Gli ultimi studi sul cancro al seno

Mangiare meno per vivere di più

Non è facile pensare di mangiare meno, anzi di digiunare, quando manca una settimana a Natale e la tavola comincia a riempirsi di ogni prelibatezza, sia dolce che salata. Poi ci sono gli aperitivi con gli amici, la fetta di panettone alla quale non si può dire di no, la cena di auguri con i colleghi. Capisco che questo blog rischi di essere molto impopolare in questo momento e io stessa so che farò una fatica enorme a mettere in pratica ciò che sto per scrivere. Eppure, bisogna dirlo: il tumore al seno è un incubo per ogni donna e se vogliamo provare a contrastarlo, almeno un po', dobbiamo fare attenzione all'alimentazione. Il cancro alla mammella è considerato la seconda principale causa di morte nelle donne in tutto il mondo, e il rischio di ammalarsi aumenta con l'età. In particolare, i carcinomi mammari triplo negativi  (TNBC), che non presentano recettori per fattori di crescita, sono i più aggressivi e resistenti alle cure. Ma i risultati di un recente studio pubblicato su Cell Metabolism, condotto dall'Ifom di Milano con il sostegno di fondazione Airc, mostrano che la dieta mima-digiuno (che è un programma alimentare ad hoc di 5 giorni che simula in pratica il digiuno) insieme a una terapia farmacologica mirata, può aiutare molto per fare regredire i tumori mammari e per bloccare le vie di fuga del tumore attivate in risposta alla mancanza di nutrienti.  La dieta mima-digiuno è, da sempre, un cavallo di battaglia di Valter Longo, luminare della medicina e già a capo del laboratorio "Longevità & Cancro". <Grazie al lavoro di Giulia Salvadori>, ha spiegato il professore, <stavolta abbiamo scoperto che le cellule staminali all'interno del tumore sono molto sensibili alla riduzione dei livelli di zucchero causata dalla DMD (dieta mima-digiuno). Insomma, abbassando i livelli di glucosio, si riduce sia il numero delle cellule "malate", sia la loro capacità di crescita. Certamente mangiare di meno non basta, bisogna bloccare anche farmacologicamente la neoplasia mammaria, ma il prossimo passo dello studio sarà quello di vedere se gli stessi risultati sono ottenuti anche con altri tipi di tumore. In modo da aumentare sempre di più la percentuale di guarigione e sopravvivenza di tante donne.   Quindi, ok il pranzo di Natale, ma pochi dolci e a gennaio si comincia la dieta.