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Mps torna all'utile, ma il Tesoro caccia il manager vicino ai grillini

Tobia De Stefano
Tobia De Stefano

Mi sono laureato in legge e me ne infischiavo dell'economia, poi ho iniziato a fare il giornalista, gavetta-collaborazioni-pochi quattrini, e ho capito che senza soldi non si cantano messe. Da quel momento la gestione dei risparmi è diventata la mia passione. Ed eccomi qui a curare un blog sui “Vostri soldi” per il sito più irriverente che potete trovare in rete.

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Una filiale di Mps Foto: Una filiale di Mps
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Il Monte dei Paschi è una sicurezza: non ci si annoia mai. Anche ieri nella giornata del consiglio di amministrazione che avrebbe dovuto semplicemente sancire il ritiro delle deleghe all'ad Guido Bastianini e cooptare l'ex Unicredit e Creval Luigi Lovaglio nel cda, ne abbiamo viste delle belle. Innanzitutto l'anomalia dei consiglieri che all'unanimità hanno sfiduciato l'amministratore delegato con il quale avevano condiviso tutte le scelte, restando però in carica senza fare passi indietro. Quindi l'accelerazione. La nomina di Lovaglio ere prevista in una prossima riunione e invece già ieri il consiglio di amministrazione su proposta congiunta del comitato nomine e del comitato remunerazione, «è giunto all'unanimità alla conclusione che Luigi Lovaglio, in virtù della sua rilevante esperienza anche a livello internazionale, unita alla profonda conoscenza del settore bancario italiano, sia il profilo più idoneo a ricoprire il ruolo di ad e dg della banca». Il segnale è chiaro: il premier Draghi va di fretta e vuol risolvere la grana del Monte prima dei 18 mesi che pare il Tesoro abbia chiesto a Bruxelles per cedere la sua quota del 64%. E in effetti il presidente del Consiglio sulla banca senese ha qualcosa da farsi perdonare, visto che fu proprio lui da governatore della Banca d'Italia ad autorizzare l'acquisizione di Antonveneta, la causa di gran parte degli attuali mali dell'istituto di credito più antico del mondo. 

C'È CHI HA DETTO NO 

Terzo, il trattamento riservato a Bastianini. Che probabilmente non sarà un super-manager ma ha comunque riportato Siena all'utile dopo sei anni. Prima si è cercato di far passare la decisione di "defenestrarlo" come una richiesta di Bruxelles (ma non sono arrivate conferme), poi si è parlato di presunti "problemi nei conti" che consigliavano un ricambio al vertice, quindi si è arrivati al ritiro delle deleghe senza dare spiegazioni ufficiali, se non quella ufficiosa di un rapporto di fiducia che sarebbe venuto meno. Al punto che Lando Maria Sileoni, il segretario generale della Fabi (il sindacato dei bancari) ha parlato di Bastianini come di «una persona per bene e professionalmente capace trattata invece come un eversivo». La verità è che per risolvere la grana Mps - i 4mila esuberi pianificati e l'aumento di capitale quantificato in 2,5 miliardi potrebbero non bastare all'Europa che è chiamata ad approvare il piano industriale - il Tesoro voleva un suo manager e tutte le manovre che hanno portato alla scelta di Lovaglio sono andate in questa direzione. Pare che nel momento decisivo della nomina siano arrivati messaggi simili a tutti i papabili, tra i quali ci sarebbe stato anche Victor Massiah ex ad di Ubi, tutti avrebbero rifiutato tranne Lovaglio. Motivo? Ha fatto da deterrente "il terrore" di incorrere in possibili cause legali relative alle diverse questioni in sospeso che si porta in pancia l'istituto toscano. Ma la giornata non è certo finita qui. Sembra infatti che Guido Bastianini, il manager che è arrivato in quota Cinque Stelle non abbia preso bene la defenestrazione e sia pronto ad adire le vie legali. Ieri peraltro il manager ha lasciato il cda dopo aver presentato i conti per andare al funerale della sorella, mancata nei giorni scorsi. 

IL BILANCIO 2021 

E veniamo ai conti approvati nel corso del cda. Come dicevamo Mps ha chiuso il 2021 con un utile netto di 310 milioni, il miglior risultato dal 2015, mentre negli ultimi dieci anni aveva fatto segnare perdite complessive per 23,5 miliardi e 18,5 miliardi di aumenti di capitale, di cui 5,4 miliardi con soldi pubblici. Crescita anche per i ricavi- più 1,3% a 2,98 miliardi -, così come per le commissioni nette che migliorano del 3,8% a 1,48 miliardi. Mps ha inoltre ridotto del 70% il contenzioso legale dopo aver chiuso nei 5 trimestri precedenti cause per 4,6 miliardi di euro e mantenuto stabili i livelli di npl (riducendo però di 2,7 miliardi i crediti in bonis a rischio deterioramento). Sul fronte del rafforzamento patrimoniale, la banca ha precisato che al 31 dicembre 2021 «risultava alcuno shortfall», anche se nell'orizzonte di 12 mesi potrebbe emergerne uno da circa 150 milioni di euro.

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