Sfida

Come fare star meglio i lavoratori? Trump-Biden, un tema centrale: le differenti ricette

Nel dibattito pre-elettorale tra Trump e Biden un tema centrale per la sua concretezza sono le diverse ricette economico-finanziarie per fare stare meglio i lavoratori. “Quando la borsa va su, questo significa piu’ posti di lavoro. E significa anche che i piani pensionistici 401(k) vanno su”, ha detto Trump durante lo scontro in TV. Biden non ha ribattuto nulla, ma del resto si era gia’ espresso giorni prima in un comizio in Pennsylvania, quando aveva detto, a Scranton la sua citta’ di nascita, ‘Tutto ciò che Trump può vedere da Park Avenue è Wall Street. Tutto quello a cui pensa è il mercato azionario e cosi’ dice alla gente : ‘Andremo tutti bene, tutti possiedono azioni’. Quanti di voi possiedono azioni a Scranton? Nel mio quartiere di Scranton, non ci sono molte persone che possiedono azioni.“ Magari Biden pensava di essere stato ironico, invece ha solo dato la prova di quanto sia ignorante, e lontano dalle masse dei lavoratori, nel suo pregiudizio verso il business e il mercato azionario. Glielo ha fatto notare sul Wall Street Journal Grover Norquist, presidente del pensatoio conservatore ATR (American for Tax Reform) , in un articolo (op-ed, pubblicato nella pagina delle opinioni esterne) dal titolo “Che cosa c’e’ in palio nella sfida Trump-Biden: i tuoi risparmi di una vita”. 

Scrive Norquist: “La critica di Biden avrebbe potuto avere senso quando ha iniziato la sua carriera politica. Ma oggi, più di 100 milioni di americani risparmiano nei fondi 401 (k) , rispetto ai 19 milioni del 1990, insieme a molti altri che utilizzano conti pensionistici individuali (IRA), oppure nei piani di risparmio universitario. E questa crescente ‘classe di investitori’ è sempre più consapevole. Ricevono rapporti frequenti dalle societa’ di gestione e possono controllare i loro estratti conto online in qualsiasi momento per vedere come i loro risparmi sono aumentati, diminuiti o rimbalzati. E hanno visto la presidenza Trump aumentare il valore dei loro risparmi di una vita. ‘Ricchezza’ è un insulto a sinistra. Tuttavia, se chiedi agli americani comuni non della loro ‘ricchezza’ ma dei loro risparmi in un 401 (k) o in un fondo IRA, molti possono dirti il valore dei loro risparmi al centesimo. Gli scettici sostengono che la performance del mercato è importante solo per i grandi investitori con la posta in gioco maggiore, ma questa tesi e’ da ribaltare. I giovani americani, che stanno appena iniziando a risparmiare in un IRA o 401 (k), hanno un interesse ancora maggiore per le politiche economiche a favore della crescita. Hanno più anni davanti per raccogliere i frutti”. Prosegue Norquist: “I tagli alle tasse del presidente Trump, la deregolamentazione, le politiche energetiche e la nomina di giudici ligi alle leggi hanno portato gli americani su una rotta più rapida verso la crescita del risparmio. Il giorno delle elezioni 2016, l'ultimo giorno in cui molti americani e Wall Street credevano che avremmo vissuto sotto le politiche economiche in stile Obama, lo S&P 500 era a 2140. A febbraio 2020, dopo tre anni di politiche del presidente Trump, l'S&P ha raggiunto il picco 3385 subito prima del lockdown per il Covid: un aumento del 56% da quando è stato eletto Trump. Se i tuoi risparmi pensionistici fossero stati semplicemente investiti nello S&P durante quel periodo, sarebbero cresciuti del 56%. Poi sarebbero caduti durante il lockdown da Covid, ma mai abbastanza da scendere al massimo dell'era Obama-Biden dell'8 novembre 2016. Covid non è stato dannoso per i tuoi risparmi di una vita come lo sono le politiche democratiche. Oggi il mercato è rimbalzato ed è quasi all'altezza precedente. Al contrario, quasi ogni singola politica proposta da Biden-Kamala Harris ridurrebbe il valore dei tuoi risparmi di una vita. Tasse sulle imprese. Tasse sui lavoratori. Regolamentazioni sulle imprese”. 

Avevo citato il pensatoio ATR di Norquist nel mio libro “Il Guerriero Solitario - Trump e la Mission Impossible” raccontando i tre anni di successo delle politiche economiche di Trump, a proposito degli effetti dei tagli fiscali per individui e imprese: “La stima di mercato”, ho scritto a proposito della manovra di Trump per far rientrare i capitali, “ è che l’insieme dei profitti parcheggiati all’estero fosse attorno ai 3.000 miliardi di dollari. Trump aveva promesso che le aziende avrebbero pagato una percentuale secca del 10% sui profitti rimpatriati. La legge approvata ha fissato, invece, due diversi tassi di favore, l’8% sugli asset tenuti all’estero e il 15,5% sulla liquidità. La promessa, insomma, è stata sostanzialmente mantenuta, dando risultati corposi: nei primi due trimestri del 2018 sono infatti rientrati negli Usa 465 miliardi di dollari che non sarebbero mai tornati nel circuito finanziario nazionale. E questo flusso è andato a beneficio di tutti gli americani, compresi i detrattori di Trump. Il pensatoio pro-free market Americans for Tax Reform (www.atr.org) ha tenuto l’elenco aggiornato di casi concreti di imprenditori che, per diretta conseguenza della legge di Trump (Tax Cuts and Jobs Act), hanno aumentato gli stipendi, corrisposto speciali bonus, alzato le contribuzioni aziendali ai piani pensionistici individuali 401(k)1, incrementato benefici economici o ridotto costi a carico dei dipendenti. Naturalmente, non essendo un censimento ufficiale a tappeto, bensì la raccolta di informazioni che le aziende forniscono volontariamente al pensatoio conservatore, i 927 casi registrati sul sito a fine febbraio 2020 sono solo un campione, probabilmente di imprenditori in simpatia politica con l’Amministrazione. Ma senza dubbio questa promessa mantenuta da Trump è una di quelle che hanno dato benefici economici erga omnes, sia alle imprese sia ai loro dipendenti, al di là degli schieramenti di partito”.