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Giuseppe Salvatori rilegge le Eroidi di Ovidio per raccontare le donne di oggi

Nicoletta Orlandi Posti
Nicoletta Orlandi Posti

Nicoletta Orlandi Posti è nata e cresciuta alla Garbatella, popolare quartiere di Roma, ma vive a Milano. Giornalista professionista e storica dell'arte, cura su LiberoTv la rubrica "ART'è". Nel 2011 ha scritto "Il sacco di Roma. Tutta la verità sulla giunta Alemanno" (editori Riuniti); nel 2013 con i tipi dello stesso editore è uscito "Il sangue politico": la prefazione è di Erri De Luca. Il suo romanzo "A come amore", pubblicato a puntate su Facebook, ha dato il via nel 2008 all'era dell'e-feuilleton. A febbraio del 2015 è uscito il suo primo ebook "Expo2051". Nel 2016 Castelvecchi ha pubblicato il suo libro "Le bombe di Roma"; nel 2019 è uscita la seconda edizione. Sta lavorando a un romanzo erotico. Il titolo del blog è un omaggio al saggio del prof Vincenzo Trione.

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Il mito e la storia hanno consegnato all’immaginario collettivo le gesta di donne legate a vario titolo a eroi famosi. Donne altrettanto straordinarie, ma sempre silenti. A dare loro la voce è stato Ovidio immaginando che siano le autrici delle lettere raccolte nella sua Eroidi. Il poeta latino dà la possibilità a queste "eroine" di raccontare la loro versione dei fatti e dare sfogo alle emozioni che le hanno portate a compiere determinate scelte. Penelope scrive a Ulisse, Didone a Enea, Arianna a Teseo, Medea a Giasone, Fedra a Ippolito, Briseide ad Achille e così via: attraverso questi monologhi  appassionati e tormentati le donne svelano storie segrete di amori, di tradimenti subiti e sofferti, di solitudine, di dolore e di attesa. 

Il passaggio dalle parole alle immagini è opera di Giuseppe Salvatori, esponente del ritorno al figurativo già alla fine degli anni Settanta, che ha voluto rileggere con la pittura le protagoniste dell'opera di Ovidio per riflettere sulla posizione della donna nella società antica e moderna offrendo al contempo una nuova lettura del mito e delle sue implicazioni culturali e sociali. Nella sala del Tempio di Vibia Sabina e Adriano, sede della Camera di Commercio di Roma (Piazza di Pietra) dal 21 aprile si potrà ammirare l'installazione "Eroidi" con 18 ritratti di donne tradite, abbandonate, deluse, autrici di lettere formidabili ai rispettivi, e colpevoli, amanti. Figure che, nell'invenzione poetica, sembrano ancora raccontarci le attese, le paure, le fragilità dei nostri sentimenti. Un universo che Giuseppe Salvatori ha indagato seguendo le tracce d'un sentire comune, il filo che riconduce la pittura alla parola e la trasfigura in una realtà sensibile che, pur definendo lo spazio, sembra perdere ogni consistenza narrativa che non sia quella del sogno: il luogo in cui la gravità sconfigge il tempo. Il tutto è concepito, data la molteplicità di forme e colori, come sinfonia: un flusso libero di elementi anche simbolici ma contenuti in una affabulazione poetica. 

L'installazione di Giuseppe Salvatori "Eroidi", curata da Gianluca Lipoli e Marco Claudio Palma, sarà accompagnata da un catalogo con un testo di Arnaldo Colasanti e una poesia di Claudio Damiani.

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