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Festival dell'economia di Trento: l'anno della maturità

Iris Devigili Cattoni
Iris Devigili Cattoni

Ha una laurea in scienze storiche cui sono seguiti due master in Marketing, comunicazione e social media e in Marketing strategico. Da oltre dieci anni è consulente di marketing e comunicazione digitale ed è stata docente per i master post laurea alla Business School de Il Sole 24 Ore. Autrice del libro “Buyer Personas. Comprendi le scelte d'acquisto dei clienti con interviste e Modello Eureka!”, ha scritto diversi contributi per pubblicazioni di colleghi e amici. Si dedica alla scrittura e conduzione di trasmissioni televisive, modera dibattiti, presenta libri e coltiva la sua passione per l'uso della voce. Patita di sport, si divide tra running e padel.

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Si è appena concluso il Festival dell’economia di Trento; quatto giorni che hanno reso la mia città un polo di attrazione per centinaia di migliaia di persone venute da tutta Italia e dall’estero.

Il Gruppo 24 Ore, che da due anni ha preso il timone di una manifestazione nata nel 2006, ha saputo portarla, nel suo anno della maturità, ad un incredibile successo. I numeri parlano chiaro: questa diciottesima edizione ha visto protagonisti il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e ben 19 ministri, 6 premi nobel, 40 economisti tra i più importanti a livello nazionale e internazionale, altrettanti manager e imprenditori di aziende di forte rilievo italiano ed estero, oltre 90 accademici, 60 rappresentanti delle istituzioni nazionali ed europee, più di 30 relatori internazionali.

Questo per quanto riguarda il core del Festival dell’Economia, ma la città è stata coinvolta in un programma di eventi che tra FuoriFestival, Economie dei Territori, Incontri con l’Autore e Dirette di Radio 24, ha contato più o meno 260 eventi con protagonisti circa 650 relatori. Tematica dell’anno “Il Futuro del Futuro” che, anche in virtù dell’argomento affrontato, ha reso fortemente partecipi i giovani non solo come spettatori, ma come veri e propri attori che hanno potuto manifestare le loro idee di futuro.

Un ruolo, quello dei ragazzi, che li mette al centro dell’attenzione per l’atteggiamento virtuoso;; universitari, e non solo, che hanno affollato le sale, che sono rimasti in fila per poter entrare ad ascoltare le grandi menti che hanno arricchito di contenuti un festival nato proprio per creare cultura e spessore intellettivo. Giovani impegnati ed attenti al futuro che li renderà protagonisti e al quale vogliono arrivare preparati. Un festival contro la superficialità di idee e contenuti, che ha approfondito quel caleidoscopio di tematiche che stanno sotto il cappello di “futuro”.

Un futuro fatto innanzitutto di visioni e di grandi prospettive; di un’economia che si intreccia con la sostenibilità intesa nel senso più ampio del termine ed in particolare con quella ambientale, che a sua volta va a braccetto con la transizione ecologica ed energetica. Un futuro fatto di Europa e di equilibri geopolitici che possano portare pace, stabilità e prosperità; fatto di libertà ed uguaglianza, di cui i principi democratici sono i garanti.

Grande spazio è stato dato all’innovazione e alla tecnologia, al metaverso e alla cybersecurity; il tema dell’intelligenza artificiale, in particolare con la presenza di Marco Landi - presidente di EuropIA, già presidente della Apple di Steve Jobs negli anni ’90 - ha catalizzato l’interesse di persone appartenenti a diverse generazioni. La proposta: sfruttare i fondi del PNRR per creare un consorzio per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale generativa in Italia, attualmente ambito di leadership di Stati Uniti, Cina e India. Un settore strategico, perché offre opportunità di sviluppo in ambiti di fondamentale importanza come l’apprendimento, la cultura e la salute.

Il PNRR, come immaginabile, è stato protagonista in vari dibattiti; ne sono emersi segnali di ottimismo, con prospettive che lo vedono al centro della crescita dell’Italia, seppur con la necessità di “rimetterci mano”, come asserito da Carlo Bonomi, presidente di Confindustria.

Un futuro prospero non può che mettere al centro le infrastrutture e la mobilità, importanti moltiplicatori del PIL e così, secondo Luigi Ferraris – amministratore delegato di Ferrovie dello Stato - il trasporto ferroviario dovrà diventare la spina dorsale della mobilità del futuro che sarà sempre più integrata, intermodale e sostenibile.

