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Riscatto e talento: il successo inaspettato dei vecchietti di The Voice Senior

Coristi, insegnanti, artisti da piano bar: ecco perché il programma degli over 60 è esploso

Francesco Specchia
Francesco Specchia

Francesco Specchia, fiorentino di nascita, veronese d'adozione, ha una laurea in legge, una specializzazione in comunicazioni di massa e una antropologia criminale (ma non gli sono servite a nulla); a Libero si occupa prevalentemente di politica, tv e mass media. Si vanta di aver lavorato, tra gli altri, per Indro Montanelli alla Voce e per Albino Longhi all'Arena di Verona. Collabora con il TgCom e Radio Monte Carlo, ha scritto e condotto programmi televisivi, tra cui i talk show politici "Iceberg", "Alias" con Franco Debenedetti e "Versus", primo esperimento di talk show interattivo con i social network. Vive una perenne e macerante schizofrenia: ha lavorato per la satira e scritto vari saggi tra cui "Diario inedito del Grande Fratello" (Gremese) e "Gli Inaffondabili" (Marsilio), "Giulio Andreotti-Parola di Giulio" (Aliberti), ed è direttore della collana Mediamursia. Tifa Fiorentina, e non è mai riuscito ad entrare in una lobby, che fosse una...

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 La proclamazione di Erminio Sinni a The Voice Senior Foto:  La proclamazione di Erminio Sinni a The Voice Senior
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Erminio Sinni è un mix fra Leonard Cohen e Riccardo Cocciante, al pianoforte è un mostro, e sulla tastiera mette i sorrisi e le lacrime di una vita vissuta all’ombra della musica. Sinni ha vinto la prima edizione di The Voice Senior strappando il podio ad Elena Ferretti la vocalist di lungo corso con una voce prestata dagli dei. Ma c’erano anche gli altri.

Massimo Vita, 68 anni, che a Como per anni ha gestito il Charleston, una specie di Cotton Club per cantanti famosi; ora, con la sua voce “alla Joe Cocker” se ne sta dall’altra parte della barricata.

 E Alida Ferrarese, di Polesella (Rovigo) ha lo sguardo triste di un’eroina felliniana, ma quando canta crollano i fondali. E Pietrosauro è “il cantante rap più vecchio del mondo”: ha speso metà dei suoi anni come broker, ha fondato un centro rafting alla cascata delle Marmore, è fratello di Padre Dall’Oglio sparito in Siria nel 2013. E Caterina Greco, classe ’57 per quarant’anni ha fatto la bancaria, è un’elegante signora di Trapani che intona in siciliano Carmen Consoli meglio di Carmen Consoli. I suddetti sono stati soltanto alcuni dei protagonisti di The Voice Senior, programma che al venerdì su Raiuno ha strappa sistematicamente la serata d’ascolto a Canale 5 e al Grande Fratello. Forse la tv sta cambiando davvero. Forse è davvero mutata la percezione della qualità del racconto televisivo, se un gruppo di over 60 sconosciuti e dal talento cristallino e dal volto attraversato da ragnatele di rughe, esperienze, cadute e rinascite; be’ ruba il tempo e gli ascolti alle manfrine estenuanti del Grande Fratello Vip. Le cifre parlano chiaro: 19% di share contro il 17, 27%. E in sovrapposizione il successo del talent è più netto: media share 19% e picchi del 26%, mentre il Gf si è fermato al 15,4%. Sin dall’inizio, insomma, la versione agé di The Voice ha battuto  perfino le performance di Tale e quale.  Non credo sia per la presenza di Antonella Clerici, o dei coach benignamente intrattenuti dalla blind auditions: anche se è divertente osservare le espressioni di Loredana Bertè, di Al bano e la figlia Jasmine, di Clementino e Gigi D’Alessio (assolutamente in parte), i loro volti aggrottati di stupore nell’ascolto di voci da carica e timbro inauditi. Non credo neanche sia soltanto per le storie dei protagonisti, anche se ce ne sono di bellissime. C’è il cantante di piano bar lombardo di Como che in Kazakistan riempie le piazze, esalta le folle, e tiene in braccio neonati dopo un concerto con cover dei Rolling Stones. C’è il pianista di Torre Annunziata che ha animato per quarant’anni le notti di Positano e che a cui il passaggio a Domenica in sembrò un contratto a Broadway. C’è l’ex emigrante in Argentina che torna vestito da hippy e apre un negozio di abbigliamento. C’è il padre della superstar che viaggia in incognito, finché, cantando To Love Somebody di Michael Bolton, fa girare tutti i giudici che se lo contendono; e lì si scopre che il fenomeno è Giulio Todrani, il papà di Giorgia (e ti piace vincere facile…). No.

 In realtà credo che il successo di The Voice Senior stia, fondamentalmente, in due elementi. Il primo è l’idea del riscatto di una generazione di cui di solito non si parla: i padri -spesso i nonni- che hanno deviato dal loro sogno per crescere una famiglia e dedicarsi a “lavori normali”, ma che in quel sogno non hanno mai smesso di credere. E ora lo realizzano, quel sogno, perché sono bravi (spesso più bravi dei loro omologhi ragazzini). Il secondo elemento è tecnico. Stefano Coletta, direttore di Raiuno, ha preso un format senza più identità da Raidue e l’ha cucito perfettamente sul suo pubblico di rete, con risultati non del tutto imprevedibili ma spiazzanti nella portata. Un uomo è vecchio solo quando i rimpianti, in lui, superano i sogni, diceva il poeta. Non è questo il caso…

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