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"Bone Tomahawk", indiavolato pastrocchio tra western e horror: noia, la grande assente

Giorgio Carbone
Giorgio Carbone

Nato a Tortona (Al) il 19 dicembre 1941. Laureato in giurisprudenza a Pavia. Giornalista dal 1971. Per 45 anni coniugato all'attrice Ida Meda. Due figli. Critico cinematografico (titolare) per "La Notte" dal 1971 al 1995. Per "Libero" dal 2000 a oggi. Autore di tre dizionari: Dizionario dei film (dal 1978 al 1990); Tutti i film (dal 1991 al 1999); Dizionario della tv (1993).

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BONE TOMAHAWK
Cielo ore 21.15. Con Kurt Russell, Patrick Wilson e Richard Jenkins. Regia di Craig Zahler. Produzione USA 2015. Durata:  2 ore e 12 minuti

LA TRAMA
Uno sceriffo viene a sapere che una carovana  di pionieri è sparita. Crede che siano stati vittima di una attacco degli indiani e parte  alla ricerca alla testa di  un'armata Brancaleone reclutata sul posto (un ragazzo, un pistolero, un anziano evidentemente  fuori di testa).  La  realtà  si rivela più atroce  delle previsioni. I disgraziati sono capitati  nelle mani di una banda di cavernicoli  cannibali.

PERCHÈ VEDERLO
Perché ti fa orripilare ma anche divertire. Dipendi se decidi o meno di stare al gioco. Il gioco è un indiavolato pastrocchio di western e horror  film. Si comincia come in "Sentieri selvaggi" come una spedizione di soccorso in una delle terre  più tormentate del West. Finchè il nemico non si fa manifesto. E allora precipitiamo nell'horror più trucido (il regista deve aver visto tutti i film italiani sul cannibalismo degli anni 80). Se resisti  alla tentazione di alzarti dalla sedia (o di fare zapping) allora  lo spasso è grande. E la noia la grande assente. 

 

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