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"The informer-L'infiltrato", la prova del nove della bravura di Di Stefano

Giorgio Carbone
Giorgio Carbone

Nato a Tortona (Al) il 19 dicembre 1941. Laureato in giurisprudenza a Pavia. Giornalista dal 1971. Per 45 anni coniugato all'attrice Ida Meda. Due figli. Critico cinematografico (titolare) per "La Notte" dal 1971 al 1995. Per "Libero" dal 2000 a oggi. Autore di tre dizionari: Dizionario dei film (dal 1978 al 1990); Tutti i film (dal 1991 al 1999); Dizionario della tv (1993).

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THE INFORMER-L'INFILTRATO
Rai 3, ore 21.50. Con Joel Kinnaman, Rosamund Pike e Clive Owen. Regia di Andrea Di Stefano. Produzione Usa 2019. Durata: 1 ora e 53 minuti

LA TRAMA
Un veterano  dell'Iraq,  che dopo la guerra s'è messo nei guai colla giustizia, per ripulirsi la fedina accetta di collaborare coll'Fbi. Dovrà infiltrarsi tra i membri della mafia polacca che giostra il traffico della droga a New York. S'infiltra anche troppo bene. Tanto da essere  costretto a recitare la commedia  anche quando questa prevede un soggiorno in un penitenziario per non destare sospetti. Col risultato che la pelle è in gioco  ogni giorno che passa in gattabuia.

PERCHÈ VEDERLO
Perché è la prova del nove della bravura registica di Andrea Di Stefano, un belloccio da sceneggiati televisivi nostrani che alla metà del decennio scorso sorprese tutti con una biografia non convenzionale del narcotrafficante Escobar. Il cinema americano lo ha adottato e ha fatto bene. "The informer" è un thriller "di genere"  che non offre molto di nuovo, ma il già visto lo ripropone con nerbo e tensione.

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