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Caro Salvini, può telefonare a mio papà?

Mio padre, 80 anni, trova tutte le scuse per non vaccinarsi. Ha sentito Salvini dire che non è indispensabile. Chiederei al leader leghista, magari, di dargli un colpo di telefono...

Francesco Specchia
Francesco Specchia

Francesco Specchia, fiorentino di nascita, veronese d'adozione, ha una laurea in legge, una specializzazione in comunicazioni di massa e una antropologia criminale (ma non gli sono servite a nulla); a Libero si occupa prevalentemente di politica, tv e mass media. Si vanta di aver lavorato, tra gli altri, per Indro Montanelli alla Voce e per Albino Longhi all'Arena di Verona. Collabora con il TgCom e Radio Monte Carlo, ha scritto e condotto programmi televisivi, tra cui i talk show politici "Iceberg", "Alias" con Franco Debenedetti e "Versus", primo esperimento di talk show interattivo con i social network. Vive una perenne e macerante schizofrenia: ha lavorato per la satira e scritto vari saggi tra cui "Diario inedito del Grande Fratello" (Gremese) e "Gli Inaffondabili" (Marsilio), "Giulio Andreotti-Parola di Giulio" (Aliberti), ed è direttore della collana Mediamursia. Tifa Fiorentina, e non è mai riuscito ad entrare in una lobby, che fosse una...

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Salvini che telefona Foto: Salvini che telefona
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Caro Matteo Salvini,

sottopongo alla sua attenzione un caso familiare di fastidiosa tenacia: mio padre, quasi ottantenne, fa parte di quei 2,3 milioni di over 60 non vaccinati a cui il generale Figliulo dà giustamente la caccia.

Eppure anche mio padre è un generale –in pensione- di buona cultura, lucido, nient’affatto No Vax. Quantomeno per affezione alla divisa, dovrebbe dare ascolto al collega. Eppure, sono tre mesi che inventa scuse ignobili per evitare la punturina. Una volta aveva la cataratta, un’altra era fuori sede, un’altra ha accompagnato mia madre -regolarmente vaccinata doppia dose-  e “per oggi ne basta una in famiglia…”. Tutti gli ospedali di Verona lo stanno cercando, sembra Fabrizio Corona con l’Interpol ai bei tempi. Lui è arrivato a giustificarsi dicendo che il Covid fosse un complotto dei russi. Dopo ha detto che scherzava. Dopo. Insomma, una situazione estenuante.

Lei, caro Matteo Salvini, mi dirà: che c’entro io col tuo babbo renitente? C’entra. Perché il mio insigne genitore s’è lasciato scappare: “Anche Salvini in televisione dice che non è necessario vaccinarsi”. E io, subito lì a dirgli: “Pa’, hai sicuramente capito male, hai sbagliato canale, Guarda che Matteo s’è vaccinato...”. E lui mi ha ribattuto che non era vero, dato che molti dei suoi sodali di partito–compreso il solito Borghi e l’amico Armando Siri-  erano in piazza con i No Green Pass e i No Vax, e sicuramente glielo aveva ordinato Salvini; e che in sostanza, come al solito, io non capivo un cazzo. Scusi il francesismo, ma essendo militare, papà ha sempre l’approccio ruvido come una tenda da campo.

E io, continuamente, sono lì a ribadirgli che, insomma, l’indice di contagio, con questa variante Delta, continua a salire; e che, se si becca il Coronavirus alla sua età, le percentuali di sopravvivenza calano più delle sue speranza di andare ad elezioni anticipate. Ma lui, nulla. “Salvini in tv dice che non serve”. Ora, il resto della famiglia, seriamente preoccupato, per ora l’ha abbandonato a casa con la scusa di anticipare le ferie. E io ho pure cercato di convincere leghisti locali di spingerlo a forza verso una dose di Pfizer o Moderna vincolando il gesto al voto padano delle prossime amministrative. Ma non funziona. La prego, caro Matteo Salvini, Le do’ il  numero di telefono di papà: lo chiami. A lei crede. Basta però, che dopo non gli passi il Borghi. Sennò siamo daccapo…

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