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Marina Ovsyannikova, la "teppista" contro Vladimir Putin

Brunella Bolloli
Brunella Bolloli

Alessandrina, vivo a Roma dal 2002. Ho cominciato a scrivere a 15 anni su giornali della mia città e, insieme a un gruppo di compagni di liceo, mi dilettavo di mondo giovanile alla radio. Dopo l'università tra Milano e la Francia e un master in Scienze Internazionali, sono capitata a Libero che aveva un anno di vita e cercava giovani un po' pazzi che volessero diventare giornalisti veri. Era il periodo del G8 di Genova, delle Torri Gemelle, della morte di Montanelli: tantissimo lavoro, ma senza fatica perché quando c'è la passione c'è tutto. Volevo fare l'inviata di Esteri, ma a Roma ho scoperto la cronaca cittadina, poi, soprattutto, la politica. Sul blog di Liberoquotidiano.it parlo delle donne di oggi, senza filtri.

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Marina Ovsyannikova è la giornalista russa che ha interrotto il notiziario per dire con un cartello: "Stop alla guerra", "Non credete alla propaganda russa", "Vi stanno mentendo". Ha avuto il coraggio di mostrarsi, denunciare Putin, mettersi al servizio dei russi, come lei, che dicono no a questo conflitto. Ha usato il suo lavoro per non piegarsi e denunciare pubblicamente Vladimir Putin perché questa non è la guerra dei russi contro gli ucraini, ma la guerra di uno solo animato da smanie di potenza e ormai fuori controllo. Marina è stata arrestata, per qualche tempo di lei non si è saputo nulla, è stata trattenuta e interrogata per 14 ore, poi ieri è ricomparsa con il suo avvocato: è libera, ma per la sua azione ha dovuto pagare una multa salatissima, pari a 2.500 euro,  tale è il prezzo della libertà di espressione a Mosca, ma in realtà rischia fino a 15 anni di carcere e difficilmente il suo gesto resterà senza conseguenze. Marina "la teppista" l'hanno definita i russi e pure i suoi colleghi asserviti al regime di Cremlino difficilmente le daranno solidarietà in pubblico per evitare ritorsioni. A Marina, però, non importa. Non sono un'eroina, dice. Lei teme solo per i suoi figli. E ai suoi connazionali lancia un messaggio: "Nemmeno le prossime dieci generazioni laveranno via la macchia di questa guerra fratricida. Abbiate il coraggio di opporvi".  

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