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"Plane", Richet sa come maneggiare le emozioni dello spettatore

Giorgio Carbone
Giorgio Carbone

Nato a Tortona (Al) il 19 dicembre 1941. Laureato in giurisprudenza a Pavia. Giornalista dal 1971. Per 45 anni coniugato all'attrice Ida Meda. Due figli. Critico cinematografico (titolare) per "La Notte" dal 1971 al 1995. Per "Libero" dal 2000 a oggi. Autore di tre dizionari: Dizionario dei film (dal 1978 al 1990); Tutti i film (dal 1991 al 1999); Dizionario della tv (1993).

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PLANE
Con Gerard Butler, Daniella Pineda e Mike Colter. Regia di Jean Francois Richet. Produzione Usa 2022. Durata: 1 ora e 45 minuti. Al cinema

LA TRAMA
Un aereo passeggeri da Singapore a Honululu. Durante una perturbazione un fulmine colpisce uno dei motori. Il pilota è costretto a un atterraggio di fortuna in un'isola delle Filippine. Dalla padella nella brace. L'isola è occupata da una banda di feroci guerriglieri che uccidono ogni straniero che capita. I soccorsi tardano ad arrivare perché in quel posto d'inferno nemmeno l'esercito filippino osa metterci piede. Per fortuna il tostissimo pilota trova il modo di far ridecollare l'aereo.

PERCHÈ VEDERLO
Perché il film ha certamente tutti i difetti delle opere costruite sulla misura del membruto Gerard Butler (qui anche produttore). È rutilante, inverosimile, molto molto prevedibile. Però Butler, almeno stavolta s'è rivolto alla persona  giusta, il francese Richet ("Nemico pubblico"). Richet come regista d'azione non ha da imparare da nessuno. E soprattutto sa benissimo come maneggiare le emozioni dello spettatore. Tu lo sai che Butler riuscirà a portare il suo scassone oltre la catena di montagne. Però per portarlo oltre, Richet aspetta l'ultimissimo  minuto, quando il carrello è a un pelo da sbattere contro la cima.

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