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"Omicidio sociale": la criminologa Marica Palmisano svela cosa è accaduto a Sollecito in Francia

Francesco Fredella
Francesco Fredella

Francesco Fredella è nato nel 1984. Pugliese d'origine, ma romano d'adozione. Laureato in Lettere e filosofia a pieni voti, è giornalista professionista. Si occupa di gossip da sempre diventando un punto di riferimento nel jet-set televisivo. Collabora con Libero, Il Tempo, Nuovo (Cairo editore). E' uno degli speaker della famiglia RTL102.5, dove conduce un programma di gossip sul digital space. E' opinionista fisso di Raiuno e Pomeriggio5.

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Criminologa e grafologa. Ore ed ore di perizie in Tribunale,  migliaia di pagine e fascicoli impolverati da studiare. Una realtà che conosce bene Marica Palmisano, consulente di Raffaele Sollecito. Un caso, sicuramente, molto complesso dopo la morte Meredith Kercher, la studentessa americana  trovata senza vita a Perugia a novembre del 2007. I primi indagati furono Amanda Knox e Raffaele Sollecito (oggi ingegnere), che si professano sin da subito innocenti. Sollecito è stato assolto dai fatti prima nel 2011 quando la Corte d'assise d'appello lo dichiara  estraneo al delitto di via della Pergola. Poi una nuova assoluzione arriva da parte della Suprema Corte.

“La stampa l’ha distrutto. Il pericolo maggiore l’abbiamo riscontrato in Francia. Avevamo trovato una collocazione per lui, ma una delle risorse umane quando ha saputo che si trattava di Raffaele Sollecito lo ha mandato via. Per me è stato un omicidio sociale”,  tuona a Libero la criminologa. “Ad oggi, dopo la sua testardaggine, non ha mai mollato la presa è riuscita a collocarsi in un’altra azienda. Credo che sia la quattordicesima che cambia. La gente lo riconosce come un assassino, ma non è così. Nel suo tracciato psicologico della sua vita c’è una rilevanza molto forte”.

Marica Palmisano, che è molto attiva anche nel campo dell’associazionismo, dirige con Edoardo Schina ASISFOR ALATA- SCUOLA ITALIANA DI SCIENZE FORENSE. “In carcere cerco di tenere occupati i detenuti. Ed è una delle tante attività. Mi sono occupato del caso di Sollecito per cercare di inserirlo nella società dopo il suo periodo di detenzione. E’ stato assolto, non è colpevole, ma per l’opinione pubblica resta colpevole. Purtroppo”,  confessa a Libero. 

Anche durante la gravidanza Marica lavora ore ed ore. Senza fermarsi. “In questa fase della mia vita ho toccato con mano quello che accade alle donne colpite da depressione post parto, che colpisce tutti: i manager o le casalinghe”, continua. “Di storie ne ascoltiamo tante. Con la mia attività cerchiamo un ponte comunicando tutto affinché si capisca che nessuna donna è sola”. Marica, poi, dice di esserci passata per prima: “Io sono una tipa strong. Ho partorito da pochi giorni e mi sono rimessa a lavorare perché sono una libera professionista come tantissime altre donne”. Oggi, più che mai, la criminologa parla della condizione delle donne. “Viviamo in una società aperta, ma in realtà non si presenta così. Forse in maniera diversa”, continua.  “Durante la gravidanza tutto quello che circola attorno al periodo della mia professione è stato attaccato da chi ha trovato il modo per infiltrarsi nella mia professione”, tuona. 

Ma Marika, con la sua associazione, si occupa anche della grafologia. “Dai disegni dei bambini si capisce molto: il disagio, ad esempio, è comunicato attraverso i disegni dei bambini”, continua la criminologa. Combatte da sempre il bullismo e lo fa con tutti gli strumenti che ha in mano. “A 360° mi occupo della prevenzione contro ogni forma di discriminazione e violenza”, continua Marika. Che mette le cose in chiaro: “Il criminologo non va solo sulla scena del crimine, ma crea un vero e proprio identikit (non inteso solo come un disegno del volto di un presunto killer), ma l’inquadramento di uno spettro sociale in cui viviamo”.

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