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Se i magistrati aprono la finestra su Unomattina in famiglia

Le "Pillole di legalità" all'interno del grande contenitore di Raiuno non sono una cattiva idea. Ma è opportuno, di 'sti tempi dare una rubrica del servizio pubblico all'Anm? Così, chiedo...

Francesco Specchia
Francesco Specchia

Francesco Specchia, fiorentino di nascita, veronese d'adozione, ha una laurea in legge, una specializzazione in comunicazioni di massa e una antropologia criminale (ma non gli sono servite a nulla); a Libero si occupa prevalentemente di politica, tv e mass media. Si vanta di aver lavorato, tra gli altri, per Indro Montanelli alla Voce e per Albino Longhi all'Arena di Verona. Collabora con il TgCom e Radio Monte Carlo, ha scritto e condotto programmi televisivi, tra cui i talk show politici "Iceberg", "Alias" con Franco Debenedetti e "Versus", primo esperimento di talk show interattivo con i social network. Vive una perenne e macerante schizofrenia: ha lavorato per la satira e scritto vari saggi tra cui "Diario inedito del Grande Fratello" (Gremese) e "Gli Inaffondabili" (Marsilio), "Giulio Andreotti-Parola di Giulio" (Aliberti), ed è direttore della collana Mediamursia. Tifa Fiorentina, e non è mai riuscito ad entrare in una lobby, che fosse una...

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 Timperi e Setta a Unomattina in famiglia Foto:  Timperi e Setta a Unomattina in famiglia
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No, non è “Telegiudici”, come qualcuno stava già battuteggiando. Non troveremo Davigo, incazzatissimo, che strapazza il garantismo (prima che gli arrivasse l’avviso di garanzia) o Greco che spiega la tettonica a placche della giustizia dalla Procura di Milano, mentre la gola profonda Amara col suo faldone da Loggia Ungheria sottobraccio appare in collegamento da Palermo.

No. Le “Pillole di legalità”, tre minuti di spazio autogestito della sezione “educazione alla legalità” dell’Associazione Nazionale Magistrati a Unomattina in Famiglia, sono semplicemente uno scorcio di civismo che si schiude sul weekend di Raiuno. Certo –lo dico da giurista- la prima puntata di ieri sul mobbing induceva la narcosi; diciamo che i programmi adrenalinici sono diversi. Inserita nella sezione Generazione P. Viaggio tra i banchi, ben condotta da Monica Setta, queste pillole per adolescenti e genitori – una sorta di giustizia for dummies- rappresentano sicuramente una novità in un contenitore per famiglie della tv pubblica. Certo, bisognerà capire se i prossimi tutorial fai-da- te su tematiche come “social network, bullismo e cyberbullismo, maltrattamento di animali, stupefacenti, guida in stato d’ebbrezza” saranno altrettanto torpidi. E questo nonostante l’entusiasmo- gratuito- dei magistrati “che hanno aderito con entusiasmo all’iniziativa e tratteranno situazioni o ipotesi di reato in cui i ragazzi, genitori ed educatori potrebbero imbattersi”, recita il comunicato Rai. Ogni sperimentazione ha bisogno del suo sacrosanto rodaggio. L’idea in sè, insomma, sarebbe buona. Anche se non è nuovissima; solo nel 2019 Raitre mandò in onda L’ora della legalità, un programma di ampio respiro etico ideato da Loris Mazzetti. E, se ne estraete i fotogrammi dalle Teche Rai, troverete che gli stessi Indro Montanelli ed Enzo Biagi riuscirono ad indagare quei temi giuridicamente ostici con levità. Loro sì. Ma erano divulgatori sopraffini.

Tecnicamente nulla da dire. Semmai, ci si può interrogare sull’opportunità di concedere lo spazio mattiniero di un programma-corazzata da 22% di share con un bacino potente di 2 milioni di spettatori, ad un sindacato dei magistrati che spesse volte ha ostentato posizioni decise su temi controversi. Non ultima la riforma della giustizia della ministra Cartabia, fatta oggetto di critiche anche dure. Il capoautore Giovanni Taglialavoro ci fa sapere che “non c’è nulla di politico, l’Anm raccoglie tutti magistrati d’Italia”, e nelle pillole non si esprimono opinioni ma la finalità è puramente didattica. E probabilmente ha ragione. Anche perché molti altri programmi Rai hanno indagato la galassia magistratura con dovizia di particolari e con risultati spesso nient’affatto rincuoranti; due fra tutte le puntate di Report “Ingiustizia” e “L’affaire Csm”. Ma è anche vero che, in questo preciso momento storico il sistema giudiziario, secondo il Rapporto del Consiglio d’Europa, ha toccato lo zenith dell’inefficienza (perso 170 miliardi solo di investimenti):il 45% dei cittadini e il 50% delle imprese ritiene l’indipendenza dei giudici piuttosto “insoddisfacente» o «molto insoddisfacente», e solo 3 cittadini su 10 si fidano delle toghe. Per non dire dei moniti di Mattarella e i casi Amara e Palamara.

Sicché non è peregrino pensare, in quest’epoca per loro cupa, a un tentativo delle toghe di riacquistare il credito e la fiducia perduti presso il grande pubblico attraverso la platea splendidamente pop di Unomattina. Il che non sarebbe sbagliato. Basta non prendersi tutto il braccio che ti porge la mano…

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