi di Gualdo, prete noto in tv, acerrimo nemico di don Minutella che, oltre ad attaccare pesantemente, da anni, il teologo siciliano, insiste da mesi come papa Benedetto celebri (secondo lui) la messa in comunione con Francesco. Levi ha sostenuto di aver ricevuto, da “una fonte di cui non rivelerà mai il nome”, copia” del documento.

Come hanno notato molti fedeli, le firme di Mons. Gaenswein erano false, uguali, riprese da una lettera del 2014 disponibile QUI  sul web e ripassate furbescamente col pennarello.

Ma a cassare definitivamente la questione, anticipando, di poco, la nostra pubblicazione di questi rilievi, la notizia apparsa ieri mattina sul sito tedesco Kath.net riportato correttamente da Marco Tosatti QUI  che inizialmente aveva pubblicato l’articolo di Levi di Gualdo.

Così Kath.net cita le parole di Mons. Gaenswein: “Sono lieto di rispondere alla sua richiesta, e con fermezza: LA LETTERA È UN FALSO E UNA MENZOGNA: Fake news pure e semplici!". Il segretario privato del Papa emerito Benedetto XVI, è molto chiaro nella sua risposta a una richiesta della stampa di kath.net […]. Il tono chiaro della risposta dell'arcivescovo Gänswein permette di concludere che Gänswein è decisamente infastidito dalla deliberata falsificazione di una lettera del genere. Inoltre, il destinatario della lettera non deve essere automaticamente il falsario”.   (?)

“La lettera è un falso e una menzogna”: come hanno notato diversi lettori, ormai avvezzi al Codice Ratzinger è una frase dal significato ben preciso. Non solo la lettera è una falsificazione, ma CONTIENE ANCHE UNA MENZOGNA, cioè che papa Benedetto celebri in comunione con Francesco e che sia addolorato per quello che stanno facendo don Minutella e gli altri sette eroici sacerdoti del Sodalizio Mariano, a lui fedeli.

Se fossimo nel Metaverso di Zuckerberg, dove Francesco è il vero papa e Benedetto abdicatario, Gaenswein avrebbe almeno dovuto dire: “Sì la lettera è un falso, ma è comunque vero che papa Benedetto celebra in unione con Francesco”, oppure solo “La lettera è un falso”. E invece no. E questo perché papa Benedetto celebra in unione con se stesso, vero papa.

Lo sappiamo da quel che rispose sul tema, qualche settimana fa, QUI  l’arcivescovo Gaenswein al sacerdote bergogliano don Willibald: “Papa Benedetto non ha mai menzionato nessun altro nome nel Canone della Messa. Non ha mai nominato se stesso nel Canone”.

Geniale. Ciò che balza subito agli occhi è che Mons. Gänswein  NON DICE LA COSA PIÙ IMMEDIATA E INEQUIVOCABILE, cioè: “papa Benedetto celebra in unione con papa Francesco”. Piuttosto, usa un perfetto giro di parole: Papa Benedetto “non ha mai menzionato nessun altro nome”, ma rispetto a quale? Al suo nome o a quello di Francesco? NON VIENE CHIARITO, come leggete. Piuttosto, specifica subito dopo che “non ha mai nominato se stesso” nel canone, e infatti è così: mentre un ecclesiastico normale, quando celebra messa, deve nominare il pontefice (“in unione con il nostro papa Benedetto”). Il papa, invece, quando celebra messa, lo fa in unione con se stesso secondo la formula “IN UNIONE CON ME, TUO INDEGNO SERVO”. Quindi il papa NON NOMINA NESSUN NOME nel canone della Messa, nemmeno il suo.

Capite bene, infatti, che la clamorosa elusione della frase più diretta ed esplicita cioè “celebra in unione con papa Francesco”parla da sola, affermando clamorosamente, anche se in modo indiretto, che Benedetto celebra in unione con se stesso, e non con l'antipapa Francesco. Questo lo capiscono tutti, tranne chi è in patente malafede.

A tal proposito, prendendo spunto dall’assurdo commento finale di Kath.net, Giovanni Marcotullio di Aleteia, testata già nota per gli scorrettissimi metodi dialettici già visti  QUI  , ha ventilato addirittura che potesse essere stato lo stesso don Minutella a produrre falsamente la lettera (!). Leggete QUI 

Non è che si sono scusati per aver frettolosamente infangato una persona vittima di reati da Codice Penale (sostituzione di persona e falsa scrittura). Anzi, hanno pure cercato di addossargli la colpa. Non parliamo, poi di scusarsi con lo scrivente per lo sprezzante epiteto “scriba di don Minutella”. (Peraltro gli scribi, nella Bibbia, sono gli intellettuali istituzionali, proni al potere religioso costituito, proprio come Marcotullio, e non certo i latori di posizioni eterodosse).

Questa vicenda non finirà qui, con ogni probabilità partiranno denunce e querele. La questione sembra un sassolino, ma fu proprio una pietruzza a far crollare il gigante dai piedi d’argilla.

Se non fosse chiaro il concetto, lo ribadiamo: Bergoglio non è il papa (e si vede) perché Benedetto XVI non ha mai abdicato, ma è in sede impedita.

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