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Sardine, Mattia Santori tira una monetina per scoprire chi è. Noi gli preferiamo un rosmarino

Andrea Tempestini
Andrea Tempestini

Milanese convinto, classe 1986, a "Libero" dal 2010, vicedirettore e digital editor. Il mio sogno frustrato è l'Nba. Adoro Vespe, gatti, negroni e mr. Panofsky.

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"In molti sostengono che la nascita delle sardine sia avvenuta in un luogo non casuale. Che questa città sia attraversata da un’energia rara. Altri sono invece certi che senza il Salvini di turno una certa sinistra tenda ad assopirsi. E con lei la società che quella sinistra è in grado di esprimere solo a parole. Non siamo nessuno per decidere chi abbia ragione. Ma ci diverte lanciare la monetina di tanto in tanto. E scoprire se viene fuori testa o croce".
Mattia Santori (cantierebologna.com)

Prendere per i fondelli il supercazzolante supremo, il sardina Santori, è davvero piuttosto semplice, scontato, eppure ogni tanto è sacrosanto indulgere a tal pulsione. Il riccioluto ci illumina di traballante luce al neon in un intervento tutto dedicato a Bologna, la sua città e città dove nacque il pescado. Presenta il progetto 6000piantine.it e si rivela ostico comprendere di cosa stia parlando, poiché mister-maglioncino-infeltrito spiega di voler "rirempire Piazza Maggiore di 6000 piantine". E questo "equivale a creare, perché si entra in una dimensione nuova, rischiosa". Trattasi di piantine di marijuana o di una coltivazione di psylocibe cubensis alla luce del sole? Niet: "Rosmarino, salvia, begonie pronte a trasformarsi in un fondo per le iniziative culturali estive, se troveranno altrettanti ammiratori". Bene, traduciamo: la "dimensione nuova, rischiosa" è vendere amabili piantine aromatiche per finanziare una serie di iniziative culturali in vista dell'estate al sapor di Covid-19. Bene, bravi, diecipiù: ma dove cazzo è il rischio, la dimensione nuova? La sola cosa rischiosa che intravedo è l'ulteriore definizione del progetto che ci consegna Santori, "sarà un crowdfunding vegetale per click veloci: 48 ore per acquistare 6.000 piantine". Come fosse Antani. 

(Nota: si dice "compratori", non "ammiratori")

Fino a qui una digressione, trattasi di classico perculaggio per l'eloquio di signor cerchietto, quello a cui ha telefonato il Papa ma non era vero niente. Il punto è che Santori con la frase riportata quassù, in intestazione, mi ha davvero spiazzato. Il Sardina ragiona sulla nascita delle Sardine, sulla non-casualità del fatto che sia avvenuta a Bologna e sulle premesse del parto. Ne contempla due, di premesse: prima, così è ("città attraversata da energia rara"). Seconda, il "Salvini di turno" senza il quale "una certa sinistra tende ad assopirsi" (tesi prevalente, non nella testa di Santori ma in quella di chi si è posto il "problema"). Il Sardina francescano, forse ancora persuaso del fatto che il Papa gli abbia telefonato, de facto cita poi il Pontefice: "Chi sono io per giudicare?", non è mica nessuno per decidere chi abbia ragione, per scegliere la premessa più calzante. "Ma ci diverte lanciare la monetina di tanto in tanto. E scoprire se viene fuori testa o croce". E perbacco trasecolo: tentando un'esegesi (piuttosto intricata) del suo Verbo, ne ricavo una candida confessione. Ossia che neppure Santori sa per quale stramaledetto motivo esistano lui e le Sardine. Tira la monetina, gira la ruota e scopri chi sei. Nati per caso, come quel rosmarino avanguardista che vendono in piazza Maggiore e che però, in tegame con sardina e scorzetta di limone, acquisisce un magnifico senso.

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