In sala

Miss Marx, perché vederlo: le scene negli slums restano nella memoria

MISS MARX
Regia di Susanna Nicchiarelli. Con Romola Garai, Patrick Kennedy. Produzione  2020. Durata 1 ora e 48 minuti

LA TRAMA
La vita  di Eleonor Marx, quarta figlia di Karl Marx e di Jenny Van Phaeelen.. Femminista, strenua avversaria  del lavoro minorile, raffinata traduttrice (e regista) del teatro di Enrico Ibsen. Eleanor  poteva essere  una delle grandi  donne della seconda metà dell'ottocento, ma  s'attaccò  agli uomini sbagliati (l'ultima cosa che una femminista dovrebbe fare).  Il padre, per il quale nutriva  una venerazione, ma che la deluse presto (il padre del socialismo fu anche padre del figlio della fantesca incinta, ma si rifiutò  di riconoscere il frutto della colpa). E l'amore della sua vita, l'attivista Edward Aveling che finì collo spezzarle il cuore. Inguaribile sottaniere, spendaccione (a spese di Eleanor) ladro (a spese dei compagni  di partito) Aveling mise a durissima prova l'amore di Eleanor. Che non riuscì a dare un taglio netto come la sua eroina di Casa di bambola di Ibsen. All'ennesimo tradimento si uccise. A 43 anni.

PERCHE' VEDERLO
Anzitutto per Romola Garai, un'attrice con molti alti e bassi, ma che qui  riesce a dare passione e coerenza al suo incoerentissimo  personaggio.  Ma un brava anche a Susanna Nicchiarelli, un'allieva di Nanni Moretti che pareva legata senza rimedio  al cinema minimalista del maestro. Ma che abbastanza sorprendentemente  dimostra ampi polmoni di narratrice. E di rievocatrice d'epoca. Le scene degli slums  di Londra rimangono nella memoria. E il top dell'ispirazione è raggiunto nel funerale di Engels, coll'Internazionale suonata a ritmi di musica pop.