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Le mascherine premonitrici sulla passerella di Dolce & Gabbana, due anni fa

Daniela Mastromattei
Daniela Mastromattei

Daniela Mastromattei è caposervizio di Libero, dove si occupa di attualità, costume, moda e animali. Ha cominciato a fare la giornalista al quotidiano Il Messaggero, dopo un periodo a Mediaset ha preferito tornare alla carta stampata

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Qualcuno ricorderà la preziosa mascherina tempestata di Swarovski e borchiette portata in passerella da Dolce&Gabbana nel 2018 per far felici i cinesi (ricchi). Già, proprio loro che da anni vanno in giro protetti perché lo smog è tanto, dicono. Noi ci fidiamo spesso dei loro “racconti”, pur sapendo che arrivano da un Paese (regime comunista) che sta giocando tutte le sue carte per diventare la prima potenza mondiale.

Dicevamo, era la sfilata del 16 giugno che anticipava la collezione primavera estate 2019 di Dolce&Gabbana. Ad indossare la piccola opera d’arte il rapper Wizkid, primo artista africano a posare per il brand italiano. Quella mascherina, allora insolita e fuori luogo per noi occidentali, era in realtà premonitrice. A saperlo ne compravamo una scorta, per tempo. Oggi gli stilisti, tutti, fanno a gara per lanciare il modello più fashion che faccia dimenticare l’indecorosa mascherina chirurgica, che tra l’altro neanche ci protegge. Però, dicono gli esperti, protegge gli altri. Certo. Somiglia tanto a quella simpatica battuta di un paio di mesi fa: state sereni è poco più di un’influenza. Passerà con le prime giornate di sole.

Le mascherine ci faranno compagnia tutta l’estate, e già fioccano le prime “genialate” da spiaggia: il costume più la mascherina in stoffa coordinata. Ma ve le immaginate le fanatiche del topless con la mascherina a fiorellini o a stelle e strisce sul bagnasciuga. Le stesse che rifiutano il segno del costume, per carità. E che quest’anno rischiano la banda bianca sulla faccia. Usciamo dal mare, chissà se ci arriveremo a fare il bagno. C’è da dire però che negli ultimi mesi le mascherine griffate hanno fatto registrare un’impennata nelle vendite in tutto il mondo (+147% secondo quanto riferisce la piattaforma di moda Lyst), trainate anche dalla recente apparizione di Billie Eilish ai Grammy 2020 con un modello Gucci, in tulle nero e doppia G di cristalli. Il business delle mascherine è una certezza: maculata da Chiara Boni, ha la stampa tipica “monogram” per Louis Vuitton. Mentre quella di Fendi, in pura seta, ha i colori della maison.

Anche Fazzini, eccellenza italiana nella produzione di biancheria per la casa, dopo aver ricevuto l’autorizzazione da parte dell’Istituto Superiore di Sanità, si aggiunge alla lista dei grandi nomi della moda e del tessile che hanno riconvertito parte della produzione di mascherine. L’azienda dal fascino  Made in Italy  oltre a produrre Mascherine chirurgiche Conchiglia Type  ha scelto di realizzare anche le Mascherine filtranti in uso alla collettività Conchiglia Plus colorate e in puro.  (in vendita sull’e-commerce www.fazzinihome.com, in tutti gli Store Fazzini e presso i rivenditori di tutta Italia).

Molto richiesti anche i modelli de Le Pandorine, scelti «dalle donne che esibiscono con ironia le proprie borse come manifesto della loro personalità» e che oggi ispirano iconici messaggi creativi su mascherine lavabili unisex in lycra. Sono ecosostenibili e colorati da Facenti, la storica azienda del panorama manifatturiero bresciano ha rivoluzionato il mondo della calza con il brand Alto Milano e le ha prodotte col cuore per aiutare il contenimento della diffusione da Coronavirus.

A partire da oggi sarà in vendita “claudette”di Momonì, in seta e cotone e dotate di una tasca interna che permette l’inserimento del filtro. C’è anche con lo speciale filato batteriostatico Q-SKIN® by Fulgar, scelto da Pompea.

E speriamo che finirà presto.

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