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The Boys, quando i supereroi sono presi dal lato oscuro

Sessualmente repressi, assassini, truffatori: le gesta epiche della serie Amazon Prime

Francesco Specchia
Francesco Specchia

Francesco Specchia, fiorentino di nascita, veronese d'adozione, ha una laurea in legge, una specializzazione in comunicazioni di massa e una antropologia criminale (ma non gli sono servite a nulla); a Libero si occupa prevalentemente di politica, tv e mass media. Si vanta di aver lavorato, tra gli altri, per Indro Montanelli alla Voce e per Albino Longhi all'Arena di Verona. Collabora con il TgCom e Radio Monte Carlo, ha scritto e condotto programmi televisivi, tra cui i talk show politici "Iceberg", "Alias" con Franco Debenedetti e "Versus", primo esperimento di talk show interattivo con i social network. Vive una perenne e macerante schizofrenia: ha lavorato per la satira e scritto vari saggi tra cui "Diario inedito del Grande Fratello" (Gremese) e "Gli Inaffondabili" (Marsilio), "Giulio Andreotti-Parola di Giulio" (Aliberti), ed è direttore della collana Mediamursia. Tifa Fiorentina, e non è mai riuscito ad entrare in una lobby, che fosse una...

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 The Boys  Foto:  The Boys 
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Cosa succederebbe se un gruppo di supereroi patriottardi, dalle gesta epiche, la cui immagine colorata avvolge amabilmente le tazze da colazione dei bimbi americani, fosse in realtà una manica di violenti psicopatici, sessualmente repressi e tendenti all’omicidio di massa?

Non succederebbe nulla. Anche perché avrebbero dalla loro il formidabile ufficio marketing della multinazionale che li gestisce –la Vought International- subito pronto a trasformare ogni delitto da loro perpetrato in un’illuminata iniziativa a difesa delle Nazione americana. Questo è il concept, il tema di fondo su cui si muove The Boys (Amazon Prime), serie tv tratta dal fumetto di Garth Ennis, giunta alla seconda stagione e ora già pronta per la terza. The Boys è l’esempio di come la mente perversa di uno sceneggiatore possa usare il grottesco per ribaltare gli schemi dell’eroismo di massa descritto anni fa da Umberto Eco (crf. Il superuomo di massa). Laddove, nell’immaginario Usa, esiste un Superman paladino dei deboli e degli oppressi, qui si staglia Il Patriota, un superuomo religiosissimo (adepto di una congrega i cui preti si dedicano a orge e ad abusi sui minori) e all’apparenza angelicato. Il quale, però, non esita a trucidare la sua capa dopo esserne stato ossessionato sessualmente; a vaporizzare col raggio laser dei civili per il gusto di farlo; e a massacrare l’intero equipaggio di un aereo per fini personali; a tormentare una sua ex fiamma vestita da Wonder Woman colpevole solo di essere lesbica. Laddove nei fumetti i cattivoni son ben definiti, qui rappresentano la nemesi; ossia un manipolo di simpatici fuori di testa –i Boys, appunto- e reietti sociali capitanati da un barbuto ex agente Cia, Billy Butcher, il quale ha la tendenza a trucidare i “super” perché gli hanno fregato la ragazza. Intorno al nucleo delle serie incentrata sui “Sette” una sorta di Avengers fortemente bisognosi di psicanalisi, si sviluppano dunque anche altre divertite sottotrame. C’è un supervelocista ubriaco che smembra involontariamente le passanti per strada; un ex commesso che si fidanza con una superoina pentita; una freak giapponese molto timida che compie massacri inenarrabili a mani nude dopo l’assassinio del fratello; il ragazzino figlio del Patriota e della colpa pronto a finire in un Tso. Una trama repellente, amorale, striata da incontrollate cinismo e malvagità. Ma, onestamente, assai attraente…

 

 

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