Mobilità sostenibile anche grazie agli automezzi che sfrutteranno non solo l’elettricità, ma anche l’idrogeno per circolare senza inquinare, come l’idrogeno verde prodotto dalla società Autostrada del Brennero, che sta lavorando all’ambizioso Green Corridor, progetto che renderà l’autostrada che va dal Brennero a Modena a emissioni e incidenti zero.

Moltissime altre le tematiche affrontate nella quattro giorni, tra cui il lavoro, le professioni del futuro, il ruolo della donna; donne che quest’anno sono state più presenti delle passate edizioni con una partecipazione da protagoniste del 35%, percentuale che andrà sicuramente alzata in futuro, ma che rispetto al passato segna già un buon risultato. Proprio le donne hanno aperto e chiuso il festival e ne hanno accompagnato momenti importanti.

Francesca Fagnani ha intervistato il Cardinale Gianfranco Ravasi in occasione dell’inaugurazione; un intervento, quello del Presidente emerito del Pontificio Consiglio della Cultura, che ha subito posto delle basi di positività al dialogo che si sarebbe sviluppato nei giorni seguenti: “non riesco a vedere un orizzonte solo cupo anche se c’è il negativo. Quando sono nato era peggio: milioni di morti, l’Europa colava sangue. Pensiamo a quello che abbiamo costruito, a quello che possiamo costruire.”

Di fatto è questo che ci si propone con l’organizzazione di eventi come il Festival dell’Economia di Trento: costruire; quantomeno gettare le basi per farlo con visione, consapevolezza e perché no, anche con gentilezza. Ne ha ricordato l’importanza Fabio Tamburini – direttore de Il Sole 24 Ore - in chiusura domenica 28 maggio citando Immacluata De Vivo, Professor of Medicine, Harvard Medical School, “Vuoi vivere a lungo? Pratica la gentilezza” concetto, oserei dire, propriamente femminile.

Femminile, con la giornalista Maria Latella, è stata la conduzione dell’intervista al premier Giorgia Meloni, un confronto garbato tra donne che ha saputo esaltare le tematiche affrontate: presidenzialismo e autonomie, rapporto con la Francia e con il Presidente degli Stati Uniti Biden, la riforma fiscale e il dramma dell’emergenza in Emilia Romagna. Ancora una donna – la corrispondente italiana del Financial Times Silvia Sciorilli Borrelli - a dialogare con Carlo Bonomi all’ultimo intervento del festival.

Raccontare in un solo post la pienezza di contenuti di un evento tanto ricco è praticamente impossibile; potrei citare una frase soltanto di quanto detto dai ministri e dai nobel presenti e questo testo si allungherebbe di pagine, se poi mi dedicassi a raccogliere i concetti ascoltati nei tanti altri interventi che si sono susseguiti, non finirei più di scrivere.

Non ho scelto razionalmente le poche frasi, dette dai relatori, che ho riportato; non ho premeditato i nomi che ho citato, perché scegliere sarebbe significato dare una scala di valore ai personaggi e ai contenuti; ho semplicemente seguito un flusso di idee che si sono susseguite scrivendo ed ho riportato ciò che mi è tornato alla memoria dei tanti interventi cui ho partecipato.

Avrei voluto presenziare a molti più eventi, ma non mi è stato possibile per concomitanza di orari; senza dubbio approfitterò dei video on demand per ascoltare speach che non sono riuscita a seguire e lo stesso suggerisco di fare a chi non ha partecipato alla kermesse. È stato bello vedere la mia città animarsi e arricchirsi di un connotato diverso da quello quotidiano; una città che ha dato la misura della sua capacità di accoglienza; una città che saprà farsi ricordare e che ha goduto di strade brulicanti e di persone provenienti da ovunque.

Per me, che quella città la vivo da sempre, è una sorpresa e un orgoglio insieme vederla trasformarsi e arricchirsi come in occasione del Festival dell’Economia. Nei giorni dell’evento diventa fulcro di un melting pot di etnie, culture, mentalità e generazioni, si rivela attrazione per chi vuole accrescere la propria capacità di visione e comprensione. Di anno in anno le tematiche affrontate sono diventate sempre più interessanti ed io sono già curiosa di sapere quale sarà il focus del 2024 e di cosa riserverà la diciannovesima edizione del Festival dell’Economia di Trento.

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