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Come dividersi i regali e i beni dopo la separazione

Marzia Coppola
Marzia Coppola

Avvocato matrimonialista, educata alla resilienza e alla libertà. Laureata in Italia e in Francia, ho continuato gli studi per diventare anche avvocato della Sacra Rota. Lavoro con l'Avv. Annamaria Bernardini de Pace e mi occupo di diritto di famiglia a 360 gradi (e più!). Convinta che anche dalla relazione peggiore si possa imparare qualcosa.

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Mobili, argenti, collezioni, automobili, barche, cani, gatti, canarini, regali di nozze. Tutto può essere causa di litigio in sede di separazione. 
Quando i coniugi scelgono il regime patrimoniale della separazione dei bene, non dovrebbe esistere il problema perché a ognuno resta il suo e l’entità del patrimonio dei singoli coniugi può servire eventualmente per calcolare l’assegno di mantenimento più corretto (per l’altro coniuge o per i figli).
Comunque, anche in separazione dei beni, ci sono acquisti che sono stati effettuati da un coniuge a favore di entrambi. Oppure regali che sono stati fatti alla coppia.  
Anche quando sono oggetti di valore, però, la legge non prevede nulla al riguardo e l’accordo su chi deve tenere che cosa è lasciato al buon senso, all’onestà e alla capacità di mediazione dei coniugi (o alla loro furbizia nel farli sparire in tempi non sospetti). Spesso marito e moglie seguono il criterio di spartirsi i doni di nozze, con il riferimento della provenienza (rispettivi amici e pareti). Resta, comunque sia, il problema dei regali ricevuti da amici comuni. 
Una soluzione, non solo per i regali di nozze ma per tutti i beni presenti nella casa coniugale, è quella di lasciare nell’abitazione gli oggetti che fanno parte dell’arredo, anche perché la casa coniugale viene assegnata (quando ci sono figli) con tutti gli arredi e le suppellettili. Allo stesso tempo, però, penso sia giusto permettere al coniuge che esce di casa di circondarsi, nella nuova abitazione, di oggetti familiari. Un altro sistema è quello di dividere i doni preziosi in due gruppi di pari valore. Per fare questo, naturalmente, è più facile farsi aiutare da avvocati che possono avere un punto di vista più oggettivo (e, quindi, risolutivo) e meno emotivamente coinvolto. 
Anche i gioielli, poi, possono creare problemi. L’anello di fidanzamento è spesso oggetto di contesa, ma l’orientamento giuridico maggioritario è quello di considerarlo restituibile solo quando le nozze non avvengono, trattandosi infatti di un regalo per la promessa di matrimonio. Altrimenti, entra a far parte del patrimonio personale di chi lo ha avuto in dono, a meno che si tratti di un gioiello di proprietà della famiglia di origine dello sposo. 
La convivenza, non diversamente dal matrimonio, può dare facilmente luogo alla commistione dei patrimoni dei partner, alla messa a disposizione dei propri, all’acquisto di beni e servizi destinati a soddisfare bisogni comune con denaro dell’uno o di entrambi e così via. Tutti questi intrecci creano problemi quando l’intesa si spezza. Naturalmente, se il convivente riesce a dimostrare la proprietà esclusiva di mobili o oggetti ha il diritto di riottenerne la restituzione da parte dell’altro (secondo le regole generali della proprietà). Se non si riesce a dare prova della proprietà si applicheranno le regole previste dal codice civile per la separazione dei beni: tutto quello che è stato acquistato per arredare la casa comune si considera di proprietà indivisa di entrambi. 

Avv. Marzia Coppola 
[email protected]
Studio legale Bernardini de Pace
 

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