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Divorzio immediato, senza passare dalla separazione: ecco come funziona

Marzia Coppola
Marzia Coppola

Avvocato matrimonialista, educata alla resilienza e alla libertà. Laureata in Italia e in Francia, ho continuato gli studi per diventare anche avvocato della Sacra Rota. Lavoro con l'Avv. Annamaria Bernardini de Pace e mi occupo di diritto di famiglia a 360 gradi (e più!). Convinta che anche dalla relazione peggiore si possa imparare qualcosa.

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Una delle prime domande che i Clienti rivolgono a noi avvocati matrimonialisti, è quella di sapere quali saranno i tempi del giudizio di separazione e anche quelli del divorzio. Chi vuole separarsi/divorziare, infatti, desidera avere indicazioni precise in termini di tempistiche per poter riorganizzare la propria vita. La verità è che la risposta dipende molto dal tipo di procedimento (se sarà consensuale oppure se sarà giudiziale), dal tempo impegnato nella trattativa e dalle richieste che si vogliono portare avanti. Poi dipende anche in quale tribunale il tutto dovrà svolgersi. 

Ma oltre a questo, la legge impone di attendere un determinato periodo tra la separazione e il divorzio: se la separazione è stata consensuale, i futuri ex coniugi dovranno aspettare 6 mesi dall’udienza presidenziale prima di poter procedere con il divorzio; se la separazione è stata giudiziale, invece, il termine è raddoppiato e, quindi, le parti dovranno attendere 12 mesi dall’udienza presidenziale e poi potranno chiedere il divorzio. Questi sono i termini del c.d. “divorzio breve” e che hanno preso il posto del periodo di tre anni che era previsto in passato.

In ogni caso, la costante è che la separazione richiede e impiega tempo. Tuttavia, c’è una strada percorribile che non tutti conoscono. Ossia quella di domandare il divorzio immediato.  La legge, infatti, in alcuni specifici casi, permettere di “saltare” la separazione e rivolgersi al giudice per chiedere che venga pronunciato direttamente il divorzio.  

Questo è possibile: quando uno dei coniugi sia stato condannato all’ergastolo o a una pena superiore ai 15 anni oppure a qualsiasi pena connessa al reato di incesto, delitto sessuale, induzione, costrizione sfruttamento e favoreggiamento alla prostituzione.  Quando un coniuge ha violato gli obblighi di assistenza familiare, è stato condannato per maltrattamenti in famiglia o circonvenzione di incapace (questi reati devono essere commessi nei confronti dell’altro coniuge oppure dei figli). Ancora, sarà possibile domandare immediatamente il divorzio quando il matrimonio non sia stato consumato oppure sia passata in giudicato la sentenza di rettificazione di attribuzione di sesso.

È chiaro che si tratta di situazioni “limite” che non riguardano ogni famiglia. Ma allo stesso modo è certo che, proprio per questo, il legislatore ha voluto garantire al coniuge “non colpevole” la possibilità di mettersi alle spalle nel più breve tempo possibile una brutta storia. Come dire che, in tutte queste ipotesi, una volta che è passata in giudicato la sentenza di condanna penale, è provato che si tratta di una persona (un coniuge) pericoloso ed è giusto, quindi, che l’altro possa ricominciare la propria vita in autonomia il prima possibile. Senza avere paura dell’altro e senza subirne l’onta sociale.  

di Avv. Marzia Coppola
[email protected]
Studio legale Bernardini de Pace

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