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Se Dacia Maraini inciampa nell'omosessualità di Pasolini

la scrittrice si lascia scappare l'idea della "de-omosessualizzazione" di PPP. E subito lo scivolone (come tutti i suoi) assume quasi una cifra letteraria- Quasi.

Francesco Specchia
Francesco Specchia

Francesco Specchia, fiorentino di nascita, veronese d'adozione, ha una laurea in legge, una specializzazione in comunicazioni di massa e una antropologia criminale (ma non gli sono servite a nulla); a Libero si occupa prevalentemente di politica, tv e mass media. Si vanta di aver lavorato, tra gli altri, per Indro Montanelli alla Voce e per Albino Longhi all'Arena di Verona. Collabora con il TgCom e Radio Monte Carlo, ha scritto e condotto programmi televisivi, tra cui i talk show politici "Iceberg", "Alias" con Franco Debenedetti e "Versus", primo esperimento di talk show interattivo con i social network. Vive una perenne e macerante schizofrenia: ha lavorato per la satira e scritto vari saggi tra cui "Diario inedito del Grande Fratello" (Gremese) e "Gli Inaffondabili" (Marsilio), "Giulio Andreotti-Parola di Giulio" (Aliberti), ed è direttore della collana Mediamursia. Tifa Fiorentina, e non è mai riuscito ad entrare in una lobby, che fosse una...

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Dacia Maraini Foto: Dacia Maraini
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Ci sono dei giorni in cui il politicamente corretto e i pensieri arcobaleno di Dacia Maraini si tingono d’imbarazzo. 

Prendete il giorno in cui Rai Cultura inondava i palinsesti di ottime e approfondite analisi su Pier Paolo Pasolini (tra cui segnalo “Visioni. P.P.P. Una vita corsara”, la prima parte di “Museo Pasolini” con Ascanio Celestini e “'Na specie de cadavere lunghissimo”, da godersi tutte su Rai Play); be’ Daria era gradita ospite dei quei pregiato documentari. E, al tempo stesso, la scrittrice si trovava a parlare su Facebook del suo libro su Pasolini. E subito, faceva notare il critico letterario Gian Paolo Serino direttore della rivista letteraria Satisfiction  «Dacia durante una diretta con Roberto Cotroneo di Neri Pozza dice a proposito di Maria Callas che avrebbe voluto sposarlo: “l’idea che l’avrebbe guarito dalla sua omosessualità”…».Chiosava, il Serino: «Guarito? l’omosessualità per la Maraini è ancora una malattia? Meno male che da scrittrice dovrebbe essere più attenta alle parole». Serino aveva ragione.

E ancora meno accorta è stata, più o meno, la risposta che Maraini diede alla Callas che voleva, appunto, de-omosessualizzare PPP: «Cosa vuoi fare Maria, oramai a quell’età...». La qual cosa evoca un po’ quella domanda classica, intimista, logorante, tipica dei genitori anni ’70 nei riguardi del proprio figlio: «Oddio, e se poi questo mi diventa frocio?». Ora, Dacia è del ’36, è figlia del suo tempo virilista e omofobico a tinte forti; e -come spiega bene Walter Siti- ha vissuto anni in cui quel tipo di lessico non era inquadrato certo nel politicamente corretto. Ma il problema di Dacia è la stessa  scrittrice che, ogni settimana, da anni, ci delizia dalle colonne del Corriere della sera con rampogne bombastiche sui diritti delle donne e degli omossessuali, sulla parità di genere e contro le diseguaglianze, sul rispetto del senso stesso delle parole che possono ferire. 

Non è la prima volta che la sussurrata signora inciampa nelle gaffe. E una volta parla degli uomini con la barba “svirilizzati” e “predicatori di odio” (e io un po’ me la sono presa, rovistandomi il pizzetto); e un’altra ecco che suggerisce alla Ue -essendo contraria alla guerra, come tutti-  di non fornire missili agli Ucraini ma fionde come quella di Davide; e un’altra ecco che fa un pippone sull’acqua pubblica, senza conoscere troppo le leggi. Insomma Dacia, inciampa nelle gaffes ma il suo inciampo viene sempre spacciato per licenza poetica e saggezza controcorrente. C’è da dire che le sue, visto quello che c’è in giro, almeno sono gaffes col foulard, elegantissime ...

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