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"La gioia del dolore": il significato nascosto di quella (strana) frase di Paolo Di Canio

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"Non c'è nessun divertimento, soltanto la gioia del dolore", Paolo Di Canio, su SkySport1, commento tecnico di Galles-Inghilterra. Uno spettacolo, Di Canio telecronista. Mica è una novità, certo. Solo che ora, complice Euro2016, capita di incrociarlo qualche volta in più, ecco. Urla, sghignazza, si rivolge alla compita prima voce, Nicola Roggero, chiamandolo "Nick", si esalta per dettagli che altrimenti sarebbero soltanto dettagli e si spinge fino a parlare di "gol pazzesco", "tiro a fil di palo" (salvo auto-smentirsi al replay), "una bordata che piega le mani, niente da fare" commentando la punizione con cui Gareth Bale ha portato in vantaggio il Galles nel derby tutto britannico con l'Inghilterra. Neppure l'evidenza del replay - eccezion fatta per il "fil di palo", era un missile centrale -, gli ha fatto cambiare idea: il discutibile Hart, portiere di Sua Maestà, ha fatto una fantozziana (mezza) cagata pazzesca. Ma no, Di Canio non spara contro i deboli, esalta il gesto tecnico di chi ha tirato e non di chi ha sbagliato. Non vi gusta? Chissenefrega, a me piace così. E Di Canio un po' perversamente piace soprattutto quando le telecamere indugiano sul volto pensieroso di Hennessey, portiere gallese. "Non c'è nessun divertimento, soltanto la gioia del dolore", dice. "Eh, Nick?". Ma Nick glissa. Forse è il cuore un po' nero del mitico Paolo a produrre l'esaltazione de "la gioia del dolore". Combattente vero, lui. E forse - si scherza, eh - porta anche un po' sfiga. Passa qualche istante e zac: 91esimo, Sturridge segna in mischia, Galles nella polvere e Inghilterra in cielo. E sulla faccia di Hennessey, ve lo garantiamo, non c'era alcun divertimento. Ora si è capito cosa sia "la gioia del dolore". Forse. di Andrea Tempestini @anTempestini

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