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"Snake Eyes", un film d'azione non eccezionale ma condotto come si deve

Giorgio Carbone
Giorgio Carbone

Nato a Tortona (Al) il 19 dicembre 1941. Laureato in giurisprudenza a Pavia. Giornalista dal 1971. Per 45 anni coniugato all'attrice Ida Meda. Due figli. Critico cinematografico (titolare) per "La Notte" dal 1971 al 1995. Per "Libero" dal 2000 a oggi. Autore di tre dizionari: Dizionario dei film (dal 1978 al 1990); Tutti i film (dal 1991 al 1999); Dizionario della tv (1993).

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SNAKE EYES
Al cinema. Con Harry Golding, Samara Weaving, Andy Koji. Regia di Robert Schwentke. produzione USA/Giappone 2021. Durata: 2 ore

LA TRAMA
Snake eyes vuol dire Occhi di Serpente, ma  (nel gergo dei giocatori) lancio di dadi  a punteggio bassissimo, quindi colpo sfigato. Sfigatissimo è un tale con trascorsi mafiosi che un giorno viene accoppato dalla sua gang. La casa è incendiata, ma il figlio piccolo scampa. Divenuto adulto (e campione di arti marziali)  si mette al servizio di un boss degli yakuza (la mafia giapponese) perchè il boss  gli ha promesso di fargli  ritrovare l'assassino del padre.  Snake Eyes (ormai lo chiamano così) per compiacere il boss s'infiltra  in un'altra cosca nipponica, ma presto finisce per parteggiare per questa.

PERCHÈ VEDERLO
Perché è un film d'azione non eccezionale, non (soprattutto) nuovo però condotto come si deve. Nato come prequel a un altro ciclo "action" (G.I. Joe) lo supera alla grande in tensione e colpi di scena. Peccato che il cast sia di sconosciuti (conosciutissimi in Giappone non hanno ancora trovato spazio in film internazionali, anche se lo meritano).

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