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Il prefetto di ferro: mafia e fascismo, il miglior Squitieri

Giorgio Carbone
Giorgio Carbone

Nato a Tortona (Al) il 19 dicembre 1941. Laureato in giurisprudenza a Pavia. Giornalista dal 1971. Per 45 anni coniugato all'attrice Ida Meda. Due figli. Critico cinematografico (titolare) per "La Notte" dal 1971 al 1995. Per "Libero" dal 2000 a oggi. Autore di tre dizionari: Dizionario dei film (dal 1978 al 1990); Tutti i film (dal 1991 al 1999); Dizionario della tv (1993).

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IL PREFETTO DI FERRO
Cine 34 ore  23.25
Con Giuliano Gemma,  Claudia Cardinale e Francisco Rabal. Regia di  Pasquale Squitieri. Produzione Italia 1977. Durata: 1 ora e 50

E' la storia di Cesare Mori. mandato  da Mussolini  in  Sicilia alla fine degli anni 20  coll'ordine di debellare la mafia. E lui la debella usando metodi da Far West. Ma quando spazzata  via  la malavita delle campagne, vuol passare a quella delle città lo fermano.  Il regime mafioso è riuscito a venire a patti con quello fascista.

PERCHE' VEDERLO  perché è il miglior film del povero Pasquale Squitieri , quello dove è riuscito a conciliare il suo impeto di regista d'azione colle sue idee mai banali sulle commistioni  tra politica e malavita nel primo secolo di unità d'Italia. Raffigurato con vigore da Giuliano Gemma  (opportunamente doppiato) Mori emerge  come un eroe all'americana (Squitieri  non ha dovuto inventare  nulla: Mori sparava sui mafiosi come Wyatt Earp all'OK. Corral).

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