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Ragnarok, storia di uno sfigato che si scopre figlio di Odino

Francesco Specchia
Francesco Specchia

Francesco Specchia, fiorentino di nascita, veronese d'adozione, ha una laurea in legge, una specializzazione in comunicazioni di massa e una antropologia criminale (ma non gli sono servite a nulla); a Libero si occupa prevalentemente di politica, tv e mass media. Si vanta di aver lavorato, tra gli altri, per Indro Montanelli alla Voce e per Albino Longhi all'Arena di Verona. Collabora con il TgCom e Radio Monte Carlo, ha scritto e condotto programmi televisivi, tra cui i talk show politici "Iceberg", "Alias" con Franco Debenedetti e "Versus", primo esperimento di talk show interattivo con i social network. Vive una perenne e macerante schizofrenia: ha lavorato per la satira e scritto vari saggi tra cui "Diario inedito del Grande Fratello" (Gremese) e "Gli Inaffondabili" (Marsilio), "Giulio Andreotti-Parola di Giulio" (Aliberti), ed è direttore della collana Mediamursia. Tifa Fiorentina, e non è mai riuscito ad entrare in una lobby, che fosse una...

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Spaesato, brufoloso, bullizzato a scuola, imbranato nella coscienza ecologica strappata a Greta Thumberg. Per chi è avvezzo alle rodomontate del Thor della Marvel -superpoteri, battute e rutti liberi- il dio del tuono proposto da Ragnorok ha un che di spiazzante.

Ragnarok è una serie Netflix scandinava ispirata all' evento "fine dei tempi" in cui, secondo la mitologia norrena, gli dei si scontrano definitivamente con i loro nemici, i giganti Jotunheim.
La trama è ambientata in una cittadina norvegese dove i ghiacci cominciano apocalitticamente a sciogliersi come in un programma di Mario Tozzi e i fiumi sono inquinati dai rifiuti tossici dell' industria della famiglia Jutul: padre spietato, madre preside di rara bellezza e cattiveria, figlia che se la tira e figlio sempre in tuta che s'innamora di una coetanea popolana. Ed è qui che giungono Magne e Laurits figli di Turid (sembra la nota gag vikinga di Aldo, Giovanni e Giacomo), due fratelli adolescenti, apparentemente persone qualunque, ma in realtà incarnazioni delle divinità nordiche Thor e Loki. Magne intuisce di essere Thor perché non ha più bisogno degli occhiali, fa i 100 metri in 7 minuti, e spezza i tronchi a mani nude; e perché glielo conferma la vecchia commessa di un supermarket si accompagnata ad un orbo rincoglionito, coppia che si dimostrerà essere l' incarnazione di Frigg e Odino, i genitori degli dei.

In tutto questo, i due ragazzi finiscono in una scuola che sembra un liceo americano ma molto più cupo e spartano; incontrano comprimari ancora più incasinati di loro (per esempio Isolde, compagna di scuola che, denunciando l' inquinamento delle falda acquifera, verrà schiantata su una scogliera attorcigliata in un deltaplano); vengono trattati da idioti dalla madre che li costringe a estenuanti sedute psicanalitiche; subiscono l'assalto di cani infernali e di scuri magiche provenienti dal regno dorato di Asgard. La prima serie finisce con Thor il quale, imbracciando un martello trovato per caso, si batte con Vidar, l' imprenditore cattivo; e riesce ad evocare un fulmine da concerto dei Kiss. Ragnorok rientra un po' nella categoria dei "teen drama", un po' in quello del fantasy, un po' nel filone "ecologisti-fino-alla- morte". Questo Thor è molto più sfigato di quello degli Avengers, però, in compenso non fa i rutti.

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