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Da Brad Pitt a Myrta Merlino: la parabola dei virologi in tv

Il proliferare in video di una nuova stirpe (da qui, qualche problema...)

Francesco Specchia
Francesco Specchia

Francesco Specchia, fiorentino di nascita, veronese d'adozione, ha una laurea in legge, una specializzazione in comunicazioni di massa e una antropologia criminale (ma non gli sono servite a nulla); a Libero si occupa prevalentemente di politica, tv e mass media. Si vanta di aver lavorato, tra gli altri, per Indro Montanelli alla Voce e per Albino Longhi all'Arena di Verona. Collabora con il TgCom e Radio Monte Carlo, ha scritto e condotto programmi televisivi, tra cui i talk show politici "Iceberg", "Alias" con Franco Debenedetti e "Versus", primo esperimento di talk show interattivo con i social network. Vive una perenne e macerante schizofrenia: ha lavorato per la satira e scritto vari saggi tra cui "Diario inedito del Grande Fratello" (Gremese) e "Gli Inaffondabili" (Marsilio), "Giulio Andreotti-Parola di Giulio" (Aliberti), ed è direttore della collana Mediamursia. Tifa Fiorentina, e non è mai riuscito ad entrare in una lobby, che fosse una...

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Brad Pitt imita il virologo Fauci al Saturday Night Life Foto: Brad Pitt imita il virologo Fauci al Saturday Night Life
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In un Paese in cui tutti sono, ad intermittenza, poeti, santi, navigatori, costituzionalisti, esperti del Mes e, ora, informatissimi virologi; be’, mai avrei pensato di render pubblica la mia ansia nei momenti in cui la tv si riempie di Coronavirus. Cioè sempre.

Invece un pò ho cambiato idea: i virologi sono un moderno racconto di Balzac, il ricettacolo d’una varia umanità. L’ho intuito osservando Brad Pitt -in veste satirica all’americano Saturday Night Live- che interpretava il virologo Anthony Fauci, “la voce più autorevole della task force sul Covid della Casa Bianca”. Lì ho capito. Quando Pitt/Fauci dichiarava, massacrando Trump “Il presidente si è preso qualche libertà con le nostre linee guida …”; ecco, lì, ho realizzato che in America stanno messo peggio di noi. Da loro i virologi sono arrivati alla caricatura. Da noi, il rispetto per la scienza e la deferenza verso chi potrebbe illuminarci con raggi di speranza ci impone di ascoltarne la voce oracolare. Troppo oracolare. I virologi sono opinionisti ubiqui, imprimono svolte all’azione di Conte e dei cameramen; e oramai -ha ragione il tanto vituperato Vittorio Sgarbi- stanno più in tv che a far ricerca. Su Facebook si pubblicizza l’album delle figurine Panini dei Virologi (“La raccolta completa”). I bookmakers si divertono a contarne le presenze tv: in una sola settimana Pregliasco ne ha fatte 19 con predilezione per i talk di La7 e lo studio di Lilli Gruber; la Gismondo e la Capua ne hanno registrate 11 (la Capua, più esotica, dagli Usa); Galli è un ologramma che attraversa le reti; Burioni, la voce ufficiale di Fazio, litiga col sedicente candidato Premio Nobel Tarro da Giletti. Quasi sempre i virologi sono autorevoli esperti che si contraddicono reciprocamente e contraddicono se stessi. Quando passano in video ormai mi viene la tachicardia. Ma non ho visto alcun virologo che abbia cazziato il Presidente Conte mentre consentiva un allucinante assembramento per l’inaugurazione del Ponte di Genova. Solo Myrta Merlino, tacciando la cosa come “ridicola, vergognosa, da due mesi parliamo di distanze, non mandiamo i bimbi a scuola, non usciamo di casa e poi dobbiamo assistere a questa follia”, ha ritirato l’inviato. Ma non l’hanno ascoltata. Non ha un master in epidemiologia…

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