"Una classe per i ribelli", come raccontare cose drammatiche in chiave comica
UNA CLASSE PER I RIBELLI
Con Edouard Baer, Leila Bekhti e Laurent Capelluto. regia di Michel Leclerc. Produzione Francia 2019. Durata: 1 ora e 43
LA TRAMA
Paul e Sofia sono due radical chic parigini. Stanno bene (specie lei, avvocatessa in carriera). Potrebbero iscrivere il figlio a una scuola del centro. E invece no. Mettere il proprio ragazzo in un istituto privato è un atto di destra. Così cervellotticamente decidono di trasferirsi nell'hinterland dove è prevalente l'istruzione pubblica. Decisione non saggia. L'hinterland è notoriamente interazziale che più non si potrebbe. Il piccolo si trova a coabitare con coetanei musulmani ebrei cinesi. E' lui l'unico extracomunitario, quindi lo snobbato, l'emarginato, il colpevole, a un certo punto la spia. E il bello è che la maggior parte dei compagni in quella scuola non ci vuol stare e briga per andare in quella pubblica.
PERCHE' VEDERLO
Perché è l'ulteriore dimostrazione che i registi di commedie francesi hanno imparato tutto dal nostro cinema negli anni sessanta. Cioè raccontare cose drammatiche in chiave comica (in certi punti addirittura farsesca come nelle gag riservate al vicino ebreo). Da vedere per come i francesi, inventori del radical chic, riescono a mettere alla berlina i loro campioni del politicamente corretto. Anche se i personaggi, recitati da due attori impagabili come Edouard Baer e Leila Bekhti, non cessano mai neanche per un minuti di essere simpaticissimi.