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Gianluigi Paragone scorda il Duce e protesta per le troppe libertà: glielo impone il dio-complotto

Andrea Tempestini
Andrea Tempestini

Milanese convinto, classe 1986, a "Libero" dal 2010, vicedirettore e digital editor. Il mio sogno frustrato è l'Nba. Adoro Vespe, gatti, negroni e mr. Panofsky.

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La scorsa settimana lo ho sentito dire in tv, con ghigno compiaciuto: "Ammettiamolo, nemmeno Benito Mussolini arrivò a tanto". Gianluigi Paragone si riferiva al fatto che, da non vaccinato, forse sarebbe stato escluso dal voto per il Quirinale. Si parla dello stesso Paragone che, su Il Tempo, annunciava che "userò il mio corpo in questa guerra di religione", quella contro il vaccino of course.

Poi però si decide che per i grandi elettori no-vax basterà un tampone. E per quelli positivi viene allestito un drive-in nel parcheggio della Camera. Alla faccia di Mussolini.

Ora, si scopre anche che Paragone è positivo al Covid. Contagiato dopo aver preso parte a una manifestazione no-vax, no-pass, no-bla-bla-bla. Ma fortunatamente la dittatura sanitaria ha pensato anche a lui: c'è il drive-in. Il suo sacrosanto diritto di voto è arcitutelato. Eppure l'ex grillino, si apprende, potrebbe non esercitarlo.

Perché? Perché glielo impone il dio-complotto. Già, con le acrobazie retoriche con cui spiega al Corriere le ragioni della sua scelta ci porta a lezioni di complottismo. Per Paragone ora "i malati sono pura merce di scambio", "i positivi ora servono". A cosa servono, di grazia? "Il disegno è chiaro. Stanno lavorando tutti per portare Draghi al Quirinale e una donna a Palazzo Chigi. Vogliono introdurre un semipresidenzialismo di fatto che mi vede e mi vedrà sempre fortemente contrario". Tanto vale non votare. Tanto è tutto un complotto: il positivo Paragone serve al sistema per realizzare "il disegno". Trame. Complotti. Poteri occulti. Uomini usati, sfruttati, piegati. Bill Gates? Sarà.

Ma non è tutto. Perché dopo aver protestato scomodando il Duce per la sola ipotesi che gli impedissero di votare, ora Paragone protesta per il fatto che, proprio per votare, gli concedano troppe libertà. "Io vivo a Varese. Per scendere a Roma devo prendere l'auto privata. Lungo il percorso farò un paio di soste, per fare benzina e per i bisogni fisiologici. Poi, posso fermarmi in un'area di servizio per prendere un panino. Tutto questo da cittadino normale, se positivo, mi sarebbe vietato. Da senatore no", spiega l'onorevole anti-casta.

"Dovrei andare in un Covid hotel, ma nessuno mi ha dato indicazioni. Se dovessi alloggiare in un albergo farei quel che non è consentito ai turisti privi di green pass. Capite che questo è un privilegio concesso per consentire di eleggere il custode della Costituzione. Peccato che in questo modo si calpesti la Carta e il principio di uguaglianza dei cittadini", conclude solenne. E sembra non importare il fatto che questo privilegio venga accordato nella più eccezionale delle circostanze, l'elezione del presidente della Repubblica. E sembra non ricordare come solo settimana scorsa scomodasse il Duce. Il dio-complotto impone un sistematico ribaltamento dalla narrazione. Tanto qualcuno ci crede comunque. Tanto chi se lo ricorda cosa diceva Paragone settimana scorsa...

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