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I capelli di Panzironi sospesi dalla tv causa Coronavirus

Francesco Specchia
Francesco Specchia

Francesco Specchia, fiorentino di nascita, veronese d'adozione, ha una laurea in legge, una specializzazione in comunicazioni di massa e una antropologia criminale (ma non gli sono servite a nulla); a Libero si occupa prevalentemente di politica, tv e mass media. Si vanta di aver lavorato, tra gli altri, per Indro Montanelli alla Voce e per Albino Longhi all'Arena di Verona. Collabora con il TgCom e Radio Monte Carlo, ha scritto e condotto programmi televisivi, tra cui i talk show politici "Iceberg", "Alias" con Franco Debenedetti e "Versus", primo esperimento di talk show interattivo con i social network. Vive una perenne e macerante schizofrenia: ha lavorato per la satira e scritto vari saggi tra cui "Diario inedito del Grande Fratello" (Gremese) e "Gli Inaffondabili" (Marsilio), "Giulio Andreotti-Parola di Giulio" (Aliberti), ed è direttore della collana Mediamursia. Tifa Fiorentina, e non è mai riuscito ad entrare in una lobby, che fosse una...

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 Adriano Panzironi Foto:  Adriano Panzironi
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Se c’è una cosa che invidio a Adriano Panzironi è la cascata di capelli fluente e selvaggia, senza la quale, con quel volto triste su cravatta lenta e gessati sgualciti, assomiglierebbe, al massimo, a un pignoratore d’immobili. E’ come se togliessero i capelli a Riccardo Cocciante. I capelli glieli invidio, il resto meno.

Non so se, per avere quello scalpo elettrico, Panzironi assuma quantità industriali di miglio. O, meglio, di quella vitamina C e D che, da lui raccomandata come soluzione finale al Coronavirus, ha spinto l’Agicom a sospendergli per sei mesi dai canali televisivi 880 del satellite e 61 dtt i suoi leggendari format: Il Cerca Salute e lo speciale apocalisse Quello che non vi hanno detto sul Corona-virus, descrivendo il “metodo Life 120”. Metodo che ancora non ho capito bene di cosa si tratti, ma che gli ha consentito d’infilarsi nei programmi di Barbara D’Urso ammanettato, esaltato, latore di un pregevole insaccato da lui prodotto. Panzironi è l’uomo che predica la Pnl del pranzo al sacco, la programmazione neurolinguistica delle diete. Ma non è un dietologo, non è un chimico, non è un farmacista. E’ un giornalista sospeso dall’Ordine. Panzironi è quello che, già multato dal Garante per le comunicazioni “per aver trasmesso informazioni pubblicitarie potenzialmente lesive della salute degli utenti”, oggi, a La Zanzara su Radio 24, ribadisce che i metodi per curare il Covid19 usati dai medici in trincea “sono medievali” e che “si deve ridurre la quantità di carboidrati” e aumentare la quantità di integratori. Che vende lui. Di prim’acchito io, sconvolto dalla ferocia delle notizie, per una settimana ho evitato accuratamente di ingollare i miei due etti e mezzo quotidiani di penne al pesto. Dopodiché, preso dal medesimo stato ipnotico in cui versano le centinaia di fan alle sue convention da predicatore americano contro la tirannia glicemica, mi è sorto l’istinto insopprimibile di chiederli consigli sul mio colesterolo, sul mio rapporto coi trigliceridi. Perfino sulla mia prostata. Per un momento, con quella faccia da ragioner Filini con i capelli, Panzironi mi era quasi sembrato uno di famiglia. Oddio, nessuno della mia famiglia guadagna 24 milioni all’anno sparando sui carboidrati. Oggi Panzironi è fuori ma, conoscendo la tv non escludo di ritrovarlo da Vespa al posto di Burioni

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