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Palermo, culla di civiltà e terra di conquiste

Orchidea Colonna
Orchidea Colonna

Giornalista, globetrotter e food lover. Sono convinta che ogni viaggio, ogni luogo visitato e osservato, ci renda più ricchi dentro. Da un viaggio si torna sempre diversi e migliori da come si è partiti. Seguitemi e attraverso i miei occhi scoprirete un mondo di inattesa bellezza

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Palermo, come tutta la Sicilia, è stata culla di civiltà e terra di conquiste. Questo l’ha resa una città dalle mille sfaccettature, che ha elaborato tutte le influenze dei popoli che vi si sono insediati: fenici, greci, romani, arabi, normanni, svevi, francesi, spagnoli… 

Palermo mostra con orgoglio le testimonianze del suo passato che rivive nella grandiosità del suo patrimonio artistico e architettonico, spesso abbandonato o non valorizzato come meriterebbe. Anche se molti passi in avanti sono stati fatti. Per capirne la grandezza dobbiamo leggere le parole di Leonardo Sciascia: «Non di solo barocco è fatta Palermo. C’è anche una città modernista che tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento scelse l’art-nouveau per realizzare i teatri, le ville e i palazzi di una borghesia che voleva sentirsi all’altezza della vecchia aristocrazia cittadina. Per sensazioni ed immagini lontane, da quando ci sono venuto per la prima volta verso il 1930, spesso riesco a estrarre dal bellissimo caos che è Palermo una città essenzialmente liberty, quasi una piccola capitale dell’art-nouveau».

Le attrazioni a Palermo sono infinite e imperdibile è senz'altro la Cattedrale di Palermo in quanto Santa Rosalia, chiamata ed invocata dai palermitani con l’affettuoso appellativo di Santuzza è la Santa Patrona di Palermo e le sue spoglie mortali, ritrovate sul Monte Pellegrino il 15 luglio del 1624, sono custodite nella Cattedrale in un'urna d’argento posta nella Cappella a lei dedicata.
 
Ma poi come non vedere il Mercato di Ballarò, Villa Bonanno, Teatro Massimo, Palazzo dei Normanni e Cappella Palatina, Porta Nuova, Piazza Quatro Canti, Fontana Pretoria e altre attrazioni di questa splendida città? Tutte richiedono una visita.  Per un soggiorno da sogno tappa d'obbligo in uno degli hotel più prestigiosi di Palermo: il cinque stelle Grand Hotel et des Palmes. A stretto contatto con la natura prorompente del Golfo, infatti, albergo di città dell’Ottocento, il Grand Hotel et Des Palmes esercita un fascino misterioso, iconico luogo della Palermo millenaria. È una grande emozione perdersi tra i corridoi e i sontuosi saloni del Grand Hotel et Des Palmes, da poco restaurato e rinnovato,  in cui il silenzio irreale insieme all’arte tentano di fermare il tempo, aprendo le porte alle bellissime suite. Opere di pregio, materiali e tessuti ricercati, modellano gli spazi in equilibrio tra estetica e funzionalità. Le suite del Grand Hotel et Des Palmes spiccano per il design e l’innovazione tecnologica. 

 

In principio fu la casa patrizia della nota famiglia Ingham Whitaker intraprendenti imprenditori inglesi, che rimasero stupefatti dalla bellezza della Conca d’Oro, da paragonarla al mitico giardino delle Esperidi. Affascinante il collegamento segreto che conduceva alla Chiesa Anglicana, piccolo gioiello indissolubilmente legato all’edificio.  Sicuramente i decori rievocano nei pensieri di chi li ammira la straordinaria atmosfera della Belle Epoque ma posizionandosi tra i luoghi più ricercati che rappresentano la Sicilia nel mondo.

"Ouverture” è la terrazza situata al 5° piano del Grand Hotel et Des Palmes, che domina Palermo, conferendo entusiasmo e gioia agli ospiti dell'hotel e agli invitati esterni che scoprono un luogo unico in cui ammirare la città. 

La ristorazione dell'hotel da giugno è nelle eccellenti mani dello chef palermitano Filippo La Mantia. Il cuoco siciliano, famoso in tutta Italia, accoglie i palermitani in questo capolavoro liberty nel quale hanno girato il Gattopardo e in cui Wagner ha composto parte del Parsifal. 

Oltre alla “Palmetta”, il ristorante gourmet dedicato sia agli ospiti che agli esterni, la novità è che si può mangiare tutto il giorno, dalla colazione al dopocena, nel Salone degli specchi, magnifica stanza con soffitti alti 12 metri e vetrate decorate. Si può gustare una cucina palermitana al cento per cento: panini con la milza, il bollito alla siciliana, cotenna, arancine, caponata. Ma si possono anche gustare piatti per il light lunch come lo sfincione, la pasta fredda con i tenerumi, il macco di fave, l'insalata cozze e vongole e molto altro. Poi tanto pesce, dipende da cosa si pesca. E i dolci sono quelli della tradizione: torrone di campagna, uovo ripieno dolce e fritto, biancomangiare. Tutti piatti apprezzati dai palermitani e dai turisti che ritrovano i sapori tipici del luogo.

 

Per concludere piace ricordare le parole di Daniel Pennac, il grande scrittore francese: «Palermo mi sembrò una città al contempo splendida e decadente, il cui aspetto un po’ in rovina mi affascinò moltissimo. Ebbi l’impressione di una città molto diversa dalle altre città italiane, con una sua identità molto particolare e una bellezza tutta sua».

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