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"Nodo alla gola", un Hitchcock d'annata che non nasconde l'origine teatrale

Giorgio Carbone
Giorgio Carbone

Nato a Tortona (Al) il 19 dicembre 1941. Laureato in giurisprudenza a Pavia. Giornalista dal 1971. Per 45 anni coniugato all'attrice Ida Meda. Due figli. Critico cinematografico (titolare) per "La Notte" dal 1971 al 1995. Per "Libero" dal 2000 a oggi. Autore di tre dizionari: Dizionario dei film (dal 1978 al 1990); Tutti i film (dal 1991 al 1999); Dizionario della tv (1993).

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NODO ALLA GOLA
TV2000 ore 23.10. Con James Stewart, Farley Granger e John Dall. Regia di  Alfred Hitchcock. Produzione  USA  1948. Durata: 1 ora e 20 minuti

LA TRAMA
Due giovani uccidono un  compagno di università. Poi  nascondono il cadavere in una cassapanca. Qualche ora dopo sulla stessa  cassapanca allestiscono un cocktail dove sono stati invitati amici e parenti anche del defunto (persino la fidanzata).  Uno dei due  è comprensibilmente agitato  e sempre sul punto di soccombere alla tensione. L'altro invece sembra godere della situazione e anzi  s'imbarca in teorizzazioni sul "diritto di uccidere" che hanno gli esseri superiori nei confronti degli inferiori. In altre parole da studenti si imbottirono delle teorie superomistiche di Federico Nietzsche. E' presente però un loro ex professore  che contribuì a imbottire. E che ora comincia a sospettare  qualcosa.

PERCHÈ VEDERLO
Perché è un Hitchcock d'annata che non si cura di celare l'origine teatrale del testo, ma anzi la  enfatizza abolendo  apparentemente il montaggio (sembra un'unica  sequenza lunga ottanta minuti).  Qualcuno si stupì che fosse stato affidato a  James Stewart  il ruolo del "cattivo maestro" (anche se nel finale si riabilita).  Ma era questo che piaceva a Hitchcock. Dare al "buono" per eccellenza Stewart personaggi che sarebbero sembrati ignobili  interpretati da altri (Il guardone della "Finestra sul cortile", Il necrofilo della "Donna che visse due volte"). Tanto ci pensava Stewart a ripulire tutto e a rassicurare lo spettatore.

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