
Silvio Berlusconi, il grande innovatore che ha cambiato l'Italia

È trascorsa una settimana da quando Silvio Berlusconi è passato a miglior vita. A molti è stato chiesto cosa mancherà di lui; io avrei risposto “mancherà lui”. Mancherà lui, perché un uomo così poliedrico nella personalità e nell’attività imprenditoriale non può essere scisso in aspetti caratteriali o di capacità; è un tutt’uno che ne fa un personaggio oserei dire ineguagliabile. Ne fa, per l’appunto, Silvio Berlusconi.
Può piacere o non piacere, lo si può apprezzare o meno, si può concordare con il suo pensiero e modo di agire oppure no, ma per chiunque, amatore o odiatore, è stato un riferimento da seguire o da attaccare. Non c’è stata una via di mezzo, non ha destato indifferenza; Silvio Berlusconi non era indifferente a nessuno e forse questo è ancora più importante di quanto lui voleva, ossia piacere a tutti.
Ne sono testimonianza anche le critiche ai funerali di stato e al lutto nazionale che per lui è stato voluto dal governo. Eppure non ci sarebbe nulla da obiettare: i funerali di stato gli sono dovuti per essere stato Primo Ministro – ben quattro volte – e “per avere illustrato la Nazione italiana nel campo … delle arti, del lavoro, dell’economia … e dello sport”, come recita la legge 7 del 1987, n.36.
Perché criticare il lutto nazionale? Berlusconi ha cambiato l’Italia, è innegabile, è stato un visionario, un precursore, un innovatore e ha modificato radicalmente il modo di fare politica. Certo che il lutto nazionale gli è dovuto; un uomo tanto imponente e pervasivo è difficile, se non impossibile da eguagliare. E poi, diciamoci il vero, anche dopo essere passato a miglior vita Berlusconi è riuscito a dare un palco a chi si è espresso contro gli onori che gli sono stati tributati il 14 giugno.
Sì, perché il Cavaliere ha contributo a rendere note le sue creature politiche e di spettacolo, ma anche chi lo ha contrastato per un trentennio. Parlare di Berlusconi, soprattutto farlo nel male, è sempre stato motivo di dibattito e quindi di attenzione mediatica, tant’è che i suoi più taglienti critici hanno ottenuto una grande visibilità negli anni. Chi giudica e punta il dito, dovrebbe venirci a dire chi altri è stato in grado anche solo di immaginare ciò che Silvio Berlusconi ha realizzato: Milano 2, un concetto di nucleo abitativo impensabile negli anni ‘70 in Italia; la televisione privata che ha tolto il monopolio alla RAI, inconcepibile a quel tempo; il Milan rilevato quando era in forte difficoltà e portato ad essere una delle squadre più forti al mondo. Da imprenditore ha spaziato in ambiti totalmente diversi con successi incredibili e il suo contratto con gli italiani è stato il trait d’union tra mondo aziendale e politico.
Berlusconi ha rivoluzionato il modo di fare campagna elettorale portando i politici in tv; ha introdotto l’uso dei sondaggi, fino ad allora utilizzati soltanto nel marketing; ha di fatto inventato il centro-destra, un unico soggetto politico con sensibilità e proposte diverse - che tutt’ora dimostra la sua cifra vincente - e che nei primi anni ‘90 portò l’elettorato moderato della Democrazia Cristiana e dei socialisti all’incontro con la destra; con lui è nato il bipolarismo in Italia, la scelta di campo. Nel 2002, a Pratica di Mare, compì l’impresa memorabile “che pose fine a più di cinquant’anni di guerra fredda”, evento di cui è celebre la stretta di mano tra Putin e Bush; nel 2008 proprio l’amicizia con Putin fu utile a fermare gli attacchi della Russia in Georgia, giungendo ad un accordo tra le parti.
È evidente a tutti che Berlusconi è stato un grande leader politico. Ha creato Forza Italia, un partito che dura da trent’anni; con il suo carisma è stato in grado di tenerlo vivo e di far si che in quella forza politica le persone si riconoscessero proprio perché si identificavano in lui. Silvio Berlusconi lascerà un grande vuoto; è un uomo che ha segnato un’epoca non solo per tutto ciò che è riuscito a fare, ma perché è quotidianamente entrato nella vita e nelle case degli italiani per quasi mezzo secolo.
Il Cavaliere resterà nella storia perché forse nessuno quanto lui è stato divisivo; perché sicuramente nessuno quanto lui è stato perseguitato dalla macchina giudiziaria in trent’anni di procedimenti che, se fosse ancora in vita, sarebbero proseguiti per almeno un lustro. Processi che di fatto portarono ad una sola condanna.
Berlusconi non è stato solo imprenditoria e politica, ma un uomo dalla grande generosità e umanità, almeno è quello che testimonia chi l’ha conosciuto. Sicuramente era un personaggio di grande empatia, un uomo – come lui stesso si è definito – “concavo e convesso”, capace di adattarsi all’altro e di trovare una via di simpatia. Una persona positiva, con “il sole in tasca”, che sapeva infondere entusiasmo e voglia di fare, di crescere, di avere successo.
Certo non era un uomo perfetto; non è riuscito a portare a compimento alcune importanti riforme come quella fiscale, ha commesso degli errori in politica e delle leggerezze in ambito sentimentale, ma nulla gli è stato perdonato, anzi, tutto è stato amplificato proprio perché si riferiva a lui, a Silvio Berlusconi.
L’era berlusconiana ha evidentemente segnato la storia d’Italia, chissà come verrà ricordato in futuro il suo protagonista. Verrà riconosciuto il suo genio, così come è stato fatto con i grandi personaggi che popolano i libri di storia o ne verranno enfatizzate le caratteristiche più colorite?
A lui “basterebbe essere ricordato come una persona per bene, che ha fatto del bene all’Italia e agli italiani”.
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