
"Educazione fisica": la strana storia tra le mura di una scuola

EDUCAZIONE FISICA AL CINEMA Con Giovanna Mezzogiorno, Sergio Rubini e Claudio Santamaria. Regia di Stefano Cipani. Produzione Italia 2023. Durata: 1 ora e 40 minuti
LA TRAMA Quattro personaggi (due coniugi piccolo borghesi, due divorziati pieni di soldi) si trovano senza sapere perché nella palestra (alquanto fatiscente) della scuola media frequentata dai rispettivi figli. Li ha convocati la preside dell'istituto e per gravi motivi. I ragazzi si sarebbero resi colpevoli di uno stupro di gruppo perpetrato ai danni di una coetanea. La reazione dei genitori è incredula, scandalizzata, anche violenta. Non ci credono non è possibile, eppoi perché la ragazza ha aspettato due settimane prima di denunciare il fatto (io questa frase l'ho già sentita)? Poi sono messi di fronte all'evidenza. Non solo animali, pure esibizionisti. Uno di loro ha filmato sul suo smartphone l'intera mascalzonata. La preside minaccia di denunciare il fatto alla polizia e vedendosi minacciata scappa. Scappando s'aggrappa a un attrezzo corroso (come tutta la palestra del resto). Cade e muore. Ora anche per i quattro adulti sono cavoli amari.
PERCHE' VEDERLO perchè se la storia è ovvia, didascalica (fa venire in mente gli sceneggiati Tv moraleggianti di una volta) è raccontata con piglio e mordente. La sceneggiatura (da un dramma teatrale) è dei fratelli Damiano e Fabio D'innocenzo. Due ragazzacci ("Favolacce" è roba loro) bravissimi a cogliere in contropiede lo spettatore. Prendono in mano quattro personaggi stereotipati e rivoltano le carte di continuo (il genitore ricco è un arrogante palazzinaro, ma il carattere più inquietante a un dato punto si rivela la signora piccolo borghese)
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