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"Farfalle" a tavola

Brunella Bolloli
Brunella Bolloli

Alessandrina, vivo a Roma dal 2002. Ho cominciato a scrivere a 15 anni su giornali della mia città e, insieme a un gruppo di compagni di liceo, mi dilettavo di mondo giovanile alla radio. Dopo l'università tra Milano e la Francia e un master in Scienze Internazionali, sono capitata a Libero che aveva un anno di vita e cercava giovani un po' pazzi che volessero diventare giornalisti veri. Era il periodo del G8 di Genova, delle Torri Gemelle, della morte di Montanelli: tantissimo lavoro, ma senza fatica perché quando c'è la passione c'è tutto. Volevo fare l'inviata di Esteri, ma a Roma ho scoperto la cronaca cittadina, poi, soprattutto, la politica. Sul blog di Liberoquotidiano.it parlo delle donne di oggi, senza filtri.

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Qualche mese fa il mondo della ginnastica ritmica è stato sconvolto dallo scandalo su presunti abusi e vessazioni subiti dalle nostre atlete per essere sempre più competitive. Le "Farfalle" che hanno fatto sognare l'Italia, che hanno vinto medaglie olimpiche (pensiamo ad Atene 2004) sono state al centro di una vicenda, su cui sta ancora indagando la magistratura, che ha scosso l'opinione pubblica mostrando quanto può essere terribile e implacabile certo sport a livello agonistico, fatto di umiliazioni, di obbligo di rinuncia al cibo, di allenamenti sfibranti e di richieste anche 15 volte al giorno di salire sulla bilancia per verificare di non avere messo su neanche un etto.  Ora, e qui sta la notizia, nell'ambito della Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla per la lotta ai disturbi dell'alimentazione e della nutrizione (Dan), che si celebra ogni anno il 15 marzo, la Federazione Ginnastica d'Italia (FGI) e l'Istituto Auxologico Italiano hanno presentato una nuova partnership tesa a proteggere atlete e atleti adolescenti tramite un'efficace azione preventiva. Un modo per dire che lo sport si può e si deve fare, perché è un mezzo straordinario non solo per l'esercizio fisico ma anche per i valori intrinseci che trasmette. Il progetto, alla presenza delle più alte cariche ministeriali e sportive, con un videomessaggio del governatore lombardo Attilio Fontana, è stato presentato a Milano martedì. Flavio Siniscalchi, capo del Dipartimento per lo Sport della presidenza del Consiglio, ha ricordato che il 60% delle persone alle prese con dipendenze legate al comportamento alimentare è riscontrabile tra i ragazzi dai 13 ai 25 anni. Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha sottolineato l'importanza dell'intesa tra la FGI e l'Auxologico per migliorare la salute. Gherardo Tecchi, presidente della Federazione, ha sottolineato la fortunata coincidenza tra il 154esimo anniversario di fondazione della Federginnastica e la partnership con l'Istituto Auxologico; Mario Colombo, direttore dell'Irccs, ha insistito sul ruolo della ricerca scientifica come sfida non solo della medicina, ma anche per l'organizzazione del nostro sistema sanitario nazionale. I disturbi del comportamento alimentare (DCA) possono originare da meccanismi diversi, multifattoriali, che coinvolgono aspetti psicologici, fattori genetici e biologici, meccanismi nervosi e metabolici, oltre a fattori sociali. Il fenomeno ormai è in crescita, soprattutto tra le nuove generazioni e, secondo vari esperti, la percentuale di atleti a rischio di sviluppare anoressia è del 35% per le femmine e del 10% per i maschi. Il rischio di bulimia è molto più alto per entrambi: 58% per le femmine, 38% per i maschi, L'Istituto Scientifico Ospedale San Luca dell'Istituto Auxologico Italiano, attivo dal 1991, si occupa principalmente di dare risposte al sempre maggior numero di casi di Dca che arrivano all'attenzione dei medici. L'approccio è di due tipi: ambulatoriale, per i casi meno gravi, oppure day hospital/Mac, che mira alla riabilitazione dei Dca più gravi anche dal punto di vista psichiatrico e psicologico, non solo nutrizionale. La riabilitazione psico-sociale e il rapporto con il proprio corpo avviene anche tramite arte-terapia, psicodramma, danza, yoga. Fondamentale, come sempre, il ruolo della famiglia e la rete degli affetti, specie per i pazienti più giovani. 

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