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Spese straordinarie per i figli: chi paga tra mamma e papà divorziati

Marzia Coppola
Marzia Coppola

Avvocato matrimonialista, educata alla resilienza e alla libertà. Laureata in Italia e in Francia, ho continuato gli studi per diventare anche avvocato della Sacra Rota. Lavoro con l'Avv. Annamaria Bernardini de Pace e mi occupo di diritto di famiglia a 360 gradi (e più!). Convinta che anche dalla relazione peggiore si possa imparare qualcosa.

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Abbigliamento, spesa al supermercato, farmacia, nuoto, pianoforte, paghetta settimanale, abbigliamento sportivo, gite scolastiche, libri, oculista. Queste sono alcune delle numerosissime spese che mamma e papà devono sostenere per i figli. 
Costi, sempre, in cambiamento (e, spesso, in crescita), dato che si inizia parlando di pannolini e si prosegue organizzando un anno di liceo all’estero. I figli, infatti, hanno sempre il diritto a essere mantenuti, da entrambi i genitori in proporzione alle proprie capacità economiche, fino al raggiungimento dell’autonomia economica (e non, come molti credono, fino alla maggiore età). 
Il problema, comunque sia, dall’inizio, è quello di chiarire quali spese siano da qualificarsi come straordinarie e cioè non comprese nell’assegno che un genitore corrisponde all’altro per contribuire al mantenimento dei figli. 
Il principio, generale, per individuare le spese straordinarie è quello di comprendere se si tratta di costi imprevedibili e imponderabili che esulano dall’ordinario di vita dei figli. Per esempio, sarà sicuramente un costo ordinario (quindi compreso nel mantenimento) la spesa alimentare, poiché si tratta di un esborso che tutte le famiglie hanno e che non è in alcun modo eliminabile o trattabile. Al contrario, sono costi straordinari quelli legati alla scuola, poiché non si può sapere se i figli studieranno (al di là delle scuole dell’obbligo), che istituti frequenteranno (se pubblici o privati), se saranno in Italia o all’estero e così via. Naturalmente, a seconda della scelta compiuta, i costi varieranno moltissimo e non è possibile quantificare, per tutti i genitori separati, una somma a forfait da contemplare nell’assegno ordinario.     
In ogni caso, per agevolare l’individuazione di quali voci di spesa siano ordinari e quali extra, quasi tutti i tribunali d’Italia hanno stilato un preciso elenco detto “Protocollo delle spese straordinarie”. In questo modo, mamma e papà potranno riferirsi a voci precise e limitare il conflitto e l’incomprensione tra loro. Le macro categorie individuate da tutti i protocolli sono quelle mediche (per esempio il pediatra, il dentista, i tickets sanitari), quelle scolastiche (per esempio i libri, il corredo di inizio anno, le ratte scolastiche), quelle sportive (per esempio l’iscrizione ai corsi, l’abbigliamento sportivo, l’iscrizione a eventuali gare) e quelle ludico-creative (per esempio il pianoforte, i corsi di informatica e i centri estivi). 
Quanto alla ripartizione, nella stragrande maggioranza dei casi, i costi extra sono divisi al 50% tra i genitori. Nulla vieta, naturalmente, che siano integralmente a carico della mamma o del papà oppure che siano tra loro ripartite in percentuali diverse. Saranno proprio i genitori a decidere come dividerle tra loro, inserendo questa precisa previsione nell’accordo di separazione, oppure sarà il giudice a indicarne la ripartizione. 
Resta inteso, in ogni caso, che le spese straordinarie dovranno essere concordate. In difetto, chi ha sostenuto il costo non potrà pretende il rimborso della quota dell’altro. Sono fatte salve, tuttavia, le ipotesi di spese urgenti e improcrastinabili, per le quali non è stato possibile attendere l’accordo tra i genitori. 
In conclusione, anche su questo argomento è necessaria la concretezza non disgiunta dalla buona fede. 

Avv. Marzia Coppola 
Studio legale Bernardini de Pace 
[email protected]

 

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