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Bonjour stronzesse: l'effetto Carlà, i francesi e il Coronavirus in tv

Francesco Specchia
Francesco Specchia

Francesco Specchia, fiorentino di nascita, veronese d'adozione, ha una laurea in legge, una specializzazione in comunicazioni di massa e una antropologia criminale (ma non gli sono servite a nulla); a Libero si occupa prevalentemente di politica, tv e mass media. Si vanta di aver lavorato, tra gli altri, per Indro Montanelli alla Voce e per Albino Longhi all'Arena di Verona. Collabora con il TgCom e Radio Monte Carlo, ha scritto e condotto programmi televisivi, tra cui i talk show politici "Iceberg", "Alias" con Franco Debenedetti e "Versus", primo esperimento di talk show interattivo con i social network. Vive una perenne e macerante schizofrenia: ha lavorato per la satira e scritto vari saggi tra cui "Diario inedito del Grande Fratello" (Gremese) e "Gli Inaffondabili" (Marsilio), "Giulio Andreotti-Parola di Giulio" (Aliberti), ed è direttore della collana Mediamursia. Tifa Fiorentina, e non è mai riuscito ad entrare in una lobby, che fosse una...

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Carla Bruni e la gag idiota del Coronavirus Foto: Carla Bruni e la gag idiota del Coronavirus
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Bonjour stronzesse. Così, parafrasando Françoise Sagan (Bonjour Finesse), il maestro Stenio Solinas richiamando a sua volta Flaiano, descrisse plasticamente il carattere dei francesi -per lo più parigini- nei confronti del resto del mondo considerato il sottoscala della loro gassosa grandeur.

Verso gli italiani, poi, la loro “stronzesse” raggiunge vette siderali quanto immotivate. La televisione, purtroppo amplifica il fenomeno: hanno fatto il giro del mondo le immagini del Tg d’una liftatissima Carla Bruni la quale, dalle sfilate dei moda, fingeva di tossire sfottendo i nostri contagiati del Coronavirus, e arricchendo la gag con risatine e battutelle radical chic che avrebbero richiesto, come reazione, la precisione di un lanciafiamme. Ridacchiava Carlà: “Non abbiamo paura di nulla”, neanche delle figure di merda, in effetti. La Bruni, avendo intuito la portata galattica delle gaffe -ed essendo lei, perlomeno anagraficamente, ancora italiana- ha porto le sue scuse, probabilmente dal salotto e umettendo le labbra al botulino nello Champagne, parlando di “scherzo stupidissimo”; ma, in realtà, il suo comportamento è la prassi del francese medio. Qualche settimana fa, Canal + dovette cospargersi il capo di cenere dopo la messa in onda dello sketch della pizza Corona al catarro nel programma Groland La Zapoi; e nei giorni successivi, in diretta, il presidente Macron ancora trattava “les italiens”, a proposito della nostra quarantena, nel migliore dei casi come mitomani, nel peggiore come untori ignorando il pericolo del virus per gli anziani; non preoccupandosi, tra l’altro, le president della salute dell’anziana che egli stesso aveva in casa. Sono stati talmente altezzosi da convocare perfino un megaraduno di maggiorenni vestiti da Puffi, fottendosene dell’emergenza, al grido di “Pufferemo il Coronavirus”. Non c’è nulla di più pericoloso di un idiota vestito da Gargamella.

Dopodichè il virus, che è molto più democratico dei galletti d’oltralpe, ha cominciato a produrre malati e morti a carrettate anche in Francia. Sicché Carlà ha cominciato a sudare freddo, la pizza al catarro se la sono infilata sotto l’ascella insieme alla baguette e Macron ha annunciato “misure di guerra”, fingendo di non sentire l’Organizzazione Mondiale delle Sanità che l’intimava di prendere esempio dal “modello Italia”, il “sistema sanitario migliore d’Europa”. Ora sto aspettando la Merkel e quei simpaticoni dei tedeschi…

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