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"Gioco di ombre": un sornione Downey Junior per uno dei migliori Sherlock Holmes del cinema

Giorgio Carbone
Giorgio Carbone

Nato a Tortona (Al) il 19 dicembre 1941. Laureato in giurisprudenza a Pavia. Giornalista dal 1971. Per 45 anni coniugato all'attrice Ida Meda. Due figli. Critico cinematografico (titolare) per "La Notte" dal 1971 al 1995. Per "Libero" dal 2000 a oggi. Autore di tre dizionari: Dizionario dei film (dal 1978 al 1990); Tutti i film (dal 1991 al 1999); Dizionario della tv (1993).

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SHERLOCK HOLMES GIOCO DI OMBRE

Televisione Italia 1 ore 21.20
Con Robert Downey jr, Jude Law e Jamie Harris. Produzione Gran Bretagna 2010. Durata; 2 ore e 9

LA TRAMA. E' il seguito del primo Sherlock Holmes  ma è decisamente   migliore. Anche perchè  la vicenda  si rifà decisamente ai romanzi  di Conan Doyle (il testo della precedente è apocrifo).  Qui lo scontro è quello (mortale)  coll'eterno nemico  dottor Moriarty, Che stavolta l'ha fatta  più grossa delle precedenti, assassinando l'erede al trono d'Austria e  facendolo passare per suicidio. Lo scontro decisivo avviene alle cascate di Reichenbach  in Svizzera. Holmes  è  in cattive condizioni  e intuisce che avrà la peggio.  E allora si sacrifica e si getta sulle rapide trascinando  con sè il suo nemico. Ufficialmente  muore. Nei romanzi moriva, ma Conan Doyle a furor di popolo fu costretto a resuscitarlo. Dapprima nei ricordi di Watson, poi come sopravvissuto (miracolosamente) al balzo. Nel film non ricompare, ma s'intuisce  che prima o poi salterà fuori a rompere le scatole a Watson e alla sua neonata vita coniugale.

PERCHE' VEDERLO. Perché è tra i migliori Holmes dello schermo, splendidamente sorretto  dalla sorniona vena di Downey jr (che comunque Conan Doyle non avrebbe riconosciuto). E dalla grinta come Moriarty  di Jamie Harris  (figlio di Richard, "L'uomo chiamato cavallo" e pari quasi a lui in bravura).

